mercoledì 31 ottobre 2007
C'è un po' di freddo
Ma io mi chiedo perché. Non è mai abbastanza chiedersi e poi non rispondere, ma davvero vorrei sapere cosa governa le leggi della giovinezza di tante ragazze e ragazzi.
Io non lo so, non so rispondere, eppure sono lì, vicino a me, li vedo ogni giorno, parlo con loro ogni giorno.
Sarà forse una "moda". Ormai ci si rifugia dietro a questa parola come se niente fosse. Ma sì, è una moda, prendiamola con leggerezza e senza preoccupazioni inutili e superflue.
Davvero non sentono che qualcosa eppure manca, in generale? Odio il vuoto, mi fa paura.
Devo diventare capace a non stupirmi più di fatti così scontati.
E poi, io continuo ad aver freddo... brrrrr!!!
Inserito da Meghi alle 23:31
Etichette: Intorno, La mia età
martedì 30 ottobre 2007
Richiamo
Non credete che sia un mezzo di comunicazione fortissimo, di grande impatto? E chi la può fermare?
Chi osa arrestare una frase gridata o sussurata a un altro?
Chi crede di avere il diritto di poterlo fare?
Essa ha permesso di introdurre l'uomo nel cammino dell'evoluzione culturale, sociale e intellettuale, ha permesso di elaborare pensieri sempre più complessi, tanto che è diventata sinonimo di "opinione", "idea", "progetto". E' una bella invenzione, già.
Amo la voce, amo le vibrazioni che provoca, l'eco che ne deriva, l'insicurezza che ostende, la forza che la fa muovere. Perché esistono voci così soavi che sono più efficaci di qualsiasi berceuse, perché ne esistono altre che fanno trasparire una potenza enorme anche se le parole dette sono soltanto accennate, sottovoce, piano piano...
Ce ne sono alcune così basse che fanno vibrare anche la sedia sul quale è seduto chi la possiede: le onde si diffondono ovunque e ti toccano.
E poi il canto! La mescolanza e l'omogeneità delle voci, che si rincorrono, che giocano. Una apre la strada all'altra, una introduce l'altra, una evidenzia l'altra; le voci sì che sono cortesi.
C'è quella più modesta, che si nasconde, e quella più spiccata e viva che emerge e trascina tutti: si inizia così ad ondeggiare con la voce e con la melodia.
La disegno: un uovo, bello tondo, pieno, compatto.
Uno stecco, rigido e secco.
Un'onda, impetuosa e trasgressiva.
Una lama, tagliente e acuta.
Sabbia, sottile e poco omogenea.
Panna (montata), morbida e schiumosa, leggera e voluminosa...
Panta rei, tutto scorre. Ma ciò che conta è scovare il perché e la forza che mette in moto tutto. E' una piacevole scoperta, ma prima si osserva. Non sai cosa devi scoprire, tu continua ad osservare e basta.
Amo lo strumento chiamato voce.
Inserito da Meghi alle 14:17
Etichette: Impressioni, Io, Qualche Concetto
domenica 28 ottobre 2007
Giornata to remember
Forse ora registrerò fatti che interessano solo a me, e per la memoria del mio blog-diario, ma non importa assolutamente nulla, vero?
Ieri è stata una giornata intensissima, tanto che sono arrivata alla fine di essa al limite delle forze.
Ora che ci penso, l'intensità non era di sicuro fisica, ma solo di concentrazione e di nervi.
Ma procedendo con ordine... Arrivati alla scuola media di S. Felice (e che scuola...), dopo un po' di tempo necessario per sistemare le valigie e il palco, abbiamo provato per due ore abbondanti.
Un po' di ruggine ce l'avevamo tutti, si è notato; un po' di stanchezza, pure. Qualcuno ha anche dato qualche segno d'impazienza, ma prima dell'inizio dello spettacolo tanta tanta tanta tensione. Personalmente, mi sono stupita di me stessa: dopo 8 repliche, non avrei mai pensato di riprendere in vita l'agitazione che mi ha alimentata nella prima.
Io avrei voluto filmare questo spettacolo, e far girare la pellicola delle 1-ora-e-mezza-moltiplicato-per-nove-che-è-il-numero-di-repliche, e godermela tutta di fila. Probabilmente le prime due o tre saranno tutte molto simili, qualcosa forse incomincia a cambiare dalla quarta, quinta... un po' di indifferenza ormai nella sesta e successivi... chissà che andamenti si delineano nell'osservarli bene!
