martedì 25 novembre 2008

Scombinazione

Basta, ho deciso.
Ormai qui si raccolgono solo quelle gocce che sembrano le ultime necessarie per vivere, nonostante siano piccole e apparentemente insignificanti.
Quelle gocce che nessuno noterebbe, tranne un morto di sete.

"Come stai?" si chiede.
"Bene", "si va avanti"...

Male.
Lo dimostri con tutto, accipicchia: con gli occhi, con la bocca, con le guance, con le mani, col naso e con le sopracciglia.
E osa anche chiederti come stai. Puah.

Ma mica sono tenuti tutti a notare queste cose.
Figurati, cosa vuoi che gliene freghi, a loro, di piccolezze così.
Loro parlano per gentilezza, loro fanno il ruolo del buon personaggio socievole.

...
...

Che scombinazione.

domenica 19 ottobre 2008

Citazione

Ah, ah, ah.

Io rido, in faccia al pericolo.

domenica 12 ottobre 2008

Per questa data e per quest'ora

Allora, facciamo mente locale.
Ci sono cose che mi portano a giudicare tutto ciò che è fuori di me come se non mi appartenesse, mentre nella realtà di fatto magari è l'unica cosa che ho a parte me stessa.
Ci sono altre cose, invece, che mi portano a giudicare ciò che è dentro di me come unica vera fonte di problemi, e qui il "fuori", che non è più sinonimo di estraneo, non centra.
Il problema è: l'errore parte da dentro o da fuori?

Nelle strade, nella piazza, in mezzo agli altri tutto sfuma e viene dimenticato, perché il fuori compensa, o forse solo cancella momentaneamente, il disagio interiore. Che bella la gente...
Ma appena si tratta di stare in solitudine...

Non sono in grado di convincere. Sarà perché ormai mutare di pensiero e di posizione è la regola.
Le storie si ripetono, le paure pure. Solo gli altri sanno imporsi, sanno stare al gioco, al dibattito, al piccolo bisticcio di gruppo, questo perché ci sono delle convinzioni dietro.
Si nota subito una creatura fragile, e quanto prima esercitiamo rapporti di forza, collocandoci più in alto rispetto ad essa, e facendoglielo ben intendere, tanto meglio è.

Non c'è conclusione a queste storie. Vedete, ne sono consapevole, eppure ogni volta ci ricasco.

lunedì 8 settembre 2008

Attenzioni

Massì, alla fine, a chi non piace fare gossip su di sé?

Chi non prova un po' di quel puro piacere infantile e narcisista nel sentire parlare di sé e nel darsi un po' d'arie per questo?

Chi disprezza davvero totalmente la propria storia da non volerla metterla in mostra mai? Chi non racconterebbe mai qualcosa di sé anche solo per il semplice gusto di essere il soggetto di una banale conversazione?

Sempre nel limite dell'accettabile, chiaro. Intendo, un po' di dignità e un po' di modestia, per piacere.

domenica 7 settembre 2008

Post-ino

Si fanno più cose (e spesso anche meglio) per stupidità e inerzia, che per dedizione e voglia.

giovedì 14 agosto 2008

Complicazioni

Io non sono mai stata davvero capace di autogiudizi, sia in negativo, ma soprattutto in positivo. Anzi, ora che ci penso, i rimorsi sono una conseguenza dell'autogiudizio, di quel procedimento, cioè, secondo il quale si verifica un parziale distacco DA se stessi e un'osservazione DI se stessi con un occhio che sia pulito e depurato dalla storia personale passata, dalle sensazioni del momento, dagli altri.

Ecco, forse è un tantino complicato, non è così? Per me lo è parecchio.
E un errore su se stessi che entra a far parte delle nostre convinzioni, dei nostri assiomi di vita, può rivelarsi fatale. Può portare seriamente a delle complicazioni nei rapporti con gli altri e con se stessi.

E' una malattia. Una distorsione. Per questo non bisogna mai temere di parlare di se stessi con gli altri; non si è egocentrici per così poco, noooo!!!
Complicazioni... e quando finiscono mai!

Per fortuna che al mondo ci sono tante persone che si ritengono più intelligenti della maggior parte di quelli che conoscono. E chi avrà mai ragione...

mercoledì 13 agosto 2008

Father and son




Testo:

It's not time to make a change
Just relax, take it easy
You're still young, that's your fault
There's so much you have to know
Find a girl, settle down
If you want, you can marry
Look at me, I am old
But I'm happy

I was once like you are now
And I know that it's not easy
To be calm when you've found
Something going on
But take your time, think a lot
I think of everything you've got
For you will still be here tomorrow
But your dreams may not

Son:
How can I try to explain
When I do he turns away again
And it's always been the same
Same old story
From the moment I could talk
I was ordered to listen
Now there's a way and I know
That I have to go away
I know I have to go

Father:
It's not time to make a change
Just sit down and take it slowly
You're still young that's your fault
There's so much you have to go through
Find a girl, settle down
If you want, you can marry
Look at me, I am old
But I'm happy

Son:
All the times that I've cried
Keeping all the things I knew inside
And it's hard, but it's harder
To ignore it
If they were right I'd agree
But it's them they know, not me
Now there's a way and I know
That i have to go away
I know I have to go



La traduzione migliore è quella che ognuno fa in base alla propria sensibilità.

mercoledì 6 agosto 2008

Ci vuole forza

E gli occhi sono fatti per lanciare saette e luce abbagliante, per forza!

Sennò, com'è che mi posso spiegare questa difficoltà a guardare dritto dritto in quelle fessure fatte di vita e scaltrezza?

Non ho nulla da rimordermi e nulla da nascondere; io, la mia scelta l'ho fatta, e sono felice. Felice.

E' come una stella lontana, che brilla, sì, ma poco a poco, riservandosi tante energie in vista del futuro, che sarà infinito ai miei occhi.

venerdì 25 luglio 2008

Inquinamento del lago a Rivoltella

Un link a questo post del blog di ARK per mettere in evidenza il problema della balneabilità delle nostre spiagge di Desenzano, in particolare la Spiaggia d'Oro e il porto di Rivoltella.

La situazione non è per nulla felice e bisogna prenderne atto.

Offesa

Come fai a definire una malattia?
E ad ammettere che ce l'hai? E' un'arresa, una sconfitta, o il primo passo verso il suo annientamento, quest'ammissione?

Fa paura. Si avvicina, i sintomi ci sono tutti.
Percepibili, visualizzabili, molto prossimi. E tu che corri, scappi via, non la vuoi. Non è tua, e tantomeno le appartieni. Non ti prenderà mai!
Il mai è come il sempre, è un'infinitudine: peccato che l'uomo e l'infinito si sposino in rarissime circostanze.

Stento a crederci. Su le armi. All'attacco.

venerdì 18 luglio 2008

Per la cena...

... sono cotta a puntino.

Lontananza

La lontananza tra due è un costante sogno dove potersi incontrare senza sforzi, se non quello unico dell'immaginazione, che risulta così dolce da attenuare tutti i colori intorno.

Evadere dalla realtà pensando alla lontananza è un puro viaggio nella fantasia, una danza di emozioni e un intreccio di ansie e ricordi.

Le aspettative intanto crescono, crescono... si gonfiano... trasformano l'altro... e il ritrovo tra i due sarà sempre un dramma, una rottura... di cosa? Di questo sogno di lontananza, appunto, che non risponde alla realtà.

Lo adoro.

Frottole

Che bello, ancora una volta i bambini vincono un premio e si beccano un riconoscimento da parte mia: piccolini, voi non sapete mentire.
Siete goffi con le espressioni facciali nel momento in cui lo dovete fare.
Le vostre parole invece sono proprio vuote rispetto a quelle che dite con sincerità, ma è meglio così, ve lo assicuro.

Fate sorridere per questo.
Perché non avete esperienza, e quella insegna tante cose: anche come mentire.
Perché non sapete ancora usare bene il vostro corpo, ed esso parla davvero più della bocca.
Perché non avete vere e serie motivazioni per mentire.
Perché alla fine tutto quello che fate diventa uno scherzo.
Perché non sapete mai quello che potrebbe accadere dato che non l'avete mai sperimentato.

Io, fossi in voi, non mi farei crescere il naso da Pinocchio tanto futilmente; ne avete di tempo davanti per raccontare frottole.
Brutto vizio.

...auguri...

Mi sono pure scordata di fare gli auguri a questa mia creaturina... povera, mi dispiace! Ormai è passato da una settimana, in ogni caso:


BUON COMPLEANNO BLOG!

Un anno di pensieri che avevano bisogno di essere affondati da qualche parte. Non oso aprire e sfogliare l'archivio a questo punto.

sabato 5 luglio 2008

Nella Val Venosta e nella Val Martello

Non scrivo quasi mai sul blog il modo in cui trascorro le vacanze, quello che faccio o non faccio, modello Twitter, perché non adoro tenere questo spazio sul web come un diario personale, del tipo: stamattina ho stirato, poi ho suonato, poi ho mangiato, poi ho dormito, poi sono uscita in piazza, poi sono andata a comprare il latte, poi ho letto, poi ho fatto un giro in bici, poi ho fatto la doccia, poi ho cenato e poi ho guardato il cielo stellato prima di andare a letto.
Non capisco a chi potrebbe interessare sinceramente.

