Visualizzazione post con etichetta Via di casa. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Via di casa. Mostra tutti i post

domenica 6 gennaio 2008

Budapest #1

0 commenti


Inizio col raccontare un po' del viaggetto più impegnativo di queste vacanze natalizie.

Visita a Budapest, durata: tre giorni.

Non essendo in programma se non dalla sera prima di partire con l'auto, il salto nella capitale ungherese è stato breve, ma sufficiente per saziare la mia curiosità di fronte a uno Stato che ha aperto le porte (i confini) completamente all'UE solo negli ultimi giorni di dicembre dell'anno appena finito.
Dopo nove ore di macchina, arriviamo a destinazione per le tre e mezza circa di pomeriggio. Come non notare subito il termometro: -7°; fortuna che c'era il sole!
Cerchiamo subito un hotel per la sera. Nel farlo, camminiamo per la via principale della città; mi ricorda molto Vienna, per i palazzi, per il freddo!, per le strade, per l'architettura della città in generale, anche se ricordo che due anni fa Vienna aveva avviato un'operazione di ripulizia dello sporco dai palazzi di interesse storico e artistico, mentre Budapest non ancora.

Sistematici in un hotel (fortunatamente non è stato problematico trovare stanze libere, nonostante fosse il 27 di dicembre), ci accorgiamo che il sole è già tramontato da un pezzo; decidiamo quindi di gustarci una passeggiata a Pest, sulla riva del fiume Danubio, che divide la capitale in due zone distinte: Buda, a occidente, e appunto Pest, a oriente.

Nella strada principale, riservata ai pedoni e ai negozi, c'è calma e allegria. Le botteghe che vendono specialità gastronomiche del luogo si contrappongono agli outlet e ai negozi di moda. La via è abbellita da SENSATE e CONTENUTE decorazioni luminose per le festività.
Non c'è il trambusto di persone che fanno la passeggiatina serale, eppure di gente ce n'è. Mi sembra quasi di avere le orecchie tappate, un velo che permea tutto di un modesto silenzio.

Ed è la stessa sobrietà che riscontro anche al mercatino di Natale, nel quale diverse bancarelle a forma di casettine in legno chiarissimo espongono vestiti artigianali, bevande calde, il tipico Tokaji, anche riscaldato e aromato, e l'Unicum, che sinceramente non ho apprezzato molto perché troppo amaro.

La serata si è conclusa con una cena a base di wurstel e focaccia, e uno strano piatto a base di foglia di verza riempita con salame e riso, e crema di joghurt, se non erro. Mi ha ricordato tanto alcuni cibi dell'Albania, i cosiddetti "japrak" (mmm... un giorno potrei aprire una rubrica con delle specialità culinarie qui poco conosciute...).

La continuazione di questa vacanza la rimando a un altro post! Alla prossima!

venerdì 2 novembre 2007

Montagne

9 commenti



Ieri siamo andati a fare un giro verso Ortisei, poi giù per Cortina d'Ampezzo.

Un bel giretto tra le montagne, un tragitto che lasciava stupiti solo per il paesaggio ridente, che faceva il magnifico potere di far scordare tutto.
Perché c'era un cielo pulitissimo, azzurro come non mai, uniforme e quasi artificiale.
Perché le montagne si tingevano di arancio, giallo, e tutte le sfumature che stanno fra l'arancio e il giallo, la maggior parte delle quali non ha nome.
Perché il bianco della neve era anch'esso compatto e contrastante con il calore del sole che splendeva e faceva riflettere e luccicare le rocce.
Perché le punte dei larici erano rosse, e un intero pendio di punte rosse annunciavano un indebolimento della vita delle piante, e sembravano tanti nasi rossi in preda a un raffreddore.
Perché il freddo fuori non pungeva, nonostante tutto.
Perché l'aria era tersa e silenziosa, eppure conteneva tanta vita.
Perché i pendii mi invogliavano a rotolare giù come una pigna.
Perché i tornanti mi facevano girare la testa.
Perché le valli erano metà al sole, metà all'ombra.
Perché l'acqua fresca di una sorgente ghiaccia la bocca mentre si sorseggia a piccole dosi.
Perché i giocattoli sono di legno.
Perché le case sembrano disegnate dalla fantasia di una bambina.