Ci sono state dei particolari stimoli ieri che mi hanno animata in modo particolare. E nel bel pieno di questo evolversi continuo, il nostro Fausto ci ha parlato di motivazione.
Dovrei forse rendere conto a tutti quelli cui ieri non ho risposto del motivo per cui non l'ho fatto?
No, certo che no. E' incredibile come ci si possa trasformare da un attimo a un altro, per cause intestine a noi.
Non si chiama essere lunatici.
E forse parlare ed agire nel momento in cui qualcosa si muove dentro, automaticamente traspare ed è pronto lì per essere accolto da chi ti ascolta o ti vede.
Come mi piace parlare di cambiamenti!
Ritornando a ieri sera, una grande sopresa è stata appunto l'incontro con Cassa. Non mi era mai capitato di attuare il processo inverso rispetto a quello che capita, per essempio, con quelli della blogosfera desenzanese: dal contatto della vita reale, e da un ricordo visivo, gestuale di un blogger, intravedere e cercare una conferma di questo contatto nelle parole scritte e nei commenti; qui invece, dai commenti e ai post scritti, ha preso forma questa personalità, che ieri si è concretizzata con un incontro vivo. Uao!!! Queste piccole cose mi entusiasmano, mi girano la giornata da così a cosà!
Poi Stefy è venuto a vederci, così come Micaela e Anna.
Poi abbiamo mangiato la pizza tutti insieme (grazie ai profe!).
Poi mi sono quasi addormentata in macchina di Daniel al ritorno.
E poi le luci si sono spente. E dopo la scena di Hilbert, non è un sollievo da poco.
Inserito da Meghi alle 15:59
Etichette: Imprese, Impressioni, Matematica, Teatro
giovedì 25 ottobre 2007
Un orecchio assoluto
In effetti, un limite vero e proprio non esiste.
Definizione. Teoricamente, secondo quanto scritto anche su Wikipedia, con esso si intende la capacità di identificare le note di un brano musicale.
I quattro vantaggi principali di uno orecchio assoluto sono quattro:
- identificare le note in un brano musicale ed associarle al loro nome, senza bisogno di trovarne la corrispondenza su uno strumento;
- riconoscere gli accordi di un brano;
- identificare la tonalità di un brano;
- discernere la correttezza dell'accordatura di uno strumento.
Esistono tanti racconti, dai toni quasi leggendari, legati a ragazzi musicisti, bambini addirittura, che hanno questa grande dote, ma in realtà sono pochissimi quelli che veramente ce l'hanno.
Ho trovato un'interessante testimonianza di un uomo che narra il suo rapporto con questo singolare aspetto delle sue capacità.
Di fronte alla mia grande invidia per questa dote, vengo subito rincuorata da questa frase:
Per quello che mi riguarda non mi ha aiutato più di tanto nello studio e del lavoro, e altri tipi di predisposizione sono decisamente più utili.
Ecco però due grossi svantaggi, legati a discorsi un po' più tecnici, ossia la frequenza delle varie note che in alcune musiche subisono dei cambiamenti:
L'orecchio assoluto, a volte, é uno svantaggio. Capita, per esempio, che nella musica barocca si utilizzi, per motivi storici, una intonazione di base più bassa di quella adesso in uso; per intendersi, la nota di riferimento la3 intonata a 415 Hz anziché 440 Hz (come é l'uso moderno, in Italia addirittura prescritto da una legge).
Un altro svantaggio dell'orecchio assoluto capita quando bisogna trasportare un brano di tonalità.
Questa invece è un'annotazione riguardo ai suoi abituali ascolti; ha buttato sull'ironico tanti rimpianti di avere un orecchio anche solo relativo, ma non assoluto:
Un punto più sottile per cui avere l'orecchio assoluto é, a volte, piuttosto un disturbo che un aiuto, é che si prende l'attitudine ad analizzare troppo la musica. Mentre un pezzo di musica passa alla radio, io sento tutte le singole note e la mia mente, involontariamente, incomincia a spararne fuori i nomi a raffica. Fa mi re mi fa sol do mi la do mi.... un altro, invece, sente solo che é la mazurka di Migliavacca e magari gli viene voglia di ballare (che a me non viene).
