domenica 7 ottobre 2007

In Corea si studia


Vi traduco un articolo in inglese da una rivista che ho trovato in casa; è la testimonianza di un tenore di apprendimento di una ragazza della Corea del Sud, che descrive la sua routine quotidiana in giorno di scuola.

"Sono le sei e mezza del mattino e il sole è appena sorto quando le due sveglie vicino al letto di Sun suonano simultaneamente. Sun si alza dal letto e si dirige in cucina. Con gli occhi mezzi chiusi, fa fatica a dire una parola mentre fa colazione. Vicino al tavolo c'è il suo zaino della Benetton che ha preparato la sera prima. Pesa soltanto un po' più di sei chili e mezzo. Alle sette e mezza saluta i suoi genitori e si dirige verso la scuola, appena fuori dal centro della capitale, Seoul. Ritorna a casa alle 6 di pomeriggio, ma dopo mezz'ora riparte ancora per andare in un'accademia privata dove studia per altre quattro ore. In un'abituale sera torna a casa a mezzanotte e si addormenta subito, completamente esausta.

Studiare per più di 17 ore al giorno è lo stile di vita per gli studenti liceali Sud Coreani. Essi vivono in una società dove l'educazione è molto importante, e c'è grande competizione per un posto all'università. Laurearsi con dei bei voti in un'università prestigiosa è l'unico modo per assicurarsi un lavoro ben pagato. La classica giornata di scuola superiore, come in molti Paesi, dura otto ore. Ma dopo questo molti genitori obbligano i figli a stare a scuola per lezioni extra. In teoria queste lezioni sono facoltative, ma in pratica sono obbligatorie. Quando la giornata scolastica finisce, i figli non hanno il permesso di rilassarsi e di divertirsi. Molti di loro devono studiare tutta la sera in biblioteche, con insegnati privati o in accademie private.

Le classi da 50 studenti non sono un'eccezione e gli insegnati sono severi. Gli studenti devono ripetere dopo il professore e memorizzare ogni cosa.
- Gli insegnanti nella mia scuola non ti prestano alcuna attenzione personale perché non hanno tempo-dice Jie Sun- Non ci lasciano fare domande perché dicono che è una perdita di tempo.

I ragazzi come Jie Sun non vivono nessuna vita sociale. Hanno raramente il tempo di incontrare i loro amici, e avere il ragazzo o la ragazza è impensabile. - Non ho mai avuto un ragazzo e nessuno ce l'ha dei miei amici-dice Jie Sun- lo studio viene prima di tutto.

Questo stile di vita può sembrare molto faticoso per molti alunni europei (ma neanche un po'...), che sono abiutati a uscire la maggior parte dei weekend e guardare la TV ogni sera. Ma d'altro canto, in molte scuole britanniche, oltre il 40% degli adolescenti lascia la scuola con nessuna qualificazione e la prospettiva di un impiego. Così viene da domandarsi: quale dei due sistemi è davvero migliore?"

Qui in Italia intanto si litiga perché secondo alcuni il sistema scolastico è ingiusto perché non dà a tutti le stesse opportunità e il successo dei ragazzi è in buona parte legato alle condizioni economiche della famiglia ("La nostra scuola non riesce a rompere la continuità con l'eredità che ciascun alunno si porta dietro" - Fioroni). Può essere, ma fino a un certo punto. Quelli che si sono dati da fare a scuola e che si ritrovano soffocate le loro prospettive a causa di favoritismi non hanno tempo da perdere qui in Italia. Se ne vanno all'estero e fine.

Di una cosa dobbiamo essere fieri, quello sì:

Il modello italiano, comunque, non ha solamente aspetti negativi. In particolare, "la nostra scuola non rinuncia alla formazione della persona umana". Un aspetto che, forse, non è così centrale in altri contesti dove i risultati complessivi di apprendimento sono invece più incoraggianti."
Nei dati relativi a Finlandia, Giappone e Corea del Sud, i Paesi migliori nelle competenze del processo di apprendimento, c'è una percentuale di suicidi molto elevata a testimonianza di un disagio giovanile diffuso - dice Fioroni -. In Finlandia i suicidi raggiungono il 34,5% su 100 mila ragazzi, in Giappone il suicidio è la seconda causa di morte tra i giovani di età compresa da 15 e 24 anni. Questi dati ci devono far riflettere: la nostra scuola non rinuncia all'umanizzazione della nuova generazione".



6 commenti:

  1. Nell'articolo c'è un piccolo errore. Non esiste, per qul che ne so 34,5% su 100mila ragazzi. Ho è lo 0,000345% o è 34,5 su 100mila. Non può essere una percentuale su 100mila. No?

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  2. L'avevo notato anch'io, ma non volevo dire cavolate... Ok, ora ne sono sicura. Grande buffonata!

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  3. Scusate nn sarò bravo in matematica come voi ma io nn vedo alcun errore!

    hahaha

    i 100*10^3 è semplicemente il campione di riferimento.

    Non credo neanche sia linguisticamente scorretto.

    Poi per i coreani,diciamo che si passano il tempo hahahahahah!
    O se lo vedon portar via?
    mAh!?

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