mercoledì 25 luglio 2007

Latte e patatine

Latte. Vi riassumo una constatazione tratta da Focus n.176 riguardo al latte e ai suoi costi nei vari Paesi d'Europa e in Italia. Ovviamente, come al solito, nessuna notizia buona per noi.
In Germania e in Austria il latte fresco costa la metà rispetto al prezzo rilevato in Italia, ossia 0,60 euro contro 1, 30 al litro.
Il valore aggiunto del latte è dato dalle spese di raccolta, dalla pastorizzazione, dal confezionamento dalle rese del prodotto invenduto e dalla pubblicità (il tutto +0,45 euro al litro). I costi di distribuzione si alzano a causa della catena del freddo e delle frequenti consegne (+ 0,25 euro) e l'Iva (+ 0,30 euro). Questo è il percorso che viene seguito generalmente da un latte costoso.
Poi vi è quello a basso costo. Vengono aboliti i costi di distribuzione (cui provvede il supermarket) e quello di imballaggio.

Un ultimo consiglio che viene dato è quello di comprare il latte anche due giorni dalla scadenza: in realtà, nei supermercati viene ritirato appunto due giorni prima perché i consumatori non lo acquistano e viene regalato all'Onlus. Si è stimato se i consumatori cambiassero abitudine, il prezzo diminuirebbe del 15/20%.


Patatine. Per i chips, il discorso si aggrava ancor di più., soprattutto per le confezioni da 30 g. Si è capaci di far lievitare il prezzo base di 60 volte...un gioco di prestigio e di bravura. Infatti, da 0,5 euro al kg, si arriva a 28 euro al kg. Ma cosa può aumentare così tanto il loro valore? C'è da considerare il tipo di frittura (olio di oliva), l'arricchimento con altri ingredienti (formaggio, mais), la confezione (capiente o meno, di marca o meno, di cartone o di plastica).


Accorgimenti simili si possono fare ormai per troppi prodotti. Anche quelli primari, come per esempio la frutta e la verdura.

2 commenti:

Meghi ha detto...

Mi sono appena accorta che anche Daniel nel suo blog ha scritto un post relativo al valore aggiunto dei prodotti... si vede che siamo stati a Taizé! Scusami Daniel, non l'ho fatto apposta.

Daniel ha detto...

Tranquilla! Anzi, il tuo post porta dei dati pratici di cui io non disponevo.
Non sono un esperto ma tu parli di un incremento di valore quando io preferirei sare il termine "prezzo". Di per sé se aumentasse il valore allora è tollerabile che anche il prezzo subisca un rialzo. Quello che è scandaloso (mi riferisco alle patatine in particolare) è che il valore nutrizionale, il gusto, l'impatto ambientale e altri parametri non motivo sufficientemente un tale aumento del prezzo. Anzi, se pensi quanti grassi superflui contengono, alla fine che farà l'imballaggio e così via, diresti che è del tutto irrazionale (come lo è per me) che il prezzo aumenti così tanto, quando il loro valore sia calato così drasticamente.