Questo mi ricorda tanto Cardano, il quale invece si sognava di notte i numeri e le equazioni cubiche! Altro che sogni...
Ma ecco anche cosa stupisce tanto (e si invidia) di un orecchio assoluto:
Una capacità che non manca mai di stupire i non orecchio-assolutisti é quella di stabilire, irrevocabilmente, se un cantante sta cantando in tono ("ha abbassato la pira di mezzo tono" - "wow, che bravo, come si vede che hai l'orecchio assoluto").
La conclusione è, tuttavia, piuttosto amara:
Tutto sommato, l'unica reale certezza che ho dal possedere l'orecchio assoluto é che non avrò mai bisogno di comprare un frequenzimetro. Come consolazione, non é che poi sia così ampia.
Tantissimi famosi musicisti non possedevano questa dote, e si sono affermati lo stesso. L'importante, oserei dire fondamentale, per un musicista, come viene evidenziato, è possedere (ma bisogna esercitarlo!!!) l'orecchio relativo.
Nonostante tutti questi avvertimenti, la possibilità di avere un orecchio assoluto non mi dispiacerebbe per nulla. Dev'essere una sensazione totalmente diversa, ascoltare il mondo con orecchie così particolari. Come avere un altro cervello, in fondo, oppure occhi in grado di vedere piccolissimi particolari a notevole distanza... Wow...
mercoledì 24 ottobre 2007
Miniclip
http://www.miniclip.com/games/it/
(Però alcune sono davvero carine!)
Inserito da Meghi alle 18:15
Etichette: Giochini, Siti Internet
Piccola stima
Sapete quali?
1) Pettegolezzi.
2) Problemi.
3) Politica.
(AAAAAAAAH! Sono le tre P!!!)
Ma direi che il più sostanzioso è di gran lunga la componente dei problemi, quelli personali, beninteso.
Qual è il punto di riferimento di ogni persona, il luogo in cui dovrebbe esporsi di più, la cerchia che la fa parlare più apertamente di qualunque altra? La famiglia, certo.
E per quale motivo? Perché parliamo dei nostri problemi, includiamo pure dubbi, perplessità, desideri ostacolati.
C'è qualcosa di veramente banale che lega due grandissimi amici: pettegolezzi, problemi, politica.
Lo ammetto, non sono tra loro. E non per la banalità, ma per la grandissima amicizia.
Inserito da Meghi alle 17:32
Etichette: Flash personali, Intorno, Io
martedì 23 ottobre 2007
Linguette
No?
Le etichette proprio qui sopra, o meglio, sotto il titolo.
Mi scuserete la demenzialità dei prossimi post, ma mi servono per completare le linguette e sistemare il tutto.
E nutriamolo!
Ho salvato bozze su bozze, le ho tenute lì salvate da una settimana in giù, ma non ho mai pubblicato niente.
Boh.
Un blog lentamente muore quando non si aggiorna, l'ho verificato questa settimana.
Sembra quasi che l'abbia tenuto senza nutrimento, povero, sta morendo di fame. Ha bisogno di mangiare.
Non so ancora se cambiargli le scatolette di cibo: usare una marca diversa o semplicemente prodotto nuovo?
mercoledì 17 ottobre 2007
Scambio link
Qui c'è l'elenco di tutti i blog che seguo.
www.bajrak.blogspot.com
Il blog del comune di Minturno
Civitaweb
Il blog di Alessio
My Personal Paradise
CoseDalMioMondo
Isola di Parole
Il Segnalatore
Link x te
Alieno per caso
[about:blank]
Una community tira l'altra...
Broooom
Un post al Web
Il confine tra il reale e l'assurdo
Inserito da Meghi alle 18:16
Etichette: Altri blog
lunedì 15 ottobre 2007
Aneddoto scolastico
Teacher: (rivolgendosi all'alunno x) Do the next sentence, please.
Alunno X: Non ho fatto i compiti! (interrompendo i 37 minuti di solo inglese portati avanti a fatica dalla profe)
Teacher: Why not? (faccia un po' irritata)
Alunno X: (recuperando l'inglese che aveva perso per un attimo) Because change happens.
Beh, il seguito è solo da immaginare...