Piuttosto, l'ultimo weekend è stato un po' particolare. Sono stata con S. in montagna due giorni. Gli ingredienti e i sapori di questa piccola escursione sono stati: logicamente, aria pulita, poi caldo, un po' di sudore, acqua acqua e acqua, un po' di acido lattico ai muscoli delle gambe, entusiasmo e bellezza, natura, fiori, Merano, bolle di idromassaggio, finferli, Strauben e soprattutto fragole!
Queste parole riassumono un po' tutte le attività che abbiamo fatto. E ora, una carrellata di immagini per rendere meglio l'idea! Altre foto con relative didascalie le ho caricate anche sul mio account Flickr. (La prima che ritrae lo Strauben, un dolce fritto con marmellata di fragole, l'ho trovata su internet, non è mia, ma ne ho mangiato uno uguale identico...il diametro è come quello di una pizza).

Storia in rima patetica

Momento.

Sgomento.

Fermento,
caricamento,
conseguimento.

Travolgimento?

Dimmelo tu. Non intendo.

mercoledì 25 giugno 2008

Scoperto

Ho parlato tanto a viso nascosto.

E ora che me lo trovo davanti, tutte le parole dette senza volto sembrano zittire qualsiasi tentativo di riprendere dei discorsi che, ahimé, fluivano così bene. Parole sprecate, buttate? Eppure, piene di significato e di emozione.

Un gran senso di vergogna, credo da entrambe le parti, ci fa ammutolire. Trovarsi in strada, così, per caso, ripensando alle confidenze scappate, mi provoca un forte giramento di testa e tanta ansia.

Evviva la libera interpretazione.

lunedì 23 giugno 2008

Senso di colpa

Ho suonato così forte da rompere le corde del mio strumento.

Il mio forte non è rabbia, è passione.

lunedì 16 giugno 2008

Perché?

Ecco una dimostrazione di come la mentalità di una nazione si rispecchi anche nelle piccole cose e fatti quotidiani...

In Italia la tipica domanda da rivolgere quando si incontra uno studente o uno scolaro nel periodo metà giugno è: "Sei stato promosso?"

In Albania, nella stessa situazione, si chiede invece: "Hai concluso con tutti 9 e 10?"


Domanda: dove sarà maggiore lo spirito di competitività e la volontà di primeggiare???

sabato 14 giugno 2008

Guida ai comandi di Google

Vi segnalo questa pagina interessante che spiega come sfruttare al meglio il motore di ricerca più usato nel mondo, Google, nella fase di inserimento delle parole per ottenere i risultati che cerchiamo.

giovedì 12 giugno 2008

Via libera

Un'esibizione di fronte a un pubblico è sempre traumatica, soprattutto quando sei da sola.
Tu e loro. Quello che tu vuoi dare a loro di tuo e quello che loro si aspettano da te.
Risponderò alle loro pretese? Sono troppo esigenti? Troppo poco? Basterà quello che so fare per compiacerli?

E tra il pubblico, c'è gente che ti vedrà solo per quella volta, c'è gente che ti conosce letteralmente da una vita, altra che ha sentito parlare di te come quella che... quella che...
La tua reputazione si giocherà in quegli attimi di esibizione. Sono tutti tuoi. Tre, quattro minuti che devi gestire il meglio possibile. Poi magari in anni farai cose più grandi, che ti riempiranno di altre gratitudini e lodi, ma intanto hai tre minuti. Concentrati, respira profondamente. Inizia la danza.

Fatti trascinare da quella!!! Lasciati andare, e rimani concentrata sul tuo strumento, sui tasti che hai davanti, non guardare la signora di fronte che sta sorridendo per motivi suoi, non tuoi.
No, non sono più capace di concentrarmi come una volta. Tutto mi distrae. Il pianoforte ha un po' di polvere... un panno, per piacere! Voglio che sia lucido, nero!

E poi penso alla gente. Intanto, il primo errore. Cacchio, quell'accordo lì non l'ho mai sbagliato! E mai mi sarei sognata di farlo. Prendo consapevolezza di una tragedia: non sono in grado di gestire né la concentrazione, né tantomeno le emozioni.
Il primo di una serie d'accordi "steccati"... pace.
Fine. Dai, su un applauso. Cavolo! No! Perché applaudite??? Per prendermi in giro? E allora prendiamoci in giro tutti: anch'io mi inchino alla fine. Contenti ora? Me ne vado.

Per certe cose, ero molto meglio in seconda media.

Nel forse, non ho mai smesso di credere

Meghi, la diplomazia prima di tutto.

Caspita, lo sapevo che il motivo era quello. Non poteva esserci altro. Mi sembra di aver buttato al vento 4 mesi: l'indifferenza, la freddezza... la situazione era totalmente congelata. Cosa avrei potuto fare di più? Nulla. Avevo tentato di tutto.
E poi, i giudizi e le critiche degli altri, i punti di vista diversi, la confusione... l'incapacità di interpretare i suoi gesti e i suoi comportamenti, la paura e la delusione verso me stessa di aver commesso un enorme errore di valutazione. E chi aveva ragione alla fine?

Meghi, la diplomazia...

Speravo che andasse a "finire" così. O meglio, a "riaprirsi" così. Ma intanto, le sue parole rivelatrici mi hanno scossa completamente. "Mi dispiace". Anche a me. A te per quello è stato di me e che non hai mai saputo, a me per quello che è stato di noi e che era lampante a entrambi.
Sapevo anche che avrei ceduto a quel tipo di lacrime che altro non sono che lo sfogo di mesi di soffocamento, lo sfogo di ricordi emotivi e visivi. I suoi occhi...

Meghi, brava. La diplomazia.

Così va meglio. E' inutile sbraitare contro. Anche lui è spaventato per il danno che ha provocato. E' inutile fargli la predica, meglio sorridergli nervosamente e poi...
Che occhi. Grazie, ne avevo bisogno.

"Così Meghi. Grazie a te."

Era troppo tempo che sognavo questo momento.

martedì 27 maggio 2008

Shhhhhhh


Certa gente non sopporta il silenzio. Io, invece, lo adoro.

Come esistono le pause in musica, bene, esistono momenti di silenzio anche nel bel mezzo di una discussione verbale tra chicchessìa (che bella parola da dire). Esiste anche il silenzio teso tra due amici che fremono dalla voglia (o solo dal bisogno) di sparare a raffica tutti i pensieri che frullano nella loro testa, ma che, non si capisce per quale strana forza, si ritrovano a bocca chiusa entrambi.


Perché si dovrebbe collegare il momento di silenzio a imbarazzo?

Io non mi sono mai imbarazzata del silenzio che si crea qualche volta dopo un po' che parlo tranquillamente con qualcuno. Perché riempire spazi di apparente "vuoto" con parole superflue? Se un momento esige il silenzio, concediamoglielo! Accordato!


Non capisco perché ci si ritrovi spesso nel bisogno di costringere una conversazione. Una volta ho fatto notare a una mia amica come la spaventino, nel vero senso della parola, quei pochi momenti in cui ci ritroviamo entrambe inumanamente (tono ironico) senza parole: le sembra che non siamo più "sintonizzate" e che la nostra capacità di ascolto reciproco penda unicamente da scambi di battute. Fragile come cosa, io trovo.


Nelle poesie del Pascoli, il silenzio è segnalato dai puntini di sospensione... Un silenzio che prelude chissà cosa di nuovo e misterioso, che forse solo l'immaginazione ci permetterà di intravedere. Al posto di quei tre puntini, tutto e niente. Che bello.


Anche il silenzio implica, come il dialogo, un ascolto.

Sì, è un altro livello di percezione, sicuramente, ma è anch'esso da gestire, e non è semplice. Porgigli l'orecchio ogni tanto: avrà tanto da raccontarti. Dagli il giusto respiro. E vivilo, come ogni altra cosa. Perché è un non essere che è.


domenica 25 maggio 2008

Riepilogo settimana

Questa settimana è stata particolarmente ricca e impegnativa.

Fino a mercoledì i pomeriggi (e le mattine...) occupate dalle prove per lo spettacolo di teatro, che finalmente si è tenuto mercoledì sera alle nove e mezza, seguita da un ritrovo notturno tra noi della compagnia e un po' di "esterni" (ex liceali bagattiani) al Marienplatz, dove abbiamo riso, bevuto e mangiato.
Le Fenicie. Un anno di preparazione che mi sfugge ora, ripensandoci. Non capisco come siamo arrivati alla fine di questo lungo percorso in così poco tempo, in così tanta fatica, in così tanta collaborazione, soprattutto noi del coro! Ne abbiamo anche perse due per strada ora che ci ripenso.
I commenti alla rappresentazione della tragedia di Euripide? Mooooooooooooolto positivi. E' piaciuto, ha colpito. Della mia classe c'erano soltanto due ragazze, uno è rimasto fuori. In ogni caso, sono rimaste sbalordite da come sono stati interpetati i personaggi: le madri, i fratelli, il padre, il coro...

Poi, c'è stato il saggio della scuola di musica. Io ho suonato due pezzi, un allegro e un'invenzione a tre voci di Bach, e poi, per la prima volta nel mio umile vissuto, anche un pezzo a quattro mani, che per paradosso è stato quello meglio riuscito.

Infine, le verifiche e interrogazioni in questi ultimi giorni si sono particolarmente addensati nel calendario scolastico. Ancora due settimane... e per quest'estate ci sono tanti progetti e lavori da fare!
Ho voglia di fare, fare e fare...

sabato 17 maggio 2008

Travolgi

Devo ancora cercare la colonna sonora della mia storia. Tante musiche si avvicinano, nessuna l'ha ancora centrata.

Sarà scorrevole e veloce, travolgente, tortuosa. Sarà un turbinìo e una tempesta. Sarà schiva e infiammante. Brucia, si consumerà subito.

Spegnete le fiamme, per favore.


giovedì 15 maggio 2008

mercoledì 14 maggio 2008

Specifichiamo

Mi fa sorridere che in questo sito abbiano pubblicato i nomi di quelli che hanno alloggiato nell'hotel Star di Cesenatico in occasione delle Olimpiadi di Matematica, e i nomi miei e di mio fratello sono seguiti da una specificazione riguardo al nostro sesso (maschio-femmina)...

