Non è possibile che ci sia sempre bisogno di modificare l'HTML...
domenica 30 marzo 2008
venerdì 12 ottobre 2007
Sciopero - parte 2
(Evidentemente l'ho sistemata perché era scritta indecentemente.)
Solita catena da Messenger... Basta!!!
Non è possibile che uno studente dica di no alla scuola, dica di no ai propri doveri, che prevedono anche il raggiungimento almeno della sufficienza in tutte le materie.
Uno studente che si rifiuta di studiare! Soprattutto in una scuola com'è (meglio, dovrebbe essere) il liceo! Bah... Sempre più perplessa.
Ah, poi volevo ricordare... sciopero vuol dire manifestare ciò per cui si è in disaccordo, non starsene a casa e godersi un giorno di meritatissimo riposo dalle lezioni.
domenica 7 ottobre 2007
In Corea si studia
"Sono le sei e mezza del mattino e il sole è appena sorto quando le due sveglie vicino al letto di Sun suonano simultaneamente. Sun si alza dal letto e si dirige in cucina. Con gli occhi mezzi chiusi, fa fatica a dire una parola mentre fa colazione. Vicino al tavolo c'è il suo zaino della Benetton che ha preparato la sera prima. Pesa soltanto un po' più di sei chili e mezzo. Alle sette e mezza saluta i suoi genitori e si dirige verso la scuola, appena fuori dal centro della capitale, Seoul. Ritorna a casa alle 6 di pomeriggio, ma dopo mezz'ora riparte ancora per andare in un'accademia privata dove studia per altre quattro ore. In un'abituale sera torna a casa a mezzanotte e si addormenta subito, completamente esausta.
Studiare per più di 17 ore al giorno è lo stile di vita per gli studenti liceali Sud Coreani. Essi vivono in una società dove l'educazione è molto importante, e c'è grande competizione per un posto all'università. Laurearsi con dei bei voti in un'università prestigiosa è l'unico modo per assicurarsi un lavoro ben pagato. La classica giornata di scuola superiore, come in molti Paesi, dura otto ore. Ma dopo questo molti genitori obbligano i figli a stare a scuola per lezioni extra. In teoria queste lezioni sono facoltative, ma in pratica sono obbligatorie. Quando la giornata scolastica finisce, i figli non hanno il permesso di rilassarsi e di divertirsi. Molti di loro devono studiare tutta la sera in biblioteche, con insegnati privati o in accademie private.
Le classi da 50 studenti non sono un'eccezione e gli insegnati sono severi. Gli studenti devono ripetere dopo il professore e memorizzare ogni cosa.
- Gli insegnanti nella mia scuola non ti prestano alcuna attenzione personale perché non hanno tempo-dice Jie Sun- Non ci lasciano fare domande perché dicono che è una perdita di tempo.
I ragazzi come Jie Sun non vivono nessuna vita sociale. Hanno raramente il tempo di incontrare i loro amici, e avere il ragazzo o la ragazza è impensabile. - Non ho mai avuto un ragazzo e nessuno ce l'ha dei miei amici-dice Jie Sun- lo studio viene prima di tutto.
Questo stile di vita può sembrare molto faticoso per molti alunni europei (ma neanche un po'...), che sono abiutati a uscire la maggior parte dei weekend e guardare la TV ogni sera. Ma d'altro canto, in molte scuole britanniche, oltre il 40% degli adolescenti lascia la scuola con nessuna qualificazione e la prospettiva di un impiego. Così viene da domandarsi: quale dei due sistemi è davvero migliore?"
Qui in Italia intanto si litiga perché secondo alcuni il sistema scolastico è ingiusto perché non dà a tutti le stesse opportunità e il successo dei ragazzi è in buona parte legato alle condizioni economiche della famiglia ("La nostra scuola non riesce a rompere la continuità con l'eredità che ciascun alunno si porta dietro" - Fioroni). Può essere, ma fino a un certo punto. Quelli che si sono dati da fare a scuola e che si ritrovano soffocate le loro prospettive a causa di favoritismi non hanno tempo da perdere qui in Italia. Se ne vanno all'estero e fine.
Di una cosa dobbiamo essere fieri, quello sì:
Il modello italiano, comunque, non ha solamente aspetti negativi. In particolare, "la nostra scuola non rinuncia alla formazione della persona umana". Un aspetto che, forse, non è così centrale in altri contesti dove i risultati complessivi di apprendimento sono invece più incoraggianti."
