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mercoledì 13 agosto 2008

Father and son

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Testo:

It's not time to make a change
Just relax, take it easy
You're still young, that's your fault
There's so much you have to know
Find a girl, settle down
If you want, you can marry
Look at me, I am old
But I'm happy

I was once like you are now
And I know that it's not easy
To be calm when you've found
Something going on
But take your time, think a lot
I think of everything you've got
For you will still be here tomorrow
But your dreams may not

Son:
How can I try to explain
When I do he turns away again
And it's always been the same
Same old story
From the moment I could talk
I was ordered to listen
Now there's a way and I know
That I have to go away
I know I have to go

Father:
It's not time to make a change
Just sit down and take it slowly
You're still young that's your fault
There's so much you have to go through
Find a girl, settle down
If you want, you can marry
Look at me, I am old
But I'm happy

Son:
All the times that I've cried
Keeping all the things I knew inside
And it's hard, but it's harder
To ignore it
If they were right I'd agree
But it's them they know, not me
Now there's a way and I know
That i have to go away
I know I have to go



La traduzione migliore è quella che ognuno fa in base alla propria sensibilità.

giovedì 12 giugno 2008

Via libera

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Un'esibizione di fronte a un pubblico è sempre traumatica, soprattutto quando sei da sola.
Tu e loro. Quello che tu vuoi dare a loro di tuo e quello che loro si aspettano da te.
Risponderò alle loro pretese? Sono troppo esigenti? Troppo poco? Basterà quello che so fare per compiacerli?

E tra il pubblico, c'è gente che ti vedrà solo per quella volta, c'è gente che ti conosce letteralmente da una vita, altra che ha sentito parlare di te come quella che... quella che...
La tua reputazione si giocherà in quegli attimi di esibizione. Sono tutti tuoi. Tre, quattro minuti che devi gestire il meglio possibile. Poi magari in anni farai cose più grandi, che ti riempiranno di altre gratitudini e lodi, ma intanto hai tre minuti. Concentrati, respira profondamente. Inizia la danza.

Fatti trascinare da quella!!! Lasciati andare, e rimani concentrata sul tuo strumento, sui tasti che hai davanti, non guardare la signora di fronte che sta sorridendo per motivi suoi, non tuoi.
No, non sono più capace di concentrarmi come una volta. Tutto mi distrae. Il pianoforte ha un po' di polvere... un panno, per piacere! Voglio che sia lucido, nero!

E poi penso alla gente. Intanto, il primo errore. Cacchio, quell'accordo lì non l'ho mai sbagliato! E mai mi sarei sognata di farlo. Prendo consapevolezza di una tragedia: non sono in grado di gestire né la concentrazione, né tantomeno le emozioni.
Il primo di una serie d'accordi "steccati"... pace.
Fine. Dai, su un applauso. Cavolo! No! Perché applaudite??? Per prendermi in giro? E allora prendiamoci in giro tutti: anch'io mi inchino alla fine. Contenti ora? Me ne vado.

Per certe cose, ero molto meglio in seconda media.

venerdì 4 aprile 2008

Meme musicale

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Ecco, accolgo la patata bollente di Chiara: un meme musicale! Cos'altro sennò?

Si tratta di elencare le cinque canzoni preferite. Non è il numero esatto secondo me: se sono cinque, ne metterei altre venti. Piuttosto, quelle particolarissimamente belle sono due. Le altre... dipende da quando le ascolto. Ronkas nel suo blog aveva scritto una volta un post in cui elencava una serie di aggettivi con la relativa canzone che meglio esprimeva ciascuno di essi.

Sfogliando un po' la mia playlist... noto appunto che in questo precisissimo istante la top five è la seguente:


1. Aicha, Outlandish... malinconica.

2. I'll be missing you, Puff Daddy... malinconica.

3. Sunshine, Patrice... malinconica.

4. Falling down, Duran Duran... sognatrice.

5. Taste of India, Aerosmith... diversa.


Se mi farete la stessa domanda tra una settimana, come minimo due dei cinque saranno già cambiati. E credo anche di poter prevedere quali...

Passo a: Tommaso, Marco, Yokai.

lunedì 31 marzo 2008

Bach, invenzione a tre voci no.2

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E' perfino QUASI romantico...


La seconda invenzione a tre voci di Bach, detta Sinfonia, by Glenn Gould.