Vabbeh...

P.p. (= post postem): prometto che pubblicherò al più presto qualcosa su come abbiamo speso le giornate a Cesenatico dall'8 all'11...

Postis, postis è il latino equivalente all'inglese "post".

E mi addormento


Voglio passare una vita in continuo movimento. Non voglio cadere nella banalità di chi non ha nulla da fare o di chi compie sempre le stesse azioni.
Avverto il bisogno di muovermi, uscire, passeggiare... vorrei essere un lenzuolo o una tovaglia da scuotere e da sbandierare al vento.

Voglio voglio voglio... vorrei vorrei vorrei. Quante pretese.

Voglio guardarti, perché solo in te so riconoscermi e specchiarmi; solo guardando te mi avvicino ai miei difetti e li ingrandisco come mai sono riuscita a ingrandirli precedentemente.

Voglio essere libera di dire tutto. Voglio essere pazza per quei pochi attimi ogni giorno.
Voglio cantare alla vita, voglio dedicarmi interamente ad essa. Non alla mia vita, ma alla vita, in generale, alla vita vista come insieme di attimi, che prima sono solo distribuiti in ordine temporale; poi, chissà, un giorno, scoprirò che sono connessi tra di loro da qualcosa di più grande e misterioso, scritto in codice, un codice da decifrare solo con il tempo e nel tempo.

Voglio potermi dominare e comandare.
Controllare. Criticare.

Voglio una strada diritta, ma lunghissima, per tenere d'occhio in ogni momento il mio punto d'arrivo. E' importante avere sempre un obiettivo in mente, qualsiasi sia la strada che stiamo percorrendo.
Ma quando l'obiettivo diventa uno specchio... beh... spero di non perdermi nella mia immagine... ma soltanto nella sua. Fammi da specchio.

martedì 13 maggio 2008

Sguardi

Che densi che sanno essere i giochi di sguardi.
Un vero e proprio concentrato di reciproche attenzioni e di scambi di occhiate. Ovviamente, considero quei giochi a due, perché a tre già si disperde un po' più l'intimità e la dedizione.

Un gioco di sguardi, come tutti i giochi che si rispettino, ha le sue regole e il suo scopo. E' assolutamente vietato parlare. Le parole sono sempre così vane nei momenti più intensi...
Anche ridere spesso distrae, può essere soltanto una risata liberatoria, conclusiva, isterica però.
E' altresì assolutamente vietato scappare allo sguardo dell'altro nel momento che si incrocia col nostro, ma è necessario vivere ogni istante di quello scontro aereo, occhio nell'occhio, per scoprirne tutti gli effetti.
E' utile disporre di una bella memoria visiva, per ritornare su alcune combinazioni particolari così createsi.
E qui, ognuno gestisce la propria interiorità e la propria esteriorità, che in questo gioco trovano reciproco ascolto sempre e solo negli occhi.

Gli obiettivi di chi dà il via a un gioco così assurdo possono essere tanti. Intimorire, mostrare interesse, divertirsi, perché no, anche per noia.

Io sento dei fili. Una stretta di mano. Calda. Forte. Poche parole per favore, quelle mi ronzano nelle orecchie e basta. Io sento dei fili. Che queste ragnatele le abbiamo intrecciate insieme con occhiate furtive?

sabato 3 maggio 2008

Shutdown Day

TORONTO (Reuters) - Il 3 maggio spegnete tutti i dispositivi elettronici per 24 ore e godetevi un po' d'aria fresca all'aperto. E' l'invito degli organizzatori del secondo Shutdown Day globale annuale, secondo i quali usare computer, televisori e gadget elettronici ha un impatto negativo sulla società. "Le persone non riescono a socializzare a diventano sempre più introverse", ha detto in un'intervista Ashutosh Rajekar, cofondatore di Shutdown Day che ha sede a Montreal. L'anno scorso il gruppo ha ricevuto 50.000 messaggi da tutto il mondo sul suo sito web http://www.shutdownday.org/, da persone che si erano impegnate a non usare dispositivi elettronici per un giorno. Quest'anno, fino a questo momento, sono quasi 12.000 le persone che si sono impegnate a spegnere tutti gli apparecchi per 24 ore. In occasione dello Shutdown Day, il gruppo progetta di ripulire parchi e piantare alberi nella zona di Montreal, e spera che vengano organizzate iniziative del genere in tutto il mondo.

fonte:
http://www.mytech.it/mytech/news/articolo?ix=A006013070932

lunedì 28 aprile 2008

Assemblea d'istituto del 28/04

L'assemblea d'istituto di oggi, un lunedì dopo il ponte del 25 maggio, per quasi la totalità degli studenti del nostro liceo ha fatto da coda ai tre giorni di vacanza.
Io non ho partecipato direttamente, poiché sono stata impegnata nel laboratorio di teatro con le prove per lo spettacolo.

Comunque per oggi era prevista un'organizzazione leggermente differente rispetto al solito: l'assemblea è stata bitematica, si poteva trattare o di politica o di mafia. Per testimonianze, ho saputo che i gruppi andati meglio sono stati quelli della visione di un film. In particolare, è piaciuta "La rosa bianca".
Due gruppi dibattito ho saputo che sono stati sciolti praticamente da subito... per mancanza di persone o responsabilità dei relatori.
Andata male, insomma, da quanto ho capito.

Poi, per esempio da noi mancava anche la profe dell'ultima ora, quindi nemmeno l'appello finale si è fatto... e la tentazione di uscire già dalle dodici e mezza anziché all'una era forte per tanti...

A questo punto dico che le assemblee d'istituto non servono a nulla nel nostro liceo. Mi dispiace anche, ma lo vedo che sono una totale perdita di tempo.

domenica 27 aprile 2008

Pura casualità

Spesso, amore e amicizia sfumano. In noi, mica in assoluto.

Brescia-Desenzano su due ruote

Uff, biciclettata terminata!

Devo dire che alla fine di una giornata piena di impegni o comunque di movimento, sono sempre soddisfatta, realizzata, ecco... per aver sfruttato al meglio il tempo. E, per oggi in particolare, il sole, la natura, l'aria, gli amici. Il puro e sano divertimento.

Partiti verso le nove da casa, giungiamo io e mio fratello alla stazione, e ritrovo Sere, Tommi, Beppe ed Enrico dei ragazzi di Desenzano. Tra l'altro, abbiamo rischiato di brutto di perderci questa biciclettata, perché proprio stanotte qualcuno ha fatto irruzione nelle cantine del nostro condominio, spaccando completamente i lucchetti e rubando un po' di cibo e una bici da corsa al vicino... per fortuna da noi non hanno toccato nulla... e le bici erano lì salve stamattina.

Arriviamo a Brescia, dove il nostro gruppettino si ricongiunge con gli altri ciclisti bresciani; una stima che ho sentito da altri mentre pedalavo voleva che fossimo circa 500 in tutto! Un biscione lunghissimo che spesso ha anche creato disagi a qualche automobilista. In effetti, non finivamo più di attraversare tutti nei vari incroci.

Serenità. E' questa sensazione che mi ha tenuta distratta dal mio carattere quotidiano, e che riscopro quando ho poco a che fare con la gente di ogni giorno. E' l'aria, è l'aria... i profumi, le campagne.

Fantastico anche il clima. Forse un po' troppo caldo verso le 2, in compenso mi sono abbronzata le braccia con il sole che c'era. Non è stato nemmeno faticoso, perché abbiamo fatto una lunga sosta per pranzo, mangiando e riposandoci tra una chiacchiera e l'altra sempre al sole. Per precisione, ci hanno dato del riso al gorgonzola, davvero ottimo, con pane, salumi affettati, grana, fette di panini al formaggio e a una salsa che non ho riconosciuto... e una salsiccia cruda.

E poi.... le disceseee!! uuu! L'unica parte un po' impegnativa è stata quella per salire su a Maguzzano, ma nemmeno tanto, eh...

Tornati alle Tre Stelle per le 3 e mezza, percorrendo la strada che, come ha detto Tommi, sembrava quella per tornare da scuola, avendo visto che c'erano soltanto dei biscotti come merenda (e io speravo in qualcosa di abbondante, visto il pranzo!!!), ho fatto una passeggiata al parchetto del laghetto con un gelato in mano.Troppa gente!

E domani, si riparte, con un'assemblea d'istituto che sarà spesa con le prove di teatro. Il coro non va avanti se non ci siamo tutte tutte...

mercoledì 23 aprile 2008

Elogio alle mani


Elogio alle mani.

Sì, proprio così. Le mani sono una delle primissime parti del corpo su cui mi cade l'attenzione quando osservo qualcuno per la prima volta attentamente.

C'è una certa eleganza e una civettosa raffinatezza nelle mani.

C'è tanto di sé e tanta storia nelle mani.

E' la parte di noi che più di tutti comunica con l'esterno che non ci appartiene fisicamente. E' quella con cui indaghiamo, quella che soprassiede agli occhi quando c'è buio, è quella che per prima ci spinge un po' più in là dei nostri confini.

Con le mani spaziamo. A teatro il cosiddetto "slow", ossia quel denso movimento dato da tutto il corpo che sonda un ipotetico involucro "melmoso" (così lo immagino) a forma di bolla, dalla maggior parte di noi parte proprio dalle mani.

Ed esse danno frutto ad azioni compendiarie, soltanto tratteggiate o accennate, e ad altre, al contrario, eccezionalmente precise e di rigore tecnico.

Sono quelle che crescono e si modificano con il lavoro che facciamo più frequentemente: dallo suonare una chitarra o un pianoforte, all'impastare il pane e la pasta, all'aggiustare il motore di un'auto.