Inserito da Meghi alle 14:45
Etichette: Humour, La mia età, Scuola
domenica 14 ottobre 2007
Mad World, qui
MAD WORLD
- Gary Jules -
All around me are familiar faces
Worn out places
Worn out faces
Bright and early for their daily races
Going nowhere
Going nowhere
Their tears are filling up their glasses
No expression
No expression
Hide my head I want to drown my sorrow
No tomorrow
No tomorrow
And I find it kind of funny
I find it kind of sad
The dreams in which I’m dying
Are the best I’ve ever had
I find it hard to tell you
I find it hard to take
When people run in circles
It’s a very very
Mad world
Mad world
Children waiting for the day they feel good
Happy birthday
Happy birthday
Made to feel the way that every child should
Sit down and listen
Sit down and listen
Went to school and I was very nervous
No one knew me
No one knew me
Hello teacher tell me what’s my lesson
Look right through me
Look right through me
And I find it kind of funny
I find it kind of sad
The dreams in which I’m dying
Are the best I’ve ever had
I find it hard to tell you
I find it hard to take
When people run in circles
It’s a very very
Mad world
Mad world
enlarged in your world
Mad world
sabato 13 ottobre 2007
5... mai!
5 ore al giorno di studio? Devo? Ahaha (risata nervosa), non la conosco questa parola.
Ahaha
ahaha
Ma non ho proprio altro da fare???
Ahaha
ah.
Già.
Inserito da Meghi alle 18:43
Etichette: Io, Musica, Pianoforte
venerdì 12 ottobre 2007
Sciopero - parte 2
(Evidentemente l'ho sistemata perché era scritta indecentemente.)
Solita catena da Messenger... Basta!!!
Non è possibile che uno studente dica di no alla scuola, dica di no ai propri doveri, che prevedono anche il raggiungimento almeno della sufficienza in tutte le materie.
Uno studente che si rifiuta di studiare! Soprattutto in una scuola com'è (meglio, dovrebbe essere) il liceo! Bah... Sempre più perplessa.
Ah, poi volevo ricordare... sciopero vuol dire manifestare ciò per cui si è in disaccordo, non starsene a casa e godersi un giorno di meritatissimo riposo dalle lezioni.
In ricordo di quel 12 ottobre
Da sola proprio ora no!
Si può essere più sfortunati di così?
Al mio maestro di pianoforte è stata ritirata la patente. Ergo, non può venire a darmi lezione. Implicazione → non ho una guida per un mese abbondante, e tutta la volontà di ricominciare quest'anno con serietà ed applicazione, in vista di un altro esame, sta già andando irrecuperabilmente in alto mare dopo due settimane; e chi la riafferra più?
Un mese?
Già ho "sprecato" (beh, dai, sprecato non proprio, ma così sembra.. mi riferisco ai due mesi di vacanza passati a toccare il pianoforte soltanto per darmi il la per il solfeggio cantato... nulla più) tanto tempo per quell'esame che si è svolto più di un mese fa. Faccio un paio di lezioni... e ora? Altro inconveniente. I tempi si dilatano parecchio, non mi piace.
Il lavoro di quest'anno di pianoforte non può definirsi ancora cominciato, quindi.
Più di tanto da sola non posso studiare, perché devo inziare autori completamente nuovi. Il metodo di studio cambia, un po'; insomma, quest'anno doveva essere un anno che segnava un grande apssaggio di stile e di lavoro nell'ambito del pianoforte, e ne ero estremamente entusiasta.
Uff, mi arrendo proprio. Non ci voleva, questa.
Ritirato la patente... In teoria sono tre i mesi di attesa. In qualche modo si arrangerà, spero...
Inserito da Meghi alle 15:20
Etichette: Imprese, Io, Pianoforte
Il Giornalino ha inizio
Logicamente, niente anteprima!
Sì, le aspettative al riguardo erano quelle. Eravamo in circa 19, se non ricordo male, e abbiamo semplicemente discusso per il prossimo numero, che dovrebbe uscire a breve.
Ci siamo divisi i compiti, parlato, e non mancano quelli che sanno animare le discussioni perbene... E qualche difficoltà per qualcuno ad apprendere il mio nome, che crea molta confusione... hihi
Ci sarebbero tanti commenti da fare in nome degli argomenti che abbiamo trattato... preferisco aspettare la prossima distribuzione del giornalino, anche per gli eventuali commenti.