L'ho ripreso in mano quest'anno, mentre sto quasi per terminare la Suite Inglese no.2, come per ricordarmi che Bach non è poi così stancante. Un "break" di tranquillità e facilità!

domenica 30 marzo 2008

Link aggiunto

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Una variegata raccolta di link per software musicali da scaricare gratis...

L'ho trovato cercandone uno per scrivere gli spartit al computer; non ho trovato ancora ciò che cercavo, ma in compenso questo sito è ricco di altri suggerimenti.

http://www.gratis.it/Canali/Musica/Software/

venerdì 21 marzo 2008

Routine vacanziera

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Sì, anche per me queste non sono vacanze. Forse meglio così.

Gli orari dei vari impegni sono più scanditi e incalzanti che durante una normale monotona settimana scolastica.

Perlomeno, sono impegni più divertenti.
Stamattina a teatro per 4 ore... Alla fine sono state 3 e mezzo. Si sono susseguite le varie scene in una forma abbastanza precisa per la prima volta. Il corpo dello spettacolo sta lentamente prendendo forma.
Il coro purtroppo è il "personaggio" meno definitivo di tutti, e tale rimarrà fino all'ultimo, sicuramente, perché oggetto di continui cambiamenti e adattamenti a quello che succede in "campo". Poi, i movimenti di noi fenicie saranno un continuo mutare e perfezionarsi.
C'è ancora tanto da lavorare secondo me.

Oggi pomeriggio, invece, ho provato con Valentina il pezzo a 4 mani. Due orette circa di reciproco ascolto e forte collaborazione. In musica più che da qualsiasi altra parte si percepisce l'incastro, l'intreccio degli sforzi di ciascuna, dell'attenzione che prestiamo l'una all'altra. Forse ancora più che nel coro delle fenicie...
Risultato? Distinto direi. Ora c'è solo da accelerare il tutto, mantenendo potenza (è una danza piuttosto marcata, ma da suonare "con passione", come c'è scritto in un indicazione sullo spartito) e assoluta precisone del ritmo, nonostante i rallentandi e difficoltà nell'eseguire alcuni accordi in semicrome.

Non vedo l'ora di goderne un ascolto della versione definitiva, magari anche dall'esterno, grazie a una registrazione.

giovedì 21 febbraio 2008

Brahms, danza no.2 a 4 mani

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Ci tengo a mettere sul blog questo pezzo, perché è il primo serio che suonerò al saggio di fine anno a 4 MANI!!! Con una ragazza che in realtà ha già fatto il quinto di pianoforte, e che contribuirà a sotterrarmi dalla tensione nel suonarlo...

Ad ogni modo, questo è l'unico video che ho trovato su youtube





Io dovrò suonare la melodia alta...

giovedì 31 gennaio 2008

Da due a tre

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Le vie di mezzo non vanno mai bene.

O è così, ed è potente, o è il suo perfetto contrario, ed è potente lo stesso.

Ed è difficile anche mantenerla la via di mezzo, quella che non è né così, né cosà.

Però in troppe cose mi sto stufando di contenere.

Quella via di passaggio, che serve a raggiungere l'irraggiungibile, è monotona e non asfaltata, ma ho capito che serve a unire due strade parallele. Veloci, autostrade. Una la stiamo percorrendo, ed è ora. L'altra la vogliamo percorrere, è il nostro obiettivo. Sta a noi far diventare questa via di passaggio, questo mezzo che è incompiuto e instabile, il giusto raccordo e il giusto punto di slancio verso qualcosa di più alto.

mercoledì 23 gennaio 2008

Concorso di scrittura e musica

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martedì 22 gennaio 2008

Allegro improvviso

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Il classico pezzo a scelta per il quinto.

Schubert, Impromptu op.90 n.2

domenica 20 gennaio 2008

Sbalzo d'attesa

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Sto aspettando qualcuno, meglio qualcosa da qualcuno. L'insonnia mi dà la giusta pazienza per l'attesa, e intanto infonde fiducia e ancora pazienza.

La colonna sonora che fa da cornicie è una canzone dalla melodia dolce e sottile, cantata da una voce infantile. Forse è una bambina... Non poteva essere meglio di così.
Non è una filastrocca, anche se il ritmo e l'ingenuità sono nella stessa dose.
Ah, che bello! Rilassante. Bello e rilassante è non avere la sensazione di perdere del tempo nonostante non stia facendo nulla di concreto, se non aspettare e ascoltare.