Eh, le mani... cerco sempre quelle... per calore, per sentirne la stretta, per un abbraccio... e per compensare il freddo che tengo sempre nelle mie dita.

Un'arte lucrativa

Non capisco...

ieri mia mamma ha lasciato ben 30 euro dal dottore in cambio di un foglio di carta da lui scritto, firmato e timbrato... un pezzo di carta che certifica la mia buona salute per lo svolgimento di attività sportive... e il buon dottore non mi ha nemmeno vista in faccia prima di compilarlo! Almeno così avrebbe potuto dire: massì, bel colorito del viso, sarà sana come un pesce... E invece NO!!! Nemmeno!

Questi medici che vendono una loro firma a 30 euro...

giovedì 17 aprile 2008

Raggi per ciclisti

Giragiragiragiragiragiragiragiragiragiragiragiragiragira...

Non riesco a bloccare niente volontariamente o di proposito, in questo

giragiragiragiragiragiragiragiragiragiragiragiragiragiragira...

Né la felicità, né la sincerità, né un volto.

Dipenderà da me?
Ho un po' di nausea... Ormai le cose non si distinguono così nettamente come prima... E' tutto un

giragiragiragiragiragiragiragiragiragira...

Le ruote della bicicletta continuano a girare per inerzia. Io sono immobile, sul sellino. Non è discesa.

sabato 12 aprile 2008

Meningite al Bagatta???

La notizia è fresca fresca.

Qualche allarme e voce si sentiva già in giro da giovedì, ma ieri hanno "ufficializzato" i professori e oggi il preside con una cirocolare per ogni classe.

Riporto l'articolo del Giornale di Brescia di oggi, sabato 12 aprile, ovviamente con qualche taglio.

Meningite, la ragazza sta meglio
Nella notte i compagni di gita della giovane hanno fatto ritorno sul Garda

La ragazza sta meglio. La bella notizia rimbalza da Parigi al liceo Bagatta di Desenzano da qui, a cascata, nelle case delle famiglie degli studenti che frequentano il prestigioso liceo cittadino. (...)
Molte delle classi e dei professori del Bagatta sono fuoi sede, in gita scolastica, sparsi nelle capitali europee.
E proprio da Parigi era arrivato a Desenzano l'allarme meningite. Il centro gardesano già due mesi fa era stato scosso da tre casi accertati all'ospedale cittadino.
L'altro giorno la notizia pesante come piombo: una studentessa sirmionese in gita scolastica con i compagni della classe IV A linguistico aveva accusato alcune linee di febbre. La situazione era peggiorata giovedì mattina tanto da convincere gli insegnati accompagnatori, dopo una breve consultazione con la vicepreside che in quelle ore si trovava a Parigi con un'altra classe del liceo, a ricorrere al ricovero in ospedale.
I sospetti trovavano conferma, nelle prime ore del pomeriggio, che si trattava di meningite nella forma batterica più grave. Tanto da convincere il dirigente scolastico Mario Falanga ad avvertire l'ufficio scolastico regionale, la Farnesina, il console italiano.
(...)
Fortunatamente la malattia è stata affrontata in tempo, le cure sembrano aver dato buoni risultati.
(...)
Tutto procede bene, tanto che i 23 compagni, in un primo mometo posti sotto sorveglianza medico-sanitaria, potranno rientrare a casa. Sono stati sottoposto a trattamento preventivo con l'assunzione di specifici antibiotici. (...)


Tante voci sono girate in questi due giorni... ma la verità è che si può dire che non c'è alcun pericolo di epidemia.

Auguro alla ragazza che guarisca presto!

domenica 6 aprile 2008

L'immortalità #1

Sto leggendo attualmente L'immortalità di Milan Kundera.

Ho intenzione di fare un post ogni tot capitoletti, per affrontare o soltanto riportare alcune tematiche espresse tra le righe, che, nonostante l'ambientazione delle vicende in diverse epoche storiche (fino a dove sono arrivata io si è parlato dell'800 e dell'epoca contemporanea), sono sempre accompagnate da puntualizzazioni e considerazioni da parte dell'autore, che parla in prima persona, riportando riflessioni che traggono spunto da quei suoi personaggi che, almeno da quanto mi è sembrato, non sono che degli espedienti tramite i quali formula dei suoi pensieri di natura soprattutto psicologica.
Per quanto abbia potuto constatare, la vivacità di questo romanzo consiste nel cambiare spesso focalizzazione: Kundera, infatti, dapprima segue le avventure psicologiche e mentali di una donna a lui contemporanea, poi, esaurito il suo interesse verso la stessa, finito di "sfruttarla" per quanto gli serviva nella formulazione di un concetto astratto, si sposta, prendendo di mira un'altra, stavolta dell'epoca romantica, un'amica di Goethe.

E così si inizia a discutere del concetto di immortalità: attraverso blitz di una scenza qui, di una lì...

Ha uno stile per niente grazioso, a parer mio. Molto schietto e rindondante in alcuni punti, ma consapevolmente ripetitivo. Alcune frasi sono riscritte con ansiosa insistenza, perché costituiscono dei concetti grossi per l'autore.
In definitiva, è scorrevole... ora vado a leggerne ancora qualche pagina.

Sintesi

Si impara, prima o poi, che la nostra fiducia è da dosare con estrema cautela.

Mai concentrarla tutta su un'unica persona.

Mai spargere la stessa quantità indifferentemente su tutti, perché non tutti sono uguali: si sa.

E soprattutto, mai esaurirla!

E i volantini

Per aggiornamento e completezza, pubblico anche i volantini... dato che non si vedono benissimo così ridotti, basta fare un clic sopra per ingrandirli.


sabato 5 aprile 2008

Biciclettata Brescia-Desenzano

Do spazio anch'io a quest'iniziativa da parte della FIAB, della quale sono venuta a conoscenza grazie a E, che ha mandato questa mail a un po' di contatti. Io ho già dato la mia adesione...


Domenica 27 aprile si terrà come ogni anno la biciclettata Brescia-Desenzano organizzata da FIAB di Brescia e Desenzano (Federazione Italiana Amici della Bici).
Il ritrovo è alla stazione di Desenzano con le biciclette che dovranno essere caricate sul treno per Brescia; a Brescia, formato il gruppo con gli altri ciclisti, si attraverserà la città sfilando per il centro, poi passando per la campagna ci si dirigerà verso Desenzano. Ci sono anche delle tappe ristoro lungo il percorso: vicino a Bedizzole l'anno scorso abbiamo fatto un piccolo spuntino prima del vero e proprio rinfresco allo stadio Tre stelle, arrivo dell'intero percorso che è lungo circa una trentina di chilometri.
La difficoltà del percorso è minima per cui alla portata di tutti e di qualsiasi bici. L'anno scorso il serpentone formato da noi simpatizzanti della bici era parecchio lungo e ci auguriamo che quest'anno lo sia ancora. Se vorrete trascorrere una domenica mattina in compagnia e fare un bel giro in bici, fatemi sapere anche per ulteriori spiegazioni.

Le iscrizioni stanno finendo! Affrettatevi!

venerdì 4 aprile 2008

Meme musicale

Ecco, accolgo la patata bollente di Chiara: un meme musicale! Cos'altro sennò?

Si tratta di elencare le cinque canzoni preferite. Non è il numero esatto secondo me: se sono cinque, ne metterei altre venti. Piuttosto, quelle particolarissimamente belle sono due. Le altre... dipende da quando le ascolto. Ronkas nel suo blog aveva scritto una volta un post in cui elencava una serie di aggettivi con la relativa canzone che meglio esprimeva ciascuno di essi.

Sfogliando un po' la mia playlist... noto appunto che in questo precisissimo istante la top five è la seguente:


1. Aicha, Outlandish... malinconica.

2. I'll be missing you, Puff Daddy... malinconica.

3. Sunshine, Patrice... malinconica.

4. Falling down, Duran Duran... sognatrice.

5. Taste of India, Aerosmith... diversa.


Se mi farete la stessa domanda tra una settimana, come minimo due dei cinque saranno già cambiati. E credo anche di poter prevedere quali...

Passo a: Tommaso, Marco, Yokai.

Ne sono certa...

Solo il vero artista è in grado di nutrire l'anima delle persone che lo ascoltano.

Inconsapevolmente.

giovedì 3 aprile 2008

Excel a scuola

Stamattina a scuola ci siamo fermati un'ora di più (fino all'una anziché alle due) perché è iniziato il corso settimanale di laboratorio informatico per imparare a utilizzare il foglio elettronico con il programma di Microsoft Office, Excel.
Del pacco Office, Excel e Database sono gli unici due che non ho mai aperto per provare a smanettarci un po'. Anzi, una volta col database avevo fatto una lista di alcuni libri che avevo in casa, ma nulla di che. Ma Excel proprio... siamo partiti da zero, da meccanismi che più o meno sono intuitivi e comuni a tutti i programmi di marchio Office.

L'iniziativa da parte della nostra profe di dedicarci due ore di lezione in più alla settimana in laboratorio d'informatica (vabbeh che ci vogliono dieci minuti solo per accenderli, 'sti computer...) è scaturita perché l'utilizzo del foglio elettronico ci risulterà molto utile l'anno prossimo per il calcolo di alcune funzioni in fisica e in geometria analitica.

Come dice la nostra V., sappiamo fare "cose turche" col computer, ma dopo un piccolo sondaggio è risultato che nessuno della nostra classe ha mai usato Excel, eccetto due che l'hanno sfruttato per tabelle.