Nei dati relativi a Finlandia, Giappone e Corea del Sud, i Paesi migliori nelle competenze del processo di apprendimento, c'è una percentuale di suicidi molto elevata a testimonianza di un disagio giovanile diffuso - dice Fioroni -. In Finlandia i suicidi raggiungono il 34,5% su 100 mila ragazzi, in Giappone il suicidio è la seconda causa di morte tra i giovani di età compresa da 15 e 24 anni. Questi dati ci devono far riflettere: la nostra scuola non rinuncia all'umanizzazione della nuova generazione".
mercoledì 3 ottobre 2007
Fioroni e debiti... più restrizioni
Il ministro Fioroni ha reintrodotto gli esami di riparazione a settembre, questo è il succo. In pratica, i cosiddetti debiti formativi non esisteranno più, ogni alunno è tenuto a sforzarsi al massimo per arrivare alla fine dell'anno scolastico almeno con il 6. Altrimenti, si procederà soltanto alla classe successiva se entro il 31 di giugno si sarà fatto un esame di riparazione del 5 e lo si avrà superato. In caso contrario, bocciati.
Potrebbe risultare eccessivamente rigido come sistema, perché a causa di un solo 5 costretti a ripetere l'anno. D'altra parte, questo eviterebbe il problema della mancanza di basi su cui si lavora negli anni successivi, e che, venendo a mancare, porterebbero soltanto a un'accumulazione di problemi.
Il link all'articolo intero e più dettagliato è qui.
Preferisco non esprimermi tanto al riguardo. La competitività, comunque, parte anche da qui.
Nuovi colossi quali l'India e la Cina hanno puntato tutto sulla scuola, e i risultati sono evidenti.
In quei Paesi cambia molto la mentalità con cui affrontare doveri quali la scuola, l'applicazione e la determinazione nel lavoro poi.
Un po' più di serietà ci vorrebbe anche qui. Come evidenzia l'articolo, 42 out of 100 alunni passano la classe con almeno un debito e uno su quattro lo recupera...
sabato 8 settembre 2007
Rimorso
Aargh! Che rabbia! Ho mancato il V-Day a Brescia! Nooooo! Ero più che altro curiosa di vedere in che termini si svolgeva la manifestazione.
E' inutile rimpiangere, ora... Non mi rimane che aspettare i post sui blog di chi invece ha partecipato... E le foto!
mercoledì 29 agosto 2007
Lavavetri per finzione
Un cronista di Repubblica si finge romeno. Pensate, da oggi non ci si finge più "barboni", ma "romeni", "senegalesi", "marocchini", "tunisini". Ebbene, questo attore rumeno cerca di vivere una giornata a Milano, tra i lavavetri dei semafori. L'obiettivo è quello di provare sulla sua pelle l'umiliazione di chi lo fa quotidianamente. Di provare la loro disperazione prima di dire qualcosa di insensato riguardo alla questione, che ultimamente sta creando non pochi dibattiti (a Firenze, per esempio, c'è già la giunta del CENTROSINISTRA che dichiara guerrra ai lavavetri...).
Conoscere i fatti prima di parlarne. E questo cronista (Sandro de Riccardis) applica questo concetto in modo estremo, ma efficace, credo. Più efficace di così non si può.
Cerco di prendere ritmo, riesco a pulire un vetro prima da un lato, poi dall'altro e quasi sempre vengo ripagato con lo sguardo duro dell'autista. Non sgancia nulla.
"Vetro sporco, amico, vetro sporco", dico a un uomo di una certa età alla guida di una Micra gialla. "Vai a lavorare!", mi urla la moglie. Il marito mi allunga quaranta centesimi. La donna lo insulta, cominciano a litigare furiosamente.
"Arrestatelo!", grida un pensionato sulla porta del bar. Il vigile gli risponde, ma forse parla a se stesso: "Lo arresto e lui domani è di nuovo libero". Mi trattengono per una ventina di minuti, mi chiedono documenti che non ho, poi se ne vanno. Così raccolgo le mie cose e vado un po' più lontano.
"Qui ci stiamo da quattro anni. Chi sei? Che vuoi qui? Vattene via". "Lavoriamo tutti - dico - anch'io ho figli da sfamare".
Appoggio la spazzola sulla Fiat Punto di un cinquantenne e lui mette in azione i tergicristalli. Mi colpiscono una mano, mi fanno male.
Mi sposto in seconda fila, e appena mi avvicino, vedo una signora che indica dietro il cane con le zampe sul vetro. L'animale abbaia furioso. "Se tocchi la macchina apro il finestrino", minaccia.
Sono sfinito. Metto la mano in tasca e tiro fuori i soldi. Li conto. Sono quattro euro e sessantasette centesimi.
Queste sono alcune frasi che vengono dal suo articolo. Solo una parola per me: umiliazione.
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Meghi
alle
12:18
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giovedì 23 agosto 2007
Siamo piromani d'oggi...