Però, c'è una frase troppo lunga in questa canzone che mi entra nelle orecchie come ospite; la bambina non riesce a dirla tutta d'un fiato, e si inceppa. Perde la sua naturale e istintiva fluidità ritmica. Mi mette un po' a disagio, dentro sento l'errore che ha commesso lei come se fosse direttamente legato alla sorte di ciò che aspetto.

Non mi trovo più. Ha perso il ritmo lei, lo perdo anch'io. L'insonnia inizia a diventarmi nemica, vorrei dormire per dimenticare tutto. Eppure, avevo così tante idee in mente da sfruttare una volta arrivata questa cosa! C'è ansia d'attesa ora. Non più la tranquillità del sapere che arriva.

Ho voglia di musica. Quella giusta, perché adatta a quell'attimo. Mi deve saper cogliere di sorpresa, così l'apprezzo daver; se la scelgo, è troppo facile...

Basta sempre così poco per rovinare tutto?

lunedì 3 dicembre 2007

Sonata K330

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Una sonata semplice, brillante, capace di raccogliere e concentrare quell'energia che si ha appena seduti al pianoforte.

Tranquilla, quasi monotona nella sua allegria.

Mi piace, perché occupa bene almeno 7 minuti di assoluta pace e di cullante riposo.

Vabbeh che il tipo sembra un po' tantino schizzato...

Sonata K330 in do maggiore, ovviamente il tutto by Mozart.

domenica 2 dicembre 2007

Canta e cammina

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Come sogliono cantare i viandanti,
canta anche tu, ma cammina;
cantando consolati della fatica,
ma non amare la pigrizia;
canta e cammina!

Se progredisci, cammini,
ma devi progredire nel bene,
nella retta fede, nella buona condotta!

Canta e cammina.

Sant'Agostino, discorso 256.3


Non l'ho messo a caso.

lunedì 5 novembre 2007

Scuola, che novità!

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Dato che ormai ho deciso di frequentare la Scuola di Musica di Montichiari, narro delle cose che cambieranno nella mia vita dopo questo evento; l'evento, appunto, di frequentare una scuola per studiare pianoforte, anziché attendere a casa il Maestro per lezioni private. Premetto che è la prima volta che farò parte di una scuola, di un gruppo, quindi, di musicisti, e che la cosa mi entusiasma parecchio.

Punto n.

1) A dire del mio Maestro, avrò occasione di confrontarmi con ragazzi della mia età o più grandi, nelle stesse condizioni (ovverosia nel tortuoso cammino per il superamento di un esame del Conservatorio), e quindi scambiare opinioni e farci coraggio e animo l'un l'altro.

2) Sempre a dire del mio Maestro, avrò anche occasione di farmi sentire da altri Maestri e ragazzi, "farmi notare", "farmi ascoltare", e poi si vedrà cos'altro.

3) L'ambiente è nel senso vero della parola musicale, e non domestico, chiuso tra quattro mura familiari, ma ci sarà tanta timidezza e frattanto entusiasmo nel scoprire e imparare ad annusare bene quell'ambiente.

4) Si chiama scuola di musica, ma io spero di vederla come una cerchia di ragazzi, dove sono LORO ad insegnarmi come intendo io.

5) Tra le altre, avrò l'opportunità di suonare musica da camera, in accompagnamento con flauto o violino, o chissà, anche voce. Questa mi è del tutto nuova, e credo che le prime volte la sfilza delle figuracce che farò sarà bella lunga (non è brutta l'idea di Tommaso di fare un'etichetta apposta!)...

6) Infine, un saggio di fine anno with a lot of people! Uaooooo!

Dette e rilette così, sembrano essere di buon auspicio e promettenti.

Si sente tanto che sono stata troppo solitaria fino ad ora?

Ah, tra l'altro rodo d'invidia per qualcuno che fa canto corale al Conservatorio...

giovedì 25 ottobre 2007

Un orecchio assoluto

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In ambito musicale, parlando di "quello ha orecchio", "quello è duro", mi sono spesso scontrata con diverse teorie inerenti lo stabilire un limite, una separazione netta, indice del cosiddetto orecchio assoluto. E tutti me l'hanno definito in modo diverso.
In effetti, un limite vero e proprio non esiste.
Definizione. Teoricamente, secondo quanto scritto anche su Wikipedia, con esso si intende la capacità di identificare le note di un brano musicale.