Perché tutto dà l'idea di purezza.

Sarebbe bene visitare uno stesso posto almeno più di una volta, dopotutto.

lunedì 24 settembre 2007

Mep of visitid cauntris

3 commenti



create your personalized map of europe
or check out our Barcelona travel guide

Mappa dei Paesi Europei visitati. Cinque di essi li ho fatti fuori solo quest'anno...

sabato 25 agosto 2007

Judisches Museum, Berlin

7 commenti

Il culmine della visita è stato lo Judisches Museum, ovvero il museo degli Ebrei. Interessante soprattutto come organizzazione, essa contiene, oltre a una vastissima raccolta di lettere, fotografie e di oggetti che raccontano, in un modo o nell'altro, la storia di ebrei deportati nei vari campi di concentramento, anche una sezione (vastissima) che narra invece la cultura ebrea, "l' odore antico del popolo che non ha terra, il dolore senza speranza dell'esodo ogni secolo rinnovato" (Se questo è un uomo, P. Levi, cap. I, "Il viaggio").

Nel museo, i colori predominanti erano il nero e il bianco. Architetture spigolose, inclinate, indefinite, assenti ma che sanno come attirare l'attenzione. Travi "incombenti" sulle scale principale, che sembrano crollare da un momento all'altro, rigidi, ma privi di ogni capacità di entrare nell'insieme cui appartengono, eppure vi appartengono. Tre le porte che davano l'ingresso a stanze inermi, sì, ma da pelle d'oca. Forse per l'irrescindibile reminiscenza che provocavano nella mia mente.






Un giardino di forme elementari, parallelepipedi di cemento dal colore nero-grigiastro, quarantanove di queste lastre, che davano l'impressione di cedere da un momento all'altro; erano tutte curiosamente inclinate verso un lato, e ci si sentiva schiacciare dal loro peso: si chiama il giardino di ETA Hoffmann.



Poi, la seconda porta conduceva a una torre altissima, sempre nera. L'unica sorgente di luce (naturale) era quella fessura fra i due spigoli della parete, ma era talmente in alto da non poter essere raggiunta, quasi nemmeno dallo sguardo... sembrava messa lì per mostrare un punto di arrivo, la libertà del "fuori", della luce del sole, ma sicuramente inafferrabile. L'unico tentativo di fuga era una scala; ma non conduceva da nessuna parte. Non c'era fuga, ancora una volta...
La Torre dell'Olocausto. Così è stata chiamata.

Infine la terza era una stanza di visi di metallo squadrato, tutte faccine di un metallo grigio, probabilmente erano di ferro, con la stessa espressione, con quei quattro buchi tondeggianti, le bocche spalancate ad urlare attraverso il tintinnìo dei passi che li calpestavano; era l'unica loro valvola di sfogo: dovevano essere pestati dai nostri piedi per parlarci, noi camminavamo sopra la loro disperazione resa in un'espressione facciale rigida, e loro così si facevano sentire. Semplicemente il Memoriale dell'Olocausto.

Nord Europa - 2a puntata

2 commenti

Non seguendo l'ordine cronologico dei fatti...

Riparto per Berlino. Una traversata in traghetto ci ha fatti approdare in una località sulla sponda opposta a quella di Malmo (ovvero Sassnitz) e da lì, in auto, siamo scesi verso la capitale tedesca. Pensando ad essa, non riuscivo a fare a meno di collegarla alla storia contemporanea, quella, ovviamente, della salita al potere del Fuhrer e tutti gli argomenti che gli girano attorno (che sono davvero molti...). E infatti con questo pensiero visito la città: è interessante camminare per le vie di una città tutta da esplorare e pensare che tempo fa, in quello, questo luogo, accadeva questo, quello... Così, il pezzo di muro di Berlino che è rimasto (ancora con le scritte dell'epoca), il Checkpoint Charlie, la porta di Brandeburgo, e tanto altro ancora, creano un effetto contrastante con i palazzi moderni e gli hotel, ma anche il recente Bundestag, ossia il Parlamento, simbolo della (nuova) trasparenza e della democrazia parlamentare tedesca.