Continuo a sostenere che in tutte le scuole italiane, e non solo nelle professionali, bisognerebbe dedicare un'ora o due alla settimana a lezioni di informatica, perché, così come l'inglese, è una materia che sta diventando un must nell'odierno mondo del lavoro. Tutto ormai funziona grazie all'aiuto di computer, e frequentare il liceo non vuol dire rimanere alla "classicità" degli strumenti utilizzati per l'apprendimento. Tutti sanno che importanza ha conoscere alcune nozioni fondamentali di informatica: è inutile che ne parli...
Anche nei Paesi in via di sviluppo viene incentivato di più nelle scuole che qui in Italia!
Già che spesso chi vuole davvero approfondire alcune materie l'unica soluzione che gli rimane è quella dell'autodidattica... Ma lezioni di computer prese da "esperti" in ambito scolastico non sarebbero per nulla male in un liceo! Dai!!!

mercoledì 2 aprile 2008

Cos'è che sono???

Stasera avevo anch'io un po' di tempo libero... e come non sfruttarlo facendo il test del PersonalDNA, del quale sono venuta a conoscenza grazie ai blog di Chiara e Cassa?

Preferisco vedere un test della personalità, o degli interessi (mi ricordo quello dell'orientamento che avevamo svolto alle medie) come rispecchio di risposte poco meditate, immediate, istintive quasi.
Perciò, alcune dipendono molto dall'umore di dieci minuti fa o dell'andamento della giornata, o magari anche da situazioni personali degli ultimi tempi.

Sono risultata essere una "concerned builder".
Mi hanno divertita anche le varie colonnine verdi, orizzontali, graduate, per ogni aspetto sui cui le domande del test miravano per tracciare il suddetto profilo.

Qui per la visualizzazione completa dei miei risultati.

Un click qui invece per iniziare il test.

Qualche informazione... lenti a contatto



Dato che sembro essere allergica a qualsiasi tipo di occhiali, da vista o da sole, e dato che non c'è giorno in cui non mi sento dire: "Ti ho vista l'altro pomeriggio, perché non mi hai salutato?" e l'unica domanda che mi viene spontanea a questo punto è: "Eri tanto lontano da me quando ci siamo visti ma non ho reagito?", dato che so di essere ormai innegabilmente miope, ho intenzione di provare con le lenti a contatto, che tra l'altro mi risulterebbero molto più comodi per esempio nello sport, a scuola, in piscina, senza la paura di dover dimenticarli in giro da qualche parte.

Bene, detto questo, ecco alcune caratteristiche delle lenti.

  • Storia: la loro invenzione essere fatta risalire a Leonardo da Vinci, che nel 1508 verificò che immergendo l'occhio in una sfera contenente acqua, esisteva un continuo ottico fra la superficie interna della sfera di vetro, e quella esterna della cornea. (In realtà l'ho notato anch'io, che quando ho gli occhi bagnati d'acqua o lacrime, ci sono sprazzi di tempo, questione di due secondi consecutivi al massimo, in cui vedo perfettamente bene da lontano, come se quella stessa acqua mi correggesse la distorsione visiva provocata dalla miopia). Successivamente, altri scienziati, tra cui Cartesio, Dallos e Fleinbloom, Bier, Lim e Wichterle perfezionarono la sua idea, e la concretizzarono prima con lenti rigide, poi con quelle morbide a idrogel.
  • Tipologie: Lenti Morbide. Le lenti a contatto morbide sono anche chiamate "idrofile" perché composte in gran parte da acqua e sono quelle che si adattano meglio alle caratteristiche naturali dell'occhio. Possono, infatti, garantire la corretta ossigenazione e la giusta idratazione. Sono le più confortevoli per l'occhio, ma possono essere causa di fenomeni di intolleranza a causa della loro superficie che assorbe (come fosse una spugna) le sostanze estranee che vi si depositano più facilmente rispetto ad altri tipi di lenti. Per questo motivo, è fondamentale un'adeguata manutenzione e il loro ricambio frequente. Per questo, si possono trovare lenti a contatto morbide "usa e getta" di tipo giornaliero, settimanale, quindicinale e mensile. Sono adatte a tutti e il raggio di curvatura di questo tipo di lente è adattabile alla maggior parte delle cornee. Lenti Semirigide. Le lenti a contatto semirigide o "gas permeabili" sono leggermente più flessibili rispetto a quelle rigide, ne rappresentano l'evoluzione e in pratica le hanno sostituite. La loro struttura è molto simile a quella delle rigide, ma permette una migliore diffusione dell'ossigeno nella cornea. Sono, comunque, meno tollerate rispetto a quelle morbide, e devono essere usate inizialmente gradualmente perché l'occhio si abitui. Dal punto di vista igienico, invece, sono migliori delle morbide, perché non assorbono le sostanze estranee che si depositano sopra di esse.

    Lenti Rigide. Sono costituite da un materiale non flessibile, rigido, e per questa loro struttura, l'ossigeno non raggiunge la cornea e l'unico scambio con l'esterno è possibile solo per mezzo dei continui movimenti che la lente effettua sulla superficie corneale (essendo rigida, non si adatta perfettamente alla cornea). In genere questo tipo di lenti ha una tolleranza iniziale molto bassa e, quindi, il periodo di adattamento è molto lungo.

    Si deve quindi, come per le semirigide, preparare l'occhio gradualmente al loro utilizzo. La loro struttura permette una pulizia più sicura (vi si depositano molto meno le sostanze estranee).

    Ormai questo tipo di lenti sono praticamente in disuso, essendo al loro posto preferite le semirigide o gas permeabili, che ne costituiscono l'evoluzione.

    Esistono anche lenti a contatto "cosmetiche". Esse rientrano nella categoria delle lenti morbide e sono state immesse sul mercato di recente non solo per la correzione dei difetti visivi, ma per cambiare il colore dei propri occhi.

    Le lenti cosmetiche possono essere di aiuto nel trattamento di alcuni disturbi, come quello accusato dalle persone "albine", la cui iride non ha pigmento e non è in grado di proteggere dalla luce.

  • Le possibili complicanze
    Se la manutenzione quotidiana non viene eseguita correttamente, si rischia di andare incontro a una serie di disturbi: ad ogni segnale di irritazione o rossore dell'occhio si deve

  • subito sospendere l'uso delle lenti a contatto e rivolgersi ad uno specialista per individuare e curare la causa che l'ha provocato.
    Le principali complicanze:
    - IPOSSIA: se si utilizzano le lenti a contatto anche di notte (cosa da evitare assolutamente), queste alterano il naturale equilibrio della cornea, provocando una carenza di ossigeno (ipossia). In sostanza, si genera una specie di barriera che limita lo scambio di ossigeno tra la cornea e l'esterno, con conseguente diminuzione della sensibilità dell'occhio.
    - INFEZIONI: I depositi di sostanze estranee sulla lente a contatto favoriscono la formazione di germi e funghi. Anche il calcio (un normale componente delle lacrime) può depositarsi sulle lenti e cristallizzare se le lacrime diventano più acide in seguito a ipossia.
    - CONGIUNTIVITE: Bruciore, prurito, secrezioni abbondanti, intolleranza, sensibilità alla luce: tutte manifestazioni di un'irritazione causata spesso da una scorretta manutenzione delle lenti.

Fonti: Wikipedia e questo.

lunedì 31 marzo 2008

Bach, invenzione a tre voci no.2

E' perfino QUASI romantico...


La seconda invenzione a tre voci di Bach, detta Sinfonia, by Glenn Gould.





L'ho ripreso in mano quest'anno, mentre sto quasi per terminare la Suite Inglese no.2, come per ricordarmi che Bach non è poi così stancante. Un "break" di tranquillità e facilità!

Browsers


Finalmente ho completato la collezione!

Di cosa?

Facile, dei principali browser (click qui per la lista completa) in circolazione per navigare sul web.

Sono in dotazione ora della completa gamma:
Internet Explorer, Mozilla Firefox, Opera, Safari (in ordine temporale di acquisizione).

Il primo era già predefinito nel computer, e per forza di cose mi è capitato di doverlo usare almeno nelle prime settimane da quando in casa mia l'ADSL ha rivoluzionato interamente le giornate e gli interessi di alcuni dei membri della mia famiglia. Tra l'altro, dopo più di mezzo anno, non ho ancora capito come mai non si visualizzano i colori delle pagine dei siti, usando Explorer. Viene tutto blu e bianco. Bah...

Il secondo: una grande rivoluzione! Firefox... Finalmente il web a colori! Un po' come vivere l'esperienza di quando si diffuse la TV, da bianco e nera, a policroma!
Poi, di grande utilità sono le schede su un'unica finestra, per agevolare la consultazione di più pagine contemporaneamente, e la barra dei preferiti personalizzabile, per accedere ai siti più interessanti per noi con un solo click!

Opera... nulla di che, troppo "fine" e semplicistico. Poco accattivante.

E infine, Safari. Sempre con quella sua inconfondibile grafica a tema metallizzato che accomuna tutti i programmi della Apple. Mi piace, è pratico e la grafica è ottima, quasi come se tutte le scritte fossero in grassetto, sono belle evidenti e risaltano. Anche la selezione è tutta particolare.

In conclusione, Safari sarà quella che prediligerò per la vivacità dei colori e per via del grassetto. Penso proprio che il mio prossimo pc sarà un Mac...

Finezza

Scusate ma...

Oggi mi sento come una ragazza (fin qui ci siamo) in una decapottabile (sì, sono belle) decapottata (oggi fa caldo, anche questo va bene...) che si è resa conto di essere esposta a escrementi di piccioni (...) perché glien'è appena arrivata una sul sedile in parte.