Il blog dedicato al nostro giornalino è questo:
Inserito da Meghi alle 14:13
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giovedì 11 ottobre 2007
Cambiamenti
Un aspetto dello stile mi lascia perplessa: in poschissimi post ho parlato in prima persona. Anche quando, era evidente, mi rifacevo a sensazioni che solo io potevo attribuirmi in certi attimi, facevo ricorso spesso al pronome "noi" e tutti aggettivi collegati ad esso. Oppure, impersonalmente "si".
Qualcuno mi ha fatto notare queste piccolezze. E' da quelle che si arriva al concetto generale.
Sono cambiata.
Tutto qua.
E che? Vi sembra poco?
No, per nulla... A me no.
Vado a dormire, ora, e tutto mi balena in testa.
In questo post ho usato l'"io".
Crogiolo
Non lo so, devo ancora scoprirlo, scoprirlo per il caso di cui sto parlando ora.
Capita di sentir parlare a sproposito di un argomento particolarmente caro, fragile, che muove le corde della sensibilità con un semplice sfiorare, una passata di mano veloce veloce... in grado di far cadere tutto, e suscitare forti contrasti. Il dramma è che chi è stato capace di penetrare in queste corde nascoste e di toccarle non se ne accorge nemmeno, non capisce che ha tra le dita tutto un nostro mondo, tutto un nostro equilibrio.
Adoro la parola equilibrio. Esprime tutto, la natura, l'uomo vivente... è un po' come il raggiungimento della media: con una moneta, più tentativi si hanno a dsiposizione, più probabilità si ha di avvinicarsi alla media matematica; le prime prove daranno una faccia per il 30%, l'altra per il 70%; dopo altri ancora, si nota come le due facce tendano a bilanciarsi l'una con l'altra, tendendo a un 50 e 50. Così più l'uomo vive, non di anni, si intende, ma vive di altro (...), più vede avvicinarsi a quell'equilibrio perfetto che è evidentemente irraggiungibile.
Il formarsi di equilibri implica lavoro e costanza. Tutto ciò che costa fatica per forza produrrà un risultato. Lo attendo.
Ecco, mi sono persa. Per fortuna che sono scritte queste serie di riflessioni, altrimenti perderei il doppio del tempo per risalire all'idea di origine. Non sopporto la frammentarietà dei pensieri, così come i libri divisi in troppi paragrafi. Solo la matematica se lo può permettere, o comunque tutte le materie scientifiche. Persa di nuovo... riafferro la corda principale, prima o poi.
Ero arrivata al dramma, quindi il grosso già l'ho buttato fuori, e beh?, sollevata?
Certo, sollevata.
Sollevata... ma dove?
No, io voglio fare un'altra distinzione. Il dramma era che chi trova la strada per penetrare nei più riposti sentimenti, che forse avevamo pure scordato, non realizza subito il suo ruolo che automaticamente assegniamo a questa persona nell'influenza di noi. Già ha il distintivo, quello là... ma, sciocco, non lo capisce. Meglio, io non glielo farò capire, di sicuro.
Qui c'è l'ulteriore ramificazione: sensibile e insensibile. I sensibili sono quelli che di gran lunga ci rimangono impressi, a questo punto. Solo loro hanno la capicità di saper fare, trattare con noi, e con le corde stuzzicate.
Possono diventare anche fin troppo pericolosi.
Vorrei saper parlare di tutto ciò come si scrive e si risolve un'equazione, come si dimostra un teorema. Al mondo, ci sono troppe cose inconciliabili, eppure così affini. c.v.d
Inserito da Meghi alle 15:56
Etichette: Flash personali
martedì 9 ottobre 2007
Blog di spartiti... uelàààà!
Ho trovato questo fantastico blog dove sono stati inseriti gli spartiti e gli arrangiamenti per pianoforte di tantissime canzoni, alcune accompagnate anche dall'anteprima in formato Midi. Ed è un blog! Il che vuol dire che si aggiorna, più o meno costantemente, e gli "sheet" non fanno altro che aumentare!!!
Prodigioso! Qualcuno sa come rendersi utile alla comunità!