Poi, ancora, il memoriale dell'olocausto, non altro che una successione di blocchi di marmo nere, disposti non in modo molto lineare, di diversa altezza. Una forma d'arte nera e monotona, come nera e monotona, e forse morta, era l'anima di molti deportati.
















Checkpoint Charlie Bundstag Brandeburger Tor

martedì 21 agosto 2007

Nord Europa - 1a puntata

0 commenti

Pensavo di raccontare qualcosa sul viaggio di quest'estate, di una settimana fa circa. Un tour (un po' alla svelta, tanto per farmi un'idea su che Stato scegliere per il mio futuro trasferimento dall'Italia dopo l'Università... scherzo, ovviamente) che comprendeva tutti gli Stati dell'Europa centro-settentrionale, vale a dire (in ordine) Lussemburgo, Belgio, Olanda, Danimarca, Svezia, poi giù per la Germania fino ad arrivare nuovamente in Italia.

Ecco perché parlavo di viaggio "concentrato" in questo post...


Senza stare ad elencare tutti i Paesi e le capitali visitate con rispettive piazze e Duomi, credo sia doveroso dedicare due o tre parole al progresso di queste Nazioni in molti settori (i più importanti e quelli più promettenti per il futuro, visto l'andazzo di quello che sta accadendo nel mondo in questi ultimi anni parlando di economia e risorse ambientali), rispetto all'Italia.

Innanzitutto, avendo percorso tutto l'itinerario in auto, ho avuto l'occasione di ammirare splendidi paesaggi di campagna e collina, e anche un po' di foresta, soprattutto in Germania. Tantissime tonalità di colori stupendi, naturali, che rivestivano i campi; dall'ocra al bruno, al marrone scuro, al giallo intenso. Il più bello era il biondo del grano. Poi, quel profumo di pini, quelll'aria umidiccia che impastava la terra all'ombra sotto gli alberi... (in pratica, fango); quelle distese di verde, con tante mucche al pascolo... ogni tanto mi venivano in mente le immagini degli allevamenti qui nella Pianura Padana: stalle con tre mucche adulte in 9 mq di cella, e poi tutti quei macchinari, quei mangimi! Non c'è confronto, è inutile dirlo.
Io, personalmente, non credevo ci fossero tanti spazi aperti e altrettanti lasciati per il pascolo nell'Europa centrale.
Non c'era un'industria che non si trovasse nell'imminente periferia di una grande città.







Poi, un sacco di centrali eoliche. Leggo che la Germania è la seconda produttrice mondiale di energia eolica, dopo gli Stati Uniti. Le turbine eoliche non sono nemmeno sgradevoli alla vista, e mi danno un'idea di pulito e di risparmio (forse perché sono bianchi e non emettono fumi o quant'altro); si inseriscono bene nel paesaggio incontaminato dall'uomo. Ho notato anche che molti di questi generatori sono stati colorati alla base di verde, con sfumature sempre più verso il bianco man mano che ci si allontanava dal suolo.



Qui un post interessante sull'energia eolica in Italia (from Daniel).

giovedì 16 agosto 2007

La bacheca è riaperta.