I quattro vantaggi principali di uno orecchio assoluto sono quattro:
  • identificare le note in un brano musicale ed associarle al loro nome, senza bisogno di trovarne la corrispondenza su uno strumento;
  • riconoscere gli accordi di un brano;
  • identificare la tonalità di un brano;
  • discernere la correttezza dell'accordatura di uno strumento.
Io aggiungerei, al primo punto, saperle identificare senza punti di riferimento, perché altrimenti si parlerebbe di orecchio relativo, che permette di stabilire l'intervallo fra due note, quindi l'identificazione della seconda in base alla prima.

Esistono tanti racconti, dai toni quasi leggendari, legati a ragazzi musicisti, bambini addirittura, che hanno questa grande dote, ma in realtà sono pochissimi quelli che veramente ce l'hanno.

Ho trovato un'interessante testimonianza di un uomo che narra il suo rapporto con questo singolare aspetto delle sue capacità.
Di fronte alla mia grande invidia per questa dote, vengo subito rincuorata da questa frase:

Per quello che mi riguarda non mi ha aiutato più di tanto nello studio e del lavoro, e altri tipi di predisposizione sono decisamente più utili.

Ecco però due grossi svantaggi, legati a discorsi un po' più tecnici, ossia la frequenza delle varie note che in alcune musiche subisono dei cambiamenti:

L'orecchio assoluto, a volte, é uno svantaggio. Capita, per esempio, che nella musica barocca si utilizzi, per motivi storici, una intonazione di base più bassa di quella adesso in uso; per intendersi, la nota di riferimento la3 intonata a 415 Hz anziché 440 Hz (come é l'uso moderno, in Italia addirittura prescritto da una legge).

Un altro svantaggio dell'orecchio assoluto capita quando bisogna trasportare un brano di tonalità.

Questa invece è un'annotazione riguardo ai suoi abituali ascolti; ha buttato sull'ironico tanti rimpianti di avere un orecchio anche solo relativo, ma non assoluto:

Un punto più sottile per cui avere l'orecchio assoluto é, a volte, piuttosto un disturbo che un aiuto, é che si prende l'attitudine ad analizzare troppo la musica. Mentre un pezzo di musica passa alla radio, io sento tutte le singole note e la mia mente, involontariamente, incomincia a spararne fuori i nomi a raffica. Fa mi re mi fa sol do mi la do mi.... un altro, invece, sente solo che é la mazurka di Migliavacca e magari gli viene voglia di ballare (che a me non viene).

Questo mi ricorda tanto Cardano, il quale invece si sognava di notte i numeri e le equazioni cubiche! Altro che sogni...

Ma ecco anche cosa stupisce tanto (e si invidia) di un orecchio assoluto:

Una capacità che non manca mai di stupire i non orecchio-assolutisti é quella di stabilire, irrevocabilmente, se un cantante sta cantando in tono ("ha abbassato la pira di mezzo tono" - "wow, che bravo, come si vede che hai l'orecchio assoluto").

La conclusione è, tuttavia, piuttosto amara:

Tutto sommato, l'unica reale certezza che ho dal possedere l'orecchio assoluto é che non avrò mai bisogno di comprare un frequenzimetro. Come consolazione, non é che poi sia così ampia.

Tantissimi famosi musicisti non possedevano questa dote, e si sono affermati lo stesso. L'importante, oserei dire fondamentale, per un musicista, come viene evidenziato, è possedere (ma bisogna esercitarlo!!!) l'orecchio relativo.

Nonostante tutti questi avvertimenti, la possibilità di avere un orecchio assoluto non mi dispiacerebbe per nulla. Dev'essere una sensazione totalmente diversa, ascoltare il mondo con orecchie così particolari. Come avere un altro cervello, in fondo, oppure occhi in grado di vedere piccolissimi particolari a notevole distanza... Wow...

domenica 14 ottobre 2007

Mad World, qui

4 commenti

Ricordi e sospiri......................................................................................................................................

MAD WORLD

- Gary Jules -

All around me are familiar faces
Worn out places
Worn out faces

Bright and early for their daily races
Going nowhere
Going nowhere

Their tears are filling up their glasses
No expression
No expression

Hide my head I want to drown my sorrow
No tomorrow
No tomorrow

And I find it kind of funny
I find it kind of sad
The dreams in which I’m dying
Are the best I’ve ever had
I find it hard to tell you
I find it hard to take
When people run in circles
It’s a very very
Mad world
Mad world

Children waiting for the day they feel good
Happy birthday
Happy birthday

Made to feel the way that every child should
Sit down and listen
Sit down and listen

Went to school and I was very nervous
No one knew me
No one knew me

Hello teacher tell me what’s my lesson
Look right through me
Look right through me

And I find it kind of funny
I find it kind of sad
The dreams in which I’m dying
Are the best I’ve ever had
I find it hard to tell you
I find it hard to take
When people run in circles
It’s a very very
Mad world
Mad world
enlarged in your world
Mad world







sabato 13 ottobre 2007

5... mai!