L'Italia continua a bruciare. Il Sud Italia continua a bruciare.
Ancora una notizia allarmante ieri, nel Messinese. Non sempre, però, dietro le quinte di queste fiamme che iniziano a divampare incontrollabilmente si trovano cause naturali.
I piromani. Perché appiccano fuoco a un ramoscello fresco fresco? Forse lo hanno scoperto da poco e vogliono sperimentare l'emozione degli effetti che fa su larga scala.
Oppure ancora, trovano il fuoco irresistibilmente magico e dalle forme indescrivibili, così si sbizzarriscono, cercando di saziare l'appettito del romanticismo del fuoco, che arde e devasta.
Davvero romantico.
Ci sono quei piromani (17enni) che, alla domanda: "Perché hai scatenato quest'incendio?" rispondono: "Lo fanno tutti, volevo provare che emozione dava, ero curioso di provare come ci si sente". Che strane curiosità che girano. Magari, dopo, sono anche fieri di vedere quell'opera enorme, e avere l'ebrezza di pensare: "Sono stato io l'autore!!!"
Un bel "bravo" glielo dedichiamo? Se lo merita!
In un incendio, oltre alla vegetazione e alla fauna, possono andare in fumo anche 500 milioni di euro all'anno. E la causa è altrettanto positiva: "lo fanno tutti, lo faccio anch'io". La frase più perversa in cui si possa credere e nel quale calare responsabilità e azioni. Vuol dire non avere una propria testa, vuol dire agire secondo modelli già fornitici, vuol dire essere indolenti e pigri a pensare a un passo in più, vuol dire tanto. E continuiamo così, che siamo sulla buona rotta, mi raccomando...
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Meghi
alle
19:27
Etichette: Attualità, Italia, Pericoli e Speranze, Qualche Concetto
martedì 21 agosto 2007
Ignoranza vs. Tamburino
Un video tratto da Le Iene, programma che con abile ironia denuncia alcuni aspetti del mondo odierno.
Assaporate il video in tutte le forme di ignoranza che riscontrate in molti dei bersagli colpiti dalle telecamere nascoste e dai complici; Reazioni diversissime di fronte a una musulmana cammufata: diffidenza, incomprensione, addirittura pudore.
E, lo sottolineo, la maggior parte dei casi è semplicemente mancanza di informazione... ecco, si vede un'enorme fuoriuscita di ignoranza dalle bocche di queste persone.
simpatico per il suo "tic" di tamburellare il piede a terra...
E Tamburino arrossisce così teneramente...
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Meghi
alle
14:38
Etichette: Intorno, Italia, Mondo, Pericoli e Speranze, Qualche Concetto, Video
mercoledì 25 luglio 2007
Latte e patatine
Latte. Vi riassumo una constatazione tratta da Focus n.176 riguardo al latte e ai suoi costi nei vari Paesi d'Europa e in Italia. Ovviamente, come al solito, nessuna notizia buona per noi.
In Germania e in Austria il latte fresco costa la metà rispetto al prezzo rilevato in Italia, ossia 0,60 euro contro 1, 30 al litro.
Il valore aggiunto del latte è dato dalle spese di raccolta, dalla pastorizzazione, dal confezionamento dalle rese del prodotto invenduto e dalla pubblicità (il tutto +0,45 euro al litro). I costi di distribuzione si alzano a causa della catena del freddo e delle frequenti consegne (+ 0,25 euro) e l'Iva (+ 0,30 euro). Questo è il percorso che viene seguito generalmente da un latte costoso.
Poi vi è quello a basso costo. Vengono aboliti i costi di distribuzione (cui provvede il supermarket) e quello di imballaggio.
Un ultimo consiglio che viene dato è quello di comprare il latte anche due giorni dalla scadenza: in realtà, nei supermercati viene ritirato appunto due giorni prima perché i consumatori non lo acquistano e viene regalato all'Onlus. Si è stimato se i consumatori cambiassero abitudine, il prezzo diminuirebbe del 15/20%.
Patatine. Per i chips, il discorso si aggrava ancor di più., soprattutto per le confezioni da 30 g. Si è capaci di far lievitare il prezzo base di 60 volte...un gioco di prestigio e di bravura. Infatti, da 0,5 euro al kg, si arriva a 28 euro al kg. Ma cosa può aumentare così tanto il loro valore? C'è da considerare il tipo di frittura (olio di oliva), l'arricchimento con altri ingredienti (formaggio, mais), la confezione (capiente o meno, di marca o meno, di cartone o di plastica).
Accorgimenti simili si possono fare ormai per troppi prodotti. Anche quelli primari, come per esempio la frutta e la verdura.