2 commenti

Con grande piacere dichiaro che la bacheca è riaperta.
Spero di dedicare al blog i giusti tempi in modo da aggiornarlo almeno quotidianamente. Sarà sempre più difficile, visti gli impegni che mi si stanno aprendo man mano (anzi, aperti già da un bel po' di tempo, ma pienamente visibili ai miei occhi solo ora), non appena rientrata da un affascinante tour dell'Europa centro-settentrionale durato quasi due settimane.
Non appena troverò il tempo, scriverò qualcosa su questo viaggio: impressioni, paesaggi, persone, edifici... tantissime esperienze delle grandi città come Amsterdam, Copenaghen, Berlino, Bruxelles, Amburgo... Spero di fare in tempo a caricare alcune foto.
Ho notato con piacere che i membri della compagnia degli States si tengono in forma nell'appuntare, appena possibile, le loro vicende sul blog. Forse per ora mi limiterò a leggere i post di Chiara, Giulio e Daniel.

domenica 12 agosto 2007

(parentesi di viaggio)

0 commenti

Ciao a tutti e saluti dalla Svezia!
Ebbene sí, sono in un momento di pausa da questo viaggio molto "concentrato". Sono in un hotel a Malmö, vicino a Copenaghen.
Ora devo scappare davvero, sono al computer dell' hotel nella hall.

Spero di riuscire a raccontare tutto perbene al ritorno... Ciao!

domenica 5 agosto 2007

Avviso:

0 commenti




lunedì 23 luglio 2007

Taizé - il ritorno

4 commenti

Ieri notte siamo giunti a Desenzano, lasciandoci alle spalle quel piccolo mondo a parte che è Taizé. Un mondo davvero a parte, per il suo isolamento geografico e per il suo modo di vivere che discosta molto dal nostro. Ancora non saprei ben definire cosa ha prodotto quella settimana di parentesi, ma so che qualcosa c'è, di sicuro. Spero non rimanga nell'inconscio per sempre, ma che possa scoprire man mano.
Sembra che tutto sfumi via, quelle riflessioni con gli altri, quel confronto con ragazzi e adulti che sta lì nell'aria, da solo, retto soltanto dalla presenza di migliaia di persone di ogni parte del mondo. Sfugge tutto in questo momento, anche l'odore del cibo, anche la puzza di bagnato e di pioggia, la pazienza nelle file per prendere i pasti. Le risate, le canzoni. L'atmosfera della preghiera, le voci di tutta quella moltitudine che si apprestava a cantare, il sonno e la stanchezza che ti coglieva d'improvviso la sera e che si spegneva parzialmente in una mezza dormita su materassini. Tutto così lontano. E poi ancora, i campi, i più belli quelli di girasoli. La solitudine nella folla. Le chitarre che strimpellavano freneticamente. Il silenzio. Forse è il silenzio che più attendevo nel corso della giornata. Tre momenti al giorno di silenzio assoluto, prodotto dalla tensione di innumerevoli persone in una chiesa: tutto questo sforzo per pensare, pensare e poi pensare, adorare e credere.
Lasciarsi scappare ogni tanto un sorriso agli stranieri che parlano fra di loro nella loro lingua, e che tu apprezzi proprio per questo. Ah!
E dopo aver provato a gustare tutto ciò, ad assaporarlo per bene, si deve lasciare ogni legame. Rimane l'elaborazione di ogni singola esperienza. Per questo l'ho definita una parentesi, anche se per ora è stata soltanto aperta...

sabato 14 luglio 2007

E poi...Taizé

1 commenti


Domani si parte per Taizé! Su consiglio di alcuni che ci sono stati gli anni precedenti, ho voluto azzardarmi a provare quest'esperienza. Spero risponderà alle mie aspettative, anzi, credo che il clima di Taizé andrà ben oltre le mie aspettative, da quanto mi è stato detto. Al ritorno, inserirò dei post relativi a riflessioni che verranno fuori nella prossima intensa settimana. Saluto tutti, ma proprio tutti! Vi sto ricordando uno per uno...
E nel caso sentissi quest'esperienza come unica, aspettatevi un po' di pubblicità da parte mia!

P.S. Saluto una persona in particolare, persona che si è meritata questo congedo che dedico solo a lei. Sperando di rivederla al più presto.