Allora, facciamo mente locale.
Ci sono cose che mi portano a giudicare tutto ciò che è fuori di me come se non mi appartenesse, mentre nella realtà di fatto magari è l'unica cosa che ho a parte me stessa.
Ci sono altre cose, invece, che mi portano a giudicare ciò che è dentro di me come unica vera fonte di problemi, e qui il "fuori", che non è più sinonimo di estraneo, non centra.
Il problema è: l'errore parte da dentro o da fuori?
Nelle strade, nella piazza, in mezzo agli altri tutto sfuma e viene dimenticato, perché il fuori compensa, o forse solo cancella momentaneamente, il disagio interiore. Che bella la gente...
Ma appena si tratta di stare in solitudine...
Non sono in grado di convincere. Sarà perché ormai mutare di pensiero e di posizione è la regola.
Le storie si ripetono, le paure pure. Solo gli altri sanno imporsi, sanno stare al gioco, al dibattito, al piccolo bisticcio di gruppo, questo perché ci sono delle convinzioni dietro.
Si nota subito una creatura fragile, e quanto prima esercitiamo rapporti di forza, collocandoci più in alto rispetto ad essa, e facendoglielo ben intendere, tanto meglio è.
Non c'è conclusione a queste storie. Vedete, ne sono consapevole, eppure ogni volta ci ricasco.
UN SALUTO E UNA BUONA DOMENICA
RispondiEliminaLO STAFF