In una gran bella decapottabile, ché il contrasto fa più effetto.


domenica 30 marzo 2008

Dipendenze

E' brutto quando si è messo come sfondo a un elemento sul blog un'immagine presa da qualche parte su internet, e dopo un po' di tempo l'indirizzo corrispondente non esiste più perché viene tolta dalla circolazione... E soprattutto è brutto quando la si riteneva perfetta...

Cosa metto ora ai titoletti della sidebar???

Forse è meglio omogeneizzare; lo sfondo delle etichette qui in alto dovrebbe andare bene. O meglio togliere del tutto?

Link aggiunto

Una variegata raccolta di link per software musicali da scaricare gratis...

L'ho trovato cercandone uno per scrivere gli spartit al computer; non ho trovato ancora ciò che cercavo, ma in compenso questo sito è ricco di altri suggerimenti.

http://www.gratis.it/Canali/Musica/Software/

Visto che siamo in tema...



Non è possibile che ci sia sempre bisogno di modificare l'HTML...

sabato 29 marzo 2008

Confronto

Pensandoci bene, Lucia, che dà l'ultima spinta necessaria a convertire l'innominato, è più vicina a me di quanto me lo sarei aspettata... E non nel senso che ho studiato l'episodio recentemente.

venerdì 28 marzo 2008

Un venerdì

Per stamattina era programmato, a scuola, il primo tema in classe dell'anno sui Promessi Sposi.

Premetto che il lavoro di quest'anno sul romanzo storico italiano per eccellenza non mi soddisfa per niente e tantomeno mi entusiasma e/o mi incita a studiare con grande approfondimento gli spunti dei vari capitoli. A dirla tutta, sono un po' stanca di fare l'autodidatta; per quanto possa essere una provocazione e una sfida verso se stessi tentare a casa di ricostruirsi analisi del testo, dei personaggi, delle tematiche e degli artifici stilistici da soli, dopo un po' si comprende che è necessario un confronto con chi ne dovrebbe essere più esperto. Perché se l'apprendimento si riduce nell'autoassegnarsi come compito lo studio sull'analisi di un testo come i Promessi Sposi, beh, ci sono le pagine di riassunti a fine capitolo, e tanto vale non partecipare più alla lezione, no? Se essa si limita a un mero lavoro di lettura...

Ad ogni modo, la traccia era molto vasta (odiosamente vasta) e abbracciava ben quattro personaggi cruciali: Lucia, l'innominato, Gertrude e don Rodrigo.
Per me è stata un'impresa ardua riuscire a sintetizzare correttamente le caratteristiche salienti dei quattro; non riuscendo ovviamente ad analizzarli singolarmente, ho optato per la presentazione "a confronto"... L'unico problema è stato che poteva risultare troppo un discorso a compartimenti.

Forse, se riesco ad accorciarlo, mi verrà anche voglia di scriverlo al computer e pubblicarlo.

Il pomeriggio, dopo aver mangiato fuori un po' di pizza e mezzo coppetta di gelato, visto il caldo, ennesime prove di teatro: duro lavoro ancora con il coro, stavolta le tavole d'Armonia... i nuovi movimenti suggeritici dal regista sono più concreti e aiutano di sicuro a capire di più ciò che il coreuta di volta in volta racconta al pubblico, che non dei gesti e movimenti puramente di leggerezza e grazia che eravamo intenzionati a fare inizialmente.
Poi, un'oretta di tregua, ho suonato un po', rispolverato più che altro brani che non toccavo da una settimana, e concludo la serata con un po' di nuoto.

Prima di dormire, lavoro un po' al computer, (mentre) leggo Kundera, e mi addormento pensando ai discorsi inutili e a quelli apparentemente scontati... o ai ragazzi che, costretti a cambiare parole o modi di ragionare in base alle persone che si ritrovano davanti, spesso trovano "da soli" risposte, o almeno partono col piede giusto per trovarle, a domande impegnative e che non si esaudiscono certo con una sola discussione, ma che necessitano di essere riviste, ripensate, ricredute, riobbiettate.

Pensare che alcuni se la possono cavare fuori da alcuni seri problemi con i giusti spunti, ma qualcuno che li aiuti è necessario...

Spring sprint


Nel tragitto scuola-casa, sono rimasta colpita dalla varietà di profumi di fiori, che si rinnovavano ogni ventina di metri: lo spazio di cambiare vista su un altro giardino, e il tempo di venire invasa dai corrispondenti profumi... Esalazioni primaverili, e "umidità da serra", non lasciavano quasi il tempo di respirare.
Un bombardamento anche visivo, oltre che olfattivo: mandorli, magnolie, crochi, viole, margheritine qua e là... Me ne sono accorta sol'oggi; a quanto pare i fiori hanno la capacità di aprirsi silenziosi, discreti, non vogliono richiamare l'attenzione su di sé se non a opera compiuta, ovvero quando sono tanti, quando ognuno non è che una piccolezza dell'intero. Solo così possono fare effetto.
Il fiore solitario è arrogante, anche se spesso irresistibilmente bello.

"Oggi è più primavera del solito", mi ha detto F. tornando da teatro... Come se anche la primavera avesse degli sbalzi, ogni tanto, di temperanza e di intensità, degli sprint e dei rallentamenti; come se avesse un suo pulsare; e il suo ritmo determina quello di tutti gli altri.

E' bello che non ci sia nulla di assoluto, nel mondo.

domenica 23 marzo 2008

Metodi di previsione


Oggi è domenica di Pasqua.

Come ben tutti sanno, il giorno di Pasqua non è fisso per ogni anno, ma varia in base ad alcuni fattori, come la data del plenilunio.

Storicamente, il dibattito sul calcolo del giorno preciso per ogni anno di questa ricorrenza è stato assai ampio, anche dopo il Concilio di Nicea, durante il quale si stabilì che esso doveva essere collocato nella domenica seguente il primo plenilunio dopo l'equinozio di primavera. Per questo, esso non può che essere collocato tra il 22 marzo e il 25 aprile (inclusi).



Furono ideati numerosi algoritmi per determinarne con precisione la data, conoscendo soltanto l'anno in questione.
I più comuni sono due:
- metodo aritmetico di Gauss;
- metodo di Oudin - Tondering.

In entrambi i casi, fondamentali sono le definizioni di numero d'oro ed epatta.

Il numero d'oro non è altro quello ottenuto aggiungendo +1 al resto della divisione tra l'anno di cui si vuol calcolare la data di Pasqua e 19. Per conoscere le spiegazioni di questo procedimento potete consultare questa pagina.


L'epatta relativa a un determinato anno è l'età della luna al 31 dicembre dell'anno precedente. Con età della luna si intende il numero di giorni trascorsi dall'ultimo novilunio.

Per calcolarla, l'epatta, si procede in questo modo:
si moltiplica il numero d'oro per 11, dal prodotto si sottrae 10, il risultato si divide per 30, e si ottiene un resto, che indichiamo con a. Si sottrae 15 dal numero secolare dell'anno proposto (ovvero il numero formato escludendo le ultime due cifre dell'anno) e si ha un numero b. Si divide b per 25, si toglie il quoziente dal dividendo, si divide questa differenza per 3, e si ottiene un quoziente c. Si moltiplica b per 3, si divide il prodotto per 4, e si ottiene un quoziente d. Si sottrae c da d, e si divide il risultato per 30; il resto di questa divisione sia chiamato e. Se infine si sottrae e da a, si ha l'epatta. Nel caso che e sia maggiore di a, si sottrae a da e, poi si sottrae il risultato da 30, ottenendo così l'epatta. Di tutti i quozienti si considera solo la parte intera, trascurando le cifre decimali.

Lo schema delle operazioni da eseguire è il seguente:

[(n. d'oro x 11) - 10] : 30
(r) = resto = a;

n. secolare anno - 15 = b;
[b - (b : 25)] : 3 = c;
(b x 3) : 4 = d;
(d - c) : 30
(r) = resto = e;

a - e = epatta

Per saperne di più, un click qui.



Fatte queste premesse, vi riporto il secondo dei due algoritmi che ho citato in alto, quello di Oudin-Tondering.

Chiamando N l'anno in cui vogliamo sapere il giorno di Pasqua, e (r) il resto della divisione di volta in volta indicata, si ha:

G = (r) (N:19)
C = N:100
H = (r)((C-C:4-(8*C+13):25+19*G+15):30)
I = H-(H:28)*(1-(29:(H+1))*((21-G):11))
J = (r)((N+N:4+I+2-C+C:4):7)

quindi, si fa:

L = I-J

Mese di Pasqua: 3+(L+40):44 (dove: 3=marzo, 4=aprile)

Giorno di Pasqua: L+28-31*(mese di Pasqua:4)


Le spiegazioni delle varie lettere:

G = numero d'oro -1
H = 23-epatta (aggiungendo 30 se il risultato diventa negativo), uguale al numero di giorni dal 21 marzo al plenilunio pasquale, prima delle correzioni che tengano onto delle eccezioni che si verificano quando l'epatta è uguale a 24 o 25 (e H è uguale a 28 o 29)
I= numero di giorni dal 21 marzo al plenilunio pasquale, corretto però per tenere conto delle eccezioni che si verificano quando l'epatta è uguale a 24 o 25 (e H è uguale a 28 o 29)
J = giorno della settimana del plenilunio pasquale (dove 0=domenica, 1= lunedì, ecc...)
L= numero di giorni dal 21 marzo alla domenica del plenilunio pasquale o precedente il plenilunio.



Ecco, se non avete niente da fare, potete divertirvi a calcolare per esempio il giorno di Pasqua dell'anno prossimo, 2008, nell'anno 2064.

venerdì 21 marzo 2008

Routine vacanziera

Sì, anche per me queste non sono vacanze. Forse meglio così.