Spesso su internet se non si trova uno spartito, scritto nel linguaggio "universale" delle note muiscali, è meglio digitare il titolo in inglese, e "sheet", ossia spartito (e spesso serve anche "free", gratis), perché i siti americani sono di più rispetto a quelli italiani e c'è maggior probabilità di trovarne uno adatto alle nostre esigenze.
Bellissimo! Fogli e fogli stampati di spartiti! E tutti da suonare, uno per pomeriggio, sì!!!
Inserito da Meghi alle 17:06
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domenica 7 ottobre 2007
In Corea si studia
"Sono le sei e mezza del mattino e il sole è appena sorto quando le due sveglie vicino al letto di Sun suonano simultaneamente. Sun si alza dal letto e si dirige in cucina. Con gli occhi mezzi chiusi, fa fatica a dire una parola mentre fa colazione. Vicino al tavolo c'è il suo zaino della Benetton che ha preparato la sera prima. Pesa soltanto un po' più di sei chili e mezzo. Alle sette e mezza saluta i suoi genitori e si dirige verso la scuola, appena fuori dal centro della capitale, Seoul. Ritorna a casa alle 6 di pomeriggio, ma dopo mezz'ora riparte ancora per andare in un'accademia privata dove studia per altre quattro ore. In un'abituale sera torna a casa a mezzanotte e si addormenta subito, completamente esausta.
Studiare per più di 17 ore al giorno è lo stile di vita per gli studenti liceali Sud Coreani. Essi vivono in una società dove l'educazione è molto importante, e c'è grande competizione per un posto all'università. Laurearsi con dei bei voti in un'università prestigiosa è l'unico modo per assicurarsi un lavoro ben pagato. La classica giornata di scuola superiore, come in molti Paesi, dura otto ore. Ma dopo questo molti genitori obbligano i figli a stare a scuola per lezioni extra. In teoria queste lezioni sono facoltative, ma in pratica sono obbligatorie. Quando la giornata scolastica finisce, i figli non hanno il permesso di rilassarsi e di divertirsi. Molti di loro devono studiare tutta la sera in biblioteche, con insegnati privati o in accademie private.
Le classi da 50 studenti non sono un'eccezione e gli insegnati sono severi. Gli studenti devono ripetere dopo il professore e memorizzare ogni cosa.
- Gli insegnanti nella mia scuola non ti prestano alcuna attenzione personale perché non hanno tempo-dice Jie Sun- Non ci lasciano fare domande perché dicono che è una perdita di tempo.
I ragazzi come Jie Sun non vivono nessuna vita sociale. Hanno raramente il tempo di incontrare i loro amici, e avere il ragazzo o la ragazza è impensabile. - Non ho mai avuto un ragazzo e nessuno ce l'ha dei miei amici-dice Jie Sun- lo studio viene prima di tutto.
Questo stile di vita può sembrare molto faticoso per molti alunni europei (ma neanche un po'...), che sono abiutati a uscire la maggior parte dei weekend e guardare la TV ogni sera. Ma d'altro canto, in molte scuole britanniche, oltre il 40% degli adolescenti lascia la scuola con nessuna qualificazione e la prospettiva di un impiego. Così viene da domandarsi: quale dei due sistemi è davvero migliore?"
Qui in Italia intanto si litiga perché secondo alcuni il sistema scolastico è ingiusto perché non dà a tutti le stesse opportunità e il successo dei ragazzi è in buona parte legato alle condizioni economiche della famiglia ("La nostra scuola non riesce a rompere la continuità con l'eredità che ciascun alunno si porta dietro" - Fioroni). Può essere, ma fino a un certo punto. Quelli che si sono dati da fare a scuola e che si ritrovano soffocate le loro prospettive a causa di favoritismi non hanno tempo da perdere qui in Italia. Se ne vanno all'estero e fine.
Di una cosa dobbiamo essere fieri, quello sì:
Il modello italiano, comunque, non ha solamente aspetti negativi. In particolare, "la nostra scuola non rinuncia alla formazione della persona umana". Un aspetto che, forse, non è così centrale in altri contesti dove i risultati complessivi di apprendimento sono invece più incoraggianti."