5 commenti

Sì, va bene. Rassegnazione. Il mio nuovo pane quotidiano dovrà essere scale e Cramer. Indigeribile, tra l'altro. Molle, profumato quanto vuoi, ma indigeribile. Uff...

5 ore al giorno di studio? Devo? Ahaha (risata nervosa), non la conosco questa parola.

Ahaha

ahaha

Ma non ho proprio altro da fare???

Ahaha

ah.
Già.

martedì 9 ottobre 2007

Blog di spartiti... uelàààà!

6 commenti

Ma quanto sono utili i blog???

Ho trovato questo fantastico blog dove sono stati inseriti gli spartiti e gli arrangiamenti per pianoforte di tantissime canzoni, alcune accompagnate anche dall'anteprima in formato Midi. Ed è un blog! Il che vuol dire che si aggiorna, più o meno costantemente, e gli "sheet" non fanno altro che aumentare!!!

Prodigioso! Qualcuno sa come rendersi utile alla comunità!

Spesso su internet se non si trova uno spartito, scritto nel linguaggio "universale" delle note muiscali, è meglio digitare il titolo in inglese, e "sheet", ossia spartito (e spesso serve anche "free", gratis), perché i siti americani sono di più rispetto a quelli italiani e c'è maggior probabilità di trovarne uno adatto alle nostre esigenze.

Bellissimo! Fogli e fogli stampati di spartiti! E tutti da suonare, uno per pomeriggio, sì!!!

venerdì 28 settembre 2007

Spartiti on line: Tarantella

19 commenti

Ho deciso di mettere sul blog qualche spartito di pianoforte, per renderli disponibili a chi fosse interessato. Se trovo anche il corrispondente file in mp3 o anche un video per ascoltare di cosa si tratta, lo inserisco con piacere.

Per oggi potrebbe bastare una simpatica e semplice Tarantella di Prokofieff.

Ovviamente, per visualizzare le pagine in modo più chiaro, basta fare clic sopra l'immagine.
spero non diano tanto fastidio le mie aggiunte in matita...

Titolo: Tarantella
Autore: S. Prokofieff
ascolto: cliccate qui







Onde

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Ho ripreso in mano come non mai un grandissimo mezzo dalle potenzialità esclusive, uno strumento il cui timbro e la cui capacità espressiva, così varia e informe, indefinibile per certi aspetti, sanno prendere forma dalle mani che lo suonano. Si definisce così la forma di una musica scritta con note e righe, pallini bianchi e neri, chiavi e lettere astruse. Non c'è altra possibilità per un pianoforte se non adattarsi a chi si impadronisce di lui; quante volte mi sono sentita ripetere: sei tu che comandi, lì sopra, dopodiché il resto viene da sé; ma intanto, pressa su di lui, addestralo, catturalo, rendilo tuo. Quand'ero più piccola, mi spaventava l'idea di dover dominare su quelle note legate, staccate, accennate, calcate, sfiorate, accentate, e aggiungere a questa lista il participio VOLUTE.
La ricerca di quello che voglio produrre, di quello che voglio sentirmi dire da lui mi costa fatica e sconforto a volte.
Questi ultimi giorni, scorre tutto, le note, i pensieri, arrivo alla fine del pezzo col fiatone, stanca di rincorrere questi flussi. Resta il fatto che sento me e le note, quelle che dovevo imparare a dominare, rotolare senza possibilità di interrompersi. I crescendi e i diminuendi scandiscono la rabbia o la piacevolezza delle onde pentagrammate.
Non so bene che tappa sia questa durante lo studio di uno strumento, né so perché è saltata fuori in questi termini. Cosa ha condizionato questo mio nuovo approcio con il pianoforte?

Ogni qualvolta che passo per il soggiorno, durante l'orario in cui mi è permesso dai vicini di suonare, non riesco a trattenermi dal sedermi sullo sgabello nero e dare vita e sfogo a qualche nota e accordo. E mi rendo conto di perdere anche tanto tempo, stare lì a dialogare con il nulla.


Non penso di aver mai amato tanto quel bianco e quel nero.