Gli orari dei vari impegni sono più scanditi e incalzanti che durante una normale monotona settimana scolastica.

Perlomeno, sono impegni più divertenti.
Stamattina a teatro per 4 ore... Alla fine sono state 3 e mezzo. Si sono susseguite le varie scene in una forma abbastanza precisa per la prima volta. Il corpo dello spettacolo sta lentamente prendendo forma.
Il coro purtroppo è il "personaggio" meno definitivo di tutti, e tale rimarrà fino all'ultimo, sicuramente, perché oggetto di continui cambiamenti e adattamenti a quello che succede in "campo". Poi, i movimenti di noi fenicie saranno un continuo mutare e perfezionarsi.
C'è ancora tanto da lavorare secondo me.

Oggi pomeriggio, invece, ho provato con Valentina il pezzo a 4 mani. Due orette circa di reciproco ascolto e forte collaborazione. In musica più che da qualsiasi altra parte si percepisce l'incastro, l'intreccio degli sforzi di ciascuna, dell'attenzione che prestiamo l'una all'altra. Forse ancora più che nel coro delle fenicie...
Risultato? Distinto direi. Ora c'è solo da accelerare il tutto, mantenendo potenza (è una danza piuttosto marcata, ma da suonare "con passione", come c'è scritto in un indicazione sullo spartito) e assoluta precisone del ritmo, nonostante i rallentandi e difficoltà nell'eseguire alcuni accordi in semicrome.

Non vedo l'ora di goderne un ascolto della versione definitiva, magari anche dall'esterno, grazie a una registrazione.

Variazione

Oggi è la mia prima merenda che non contempla arance come frutta.

Che cosa allora?


La mia prima merenda dell'anno con...

... fragole e yogurt! Mmm... Ha riacceso in me la voglia di estate e di rosso!

Rosso cocomero, rosso ciliegie, rosso frutti di bosco, rosso amarena, ovviamente.
Rosso gelato.

A tra poco...

giovedì 20 marzo 2008

Poche parole

Non credo che le magie si realizzino, qui, nella mia dimensione di vita quotidiana.
Credo nella casualità di certi avvenimenti, a delle coincidenze, ma solo a poche.

Ciò in cui credo sono l'intelligenza e l'abilità dell'uomo.

E i miracoli, dove li mettiamo? Mah, non lo so, per me un miracolo è anche riuscire in un intento che va al di là delle aspettative limite che l'uomo pensa di poter raggiungere. Strafare.

Far danzare le voci, in armonia... Farle respirare, farle vibrare, farle fare carezze.

Voglio ringraziare chi sta compiendo miracoli per me, o almeno, per questo aspetto di me, e, c'è da dire, NONOSTANTE TUTTO.

Sono poche le parole da dire per qualcosa di grande.

venerdì 14 marzo 2008

Lattiginosa


Stasera, tornando dalle prove del coro, ho buttato lo sguardo in alto per un po', e c'era una mezza luna che illuminava con quel suo pallido chiarore un pezzo di cielo blu attorno. Un po' di stelle , sempre lì, sparpagliati nei presso a guardarla, sembravano nulla in confronto a lei, madame luna.

Da piccola pensavo davvero che crescesse di passo in passo, giorno dopo giorno, che si riempisse come un bicchiere d'acqua di colore latte, e poi versava la sua tinta e andava a finire chissà dove, magari a illuminare qualche altro angolo buio, magari era soltanto... una mia fantasia.

Presto qualcuno mi insegnò che esiste il riflesso della luce del sole, anche se non riusciamo a vederne direttamente la fonte, e che la luna, come la Terra, girano, girano, danzano e si fronteggiano. Così, ogni volta cercavo di vedere non più il latte della luna, ma la parte oscura. Il mio gioco si era trasformato: ora si trattava di riempire con l'immaginazione quella parte di lei che non vedevo, ma che sapevo, per apprendimento e non per deduzione, essere lì.
Mi aveva fregata fino ad allora, ora sono io che la scopro.

Ed è romantica.

mercoledì 12 marzo 2008

Catalogo

Piccola stima.

Girovagando per il web, la mia mente è arrivata finalmente a poter catalogare quasi tutti i blog esistenti in diversi grandi categorie (e sottocategorie):

- Blog di ragazzi estremamente sensibili: in questo cassetto ci sono blog, soprattutto su piattaforma spaces.live.com, con tante immagini, post quasi tutti uguali per forma (il contenuto varia perché la posizione delle parole ogni volta cambia, ma i vocaboli utilizzati sono sempre gli stessi).
Si distinguono:
a) Blog emo. Nero. E poi nero. E poi nero. I ragazzi delle foto che appaiono nel blog hanno stranamente tutti capelli neri, occhi neri, vestiti neri. I post sono scritta con tanta amarezza che rimane il sapore in bocca.
b) Blog zuccherosi. Quelli sweety, proprio quelli. Ragazze che tappezzano ogni angolo dello sfondo, dei titoli e dei post (tutto, ecco) di lecca-lecca, fragoline rosse, rose, caramelle, ciliegie, bastoncini di zucchero... Per continuare la lista, è sufficiente (ma non necessario) recarsi a un qualsiasi negozio di dolciumi, e si avrà un'idea chiara di cosa intendo.
c) Blog depresso/amorosi. Questi contegono poesie inventate da non so che generatore di interventi, con tanto di immagini già annesse e preconfezionate. Il copia-incolla è l'unica vera difficoltà di montare un blog così. Le foto sono quelle di labbra che si sfiorano, ragazze che corrono, lacrime che scendono dagli occhi, ciglia che si chiudono davanti alle pupille, rose che colano sangue, spine che pungono cuori.
Una poesia tipica può essere:

Ho sentito una voce...
era la tua,
ne sono certa.
Ho sentito un cuore battere...
era il tuo,
ne sono certa.
Ho sentito una goccia cadere.
Stavolta era mia.
Dall'occhio mio.
Piangevo.

E ricordo momenti così
passati tra corse e carezze.
Mi manchi.

E poi tante stelline e brillantini di cornice. Ecco, questo lo scenario.

- Blog-manuali. Raccolgono o le esperienze pratiche o professionali dell'autore, che vuole condividere alcune sue conoscenze in un determinato campo con il mondo. Alcuni diventano importanti punti di riferimento, sul serio. Dopo tutto, mi sembrano un'invenzione positiva, davvero, sia che essi trattino di cucina, sia che trattino di pulizia dei denti.

- Blog-diario. Dettagliatissime cronache di quello che succede al protagonistabarraautorebarralettore. Personalmente, a meno che non conosca proprio bene questa persona (a volte non è sufficiente lo stesso), mi attirano gran poco.

- Blog-rigorosamente-monotematici. Politica. Stop. Economia. Stop. Cultura e società. Stop. Naaaaa! Troppo rigidi!

- Blog-per-i-quali-si-vede-lontano-un-miglio-che-gli-autori-scrivono-solo-per -aumentare-le-visite. Oh, contenti loro... Ogni tecnologia e invenzione ciascuno è libero di sfruttarla come vuole.

- Blog di prova. Eh sì, non volevo inserire questa categoria, ma sono davvero tanti. Iniziati in un pomeriggio per curiosità e abbandonati a loro stessi, dopo un paio di interventi al massimo, il loro autore si è dimenticato completamente della loro esistenza. E la percentuale che ne capiti uno così cliccando su "blog successivo" è sempre più alta.

Ma i miei preferiti sono quelli variegati, mix, provati in tutti gli aspetti possibili e immaginabili, soggettivi e raccontastorie, critici e sfacciati.

Dimentico qualcosa? Ditemi ditemi che altre classi avete trovato!

Breathe.

Scrivere

Scrivere è un esercizio; quasi più utile che pensare. E' un esercizio-base, di quelli senza prerequisiti, se non sapere le lettere dell'alfabeto e disporre di un cervello formato uomo. Dal comporre poche frasi sconnesse si arriva, anche in poco tempo, a stendere intere filosofie di pensiero, interi mondi interiori. Più o meno concentrati, non è la lunghezza che importa, qui.

Ciò che importa è cosa sta dietro allo scrivere. Che cosa lo motiva? Un pensiero, necessariamente? Bisogna aver per forza qualcosa da dire a qualcuno? Anche a se stessi, alla carta che si sta usando, al computer che si sta utilizzando, all'amico... chicchessia... non importa.
Bisogna?
Non credo... Talvolta è necessario porre una parola dopo l'altra, trascinare la penna sulla carta, tracciare segni e lettere. Alla fine leggere il risultato. Cosa ho scritto? Perché? Che cosa dominava in me in quel momento? Da quale flusso mi sono lasciata trasportare?

Come un quadro impressionista. Butti già due schizzi, quello che ti pare di vedere in un istante spesso non lo noti nemmeno in anni di pensiero e osservazione.
Eppure... io scriverei a occhi chiusi, se potessi. Per non distrarmi.

sabato 8 marzo 2008

Passati!

Una notizia-flash, tanto breve quanto entusiasmante!

Non so se rendo, ma...


SIAMO TERZI CLASSIFICATI ALLA DISFIDA DI MATEMATICA

gara a squadre tenutasi a Brescia, lì 7/06/2008, inizio ore 15.20

E tra l'altro, abbiamo anche battuto il liceo Calini di Brescia, sorpassati soltanto dal Leonardo e dal Copernico!

Woooooow!!!

Ma la cosa più importante è la conseguenza di questa vittoria: si va a Cesenatico quattro giorni, nei primi di maggio!

Che squadra, ragazzi!