Nei dati relativi a Finlandia, Giappone e Corea del Sud, i Paesi migliori nelle competenze del processo di apprendimento, c'è una percentuale di suicidi molto elevata a testimonianza di un disagio giovanile diffuso - dice Fioroni -. In Finlandia i suicidi raggiungono il 34,5% su 100 mila ragazzi, in Giappone il suicidio è la seconda causa di morte tra i giovani di età compresa da 15 e 24 anni. Questi dati ci devono far riflettere: la nostra scuola non rinuncia all'umanizzazione della nuova generazione".
giovedì 4 ottobre 2007
Oscuramento a mastellatiodio
Non ho capito, l'ha denunciato Mastella per il "ti odio" o il web per il nome "Mastella"?
A parte questa battutina, rimando all'articolo che ne tratta più approfonditamente. Comunque sia, di blog che fanno satira su Mastella ce ne sono davvero tanti. E tutti ricalcano lo stesso layout del suo sito web, commentano post, sue frasi, interviste, esprimono alcune idee tramite satira sia per parole che per immagini. Non ho trovato molta differenza fra il blog mastellatiodio ed altri simili.
Inserito da Meghi alle 22:47
Etichette: Altri blog, Humour
mercoledì 3 ottobre 2007
Fioroni e debiti... più restrizioni
Il ministro Fioroni ha reintrodotto gli esami di riparazione a settembre, questo è il succo. In pratica, i cosiddetti debiti formativi non esisteranno più, ogni alunno è tenuto a sforzarsi al massimo per arrivare alla fine dell'anno scolastico almeno con il 6. Altrimenti, si procederà soltanto alla classe successiva se entro il 31 di giugno si sarà fatto un esame di riparazione del 5 e lo si avrà superato. In caso contrario, bocciati.
Potrebbe risultare eccessivamente rigido come sistema, perché a causa di un solo 5 costretti a ripetere l'anno. D'altra parte, questo eviterebbe il problema della mancanza di basi su cui si lavora negli anni successivi, e che, venendo a mancare, porterebbero soltanto a un'accumulazione di problemi.
Il link all'articolo intero e più dettagliato è qui.
Preferisco non esprimermi tanto al riguardo. La competitività, comunque, parte anche da qui.
Nuovi colossi quali l'India e la Cina hanno puntato tutto sulla scuola, e i risultati sono evidenti.
In quei Paesi cambia molto la mentalità con cui affrontare doveri quali la scuola, l'applicazione e la determinazione nel lavoro poi.
Un po' più di serietà ci vorrebbe anche qui. Come evidenzia l'articolo, 42 out of 100 alunni passano la classe con almeno un debito e uno su quattro lo recupera...
martedì 2 ottobre 2007
Ecco.
Prima o poi, capiremo e sperimenteremo che non è necessario fondare la propria vita su pilastri troppo terreni, perché sono i primi a scomporsi e a cedere. Poi, cosa rimane?
lunedì 1 ottobre 2007
Risultati sondaggio
- 17/31, ovvero il 54% dei votanti, ha favorito Blogger
- 8/31, ovvero il 25%, ha privilegiato Splinder
- 4/31, cioè il 12%, è stato a favore di Spaces
- 2/31, infine, il rimanente 6%, preferisce altro.
Personalmente, sperimentando in questi ultimi tempi anche Splinder, noto che moltissimi pregi di Blogger stanno sporattutto nell'immediatezza nell'inserimento di nuovi elementi di sidebar, ecc...
Splinder invece favorisce quella che è la comunità Splinderiana, inserendo una sezione riguardante altri blog, possibili link, ultimi blog aggiornati, possibilità di mandare messaggi o mail a blogger splinderiani, ecc...
Inoltre, elementi quali elenco di link, il contatore visita ecc... sono già pre-inseriti. Inoltre, Splinder, per quanto riguarda i modelli del blog, mette a disposizione una sezione intera in cui salvare tutti i modelli che preferisci, crearne di nuovi, ecc... senza dover salvare la copia in HTML sul computer, ma direttamente lì.
Comunque sia, di tempo ne avrò sempre meno, per cui la pazienza di mettermi al computer e scoprire funzionalità di qua e funzionalità là sarà sempre più scarsa; scriverò soprattutto di sera, il che non è sempre un bene, perché di sera vengono a galla solitamente pensieri e riflessioni che nulla hanno a che fare con l'abituale ragionamento diurno, i collegamenti, i temi...