Tra i premi (matite, libri) che mio fratello ha vinto come più piccolo partecipante alla gara (piccolo di età, eh!), c'era anche un cd per l'installazione di Linux... Dopo tutta la pubblicità che ho trovato nei vari siti di Internet e in alcuni blog, mi è sembrato strano che qualcuno non sapeva ancora cosa fosse! Hihihi!

mercoledì 5 marzo 2008

Compagnie da fumo



A differenza di quanto credevo, ingannata forse dall'eccessiva quantità di firme e qualità, le sigarette e il tabacco che si vendono nel mondo sono dominate solo da poche grandi multinazionali:

- American Brands
- BAT

- Hanson

- Philip Morris
- Rembrandt
- RJR Nabisco
.

Se andate a verificare, tutti i siti di queste compagnie espongono i rischi derivanti dal fumo e quanto esso sia dannoso alla nostra salute, ecc ... le solite cose che si sentono in giro. Addirittura la Philip Morris sostiene di essere a favore delle leggi che pongono un'età minima per la vendita delle sigarette, in quanto sostenitori di una politica che cerca di limitare i decessi annui per tumore ai polmoni. Che poi ogni anno muoiano 2,5 milioni di persone lo stesso è un altro conto...

Leggo alcuni numeri che ho trovato su internet:

  • le vendite di tabacco aumentano ogni anno del 2%;
  • ogni giorno le compagnie americane spendono 11 milioni di dollari in pubblicità: più di quanto il governo USA spende per la prevenzione del Fumo in un anno;
  • in 25 anni, il consumo di sigarette è aumentato del 70% nel Terzo Mondo;
  • un chilo di tabacco costa circa 2 $, e serve a produrre 1.400 sigarette;
  • l'industria americana del tabacco controlla un mercato di 50 miliardi di dollari l'anno.

Ecco, questi i dati essenziali. Con un briciolo di consapevolezza, si commentano da sé...
Per il primo punto, beh, la popolazione è in costante aumento, quindi anche il tabacco venduto è proporzionale a questo fenomeno, no?
Per il secondo: avete presente quanti cartelloni della Marlboro ci sono nelle piste di Formula 1? Oppure i cammelli della Camel sulle moto GP? Il pretesto delle pubblicità è: servono soltanto per cambiare la marca del prodotto di gente già fumatrice. Sì, come no. E come si spiega quindi che la quota di per i minori di 18 anni, la quota di mercato delle sigarette Camel è balzata da meno dell'1% al 33% in tre anni, grazie ad una campagna pubblicitaria di alto livello, con protagonista un personaggio dei cartoni animati?

In particolare, è interessante il discorso della Philip Morris.
Essa attinge il 56% dei suoi guadagni totali dalla vendita di prodotti alimentari. Leggo, infatti, con grande stupore, che è essa ad avere il controllo di queste marche di prodotti di consumo:

Miller (birra)
Suchard, Toblerone, Cote d'Or, Milka (dolci)
Kraft, Philadelphia (formaggio)

E, ovviamente, tra le sigarette: Marlboro, Cartier, Chesterfield, Merit, Dunhill, L&M, Lark, Consulate, Sinclair, Vogue, Rothmans, Royals, Piccadilly.

Quindi, per chi volesse boicottare, direi che potete partire benissimo da questa multinazionale...

Azzardata...

Il poeta, dicono, è colui che riesce ad esprimere, con parole e immagini particolari, tutto ciò che la gente ha sulla punta della lingua.

Io non credo nell'ispirazione in quanto tale, nel lampo di luce nella notte della fantasia. Ci vuole dello studio dietro. L'uomo non può andare avanti solo grazie a ispirazioni. E poi, anch'esse devono trarre nutrimento da qualche parte... e cosa è meglio della conoscenza in questo?

giovedì 28 febbraio 2008

Due ore di concetti di poesia


Le classi seconde del nostro liceo erano state invitate a partecipare a un discorso dell'attore Carlo Mega sulla poesia.

La 2° D si è recata stamane dalle 11 alle 13 (già due non sono addirittura venuti a scuola pur di uscire un'ora dopo il consueto orario del giovedì...), al teatro Celesti, quello con 50 posti a sedere in pratica.

Ho notato subito che era attore. I gesti mentre parlava, l'enfasi che metteva su alcune parole e alcuni concetti, il modo di rapportarsi con noi, anche.
La provocazione iniziale è stata una domanda: "Secondo voi, la parola può contenere, esprimere la vita?"...

E da qui sono partite varie ramificazioni, che a grandi linee sono state da lui esposte secondo un disegno cronologico: dalla poesia di Leopardi, si è passati a quella di Pascoli, con Baudelaire in mezzo, poi Ungaretti, per poi finire con Montale, che, a causa temporis, è stato soltanto accennato.

Integrava letture di poesie con spiegazioni, e con domande provocatorie che ci indirizzava, in modo da non rendere il tutto una lezioncina di spiegazione e basta. "Come si fa una poesia?", "Che ruolo ha il poeta oggi?", "Cos'è l'ispirazione?", "Cosa serve per comporre?" sono alcune delle questioni cui abbiamo cercato di dare una risposta.

La bellezza di quest'arte di raffigurare il mondo interiore di chi scrive attraverso parole, di tracciare sul foglio immagini e ritmi, musica e immaginazione, e poi leggerla, è unica.
Lui in qualche modo ha cercato di svelarla, e di farci lasciar coinvolgere e affascinare da essa.
Poesia.
Da dove veniva questa parola? Ah sì, da un verbo greco... non so come si trascriva, ma il significato è quello di "fare, comporre, plasmare, creare". Anche l'immaginazione e la finzione modellano qualcosa, e la capacità di modellare nella mente non è propria soltanto degli ingegneri, architetti o geometri.
Ma accanto a ciò, ci vuole anche tanto studio. E tanto felice studio.

"Non chiederci la parola che squadri da ogni lato" dice Montale. Vuol dire che nemmeno L'infinito di Leopardi, dopotutto, è perfetto. Non si arriva mai al completo possedimento e alla totale padronanza della parola, per descrivere una vita... perché essa muta con lo scorrere del tempo. Ci avviciniamo sì, ma non la raggiungiamo mai, la capacità assoluta.

Intanto, ci rimangono solo tanti tentativi del cimento, che dura da secoli...

Questa che segue è la poesia "I due fuchi" di G. Pascoli:

Tu poeta, nel torbido universo
t'affisi, tu per noi lo cogli e chiudi
in lucida parola e dolce verso;

si ch'opera è di te ciò che l'uom sente
tra l'ombre vane, tra gli spettri nudi.
Or qual n'hai grazia tu presso la gente?

Due fuchi udii ronzare sotto un moro.
Fanno queste api quel lor miele (il primo
diceva) e niente più: beate loro!
E l'altro: E poi fa afa: troppo timo!

Pascoli, l'essenza

Il fanciullino è colui che ha paura del buio, perché al buio vede o crede di vedere.

mercoledì 27 febbraio 2008

Japrak - rubrica #2

Oggi si va sul difficile, però!

Si tratta dei cosiddetti japràk (leggete la j come una normale i), delle foglie di uva con ripieno di erbe e riso. Potrei chiamarli in italiano degli "involtini di uva di vite con riso". Nella ricetta originaria greca si preferisce usare, al posto delle erbette, la carne di vitello macinata finemente. Questa è la versione più "light".


Ingredienti:

50 foglie di vite di ottima qualità (da non confondere con quelle di fico ad alta qualità)
2 cucchiai prezzemolo
2 mazzetti di aneto
1 menta
125 g di riso
150 ml di succo di limone
2 cipollotti tritati
1/2 kg erbette
1/2 spinaci
sale, pepe
olio














foglia di vite foglia di fico


Preparazione:


Lavate le mani. Poi iniziate a lavare le foglie di vite delicatamente, senza romperle. Quando le scegliete per cucinare gli japrak, fatelo possibilmente prendendo delle foglie non troppo spesse e nemmeno troppo mature. Togliete i piccioli troppo duri. Rischiano di rimanere in bocca senza possibilità di essere ruminati. Mettete da parte queste foglie lavate.

Ora scaldate l'olio in una padella e fatevi appassire la cipolla per un minuto a fuoco medio. Aggiungete a turno gli spinaci, le erbette, l'aneto, il prezzemolo e la menta, tutti sminuzzati. Poi, il riso e sale. Saltate un po', e aggiungete 250 ml di acqua (un bicchiere d'acqua più o meno) e portate a bollore, poi abbassate la fiamma, coprite e lasciate sobbollire per 20 minuti. Lasciate quindi raffreddare.

Coprite il fondo di una pentola con delle foglie già lavate (quelle che avevate lasciato da parte circa 20 minuti fa).

Inizia il divertimento: riempire le foglie di questo ripieno. Bene, prendete una foglia, apritela per bene, la parte lucida verso il basso, e mettete una polpettina della farcitura vicino al picciolo. Piegate la foglia a libro, cioè piegando i bordi e iniziando a rotolare, stretto stretto, a partire dal picciolo. Adagiate delicatamente il vostro elaborato, che deve essere abbastanza compatto e non tutto strapazzato e buchettato, sul fondo della pentola, con la chiusura verso il basso.

Finito uno strato di japrak, bagnateli con del limone e dell'olio. Finita la pentola di japrak, coprite con due dita d'acqua. Chiudete con un piatto e un barattolo pesante per tenerle ferme mentre cuociono.

Fate bollire per mezz'oretta, ossia fino a quando il riso del ripieno è cotto non troppo.

Si servono a temperatura ambiente. Nel caso in cui non riuscite a mangiarle tutte per la durata di un pasto (colazione, pranzo, cena o merenda che sia), cosa che vi risulterà difficile data la bontà di questi involtini, non temete: si conservano in frigorifero, coperte e con il loro liquido di cottura (non scolate nulla!!!), fino a due settimane!

Buon appetito!