martedì 13 maggio 2008

Sguardi

Che densi che sanno essere i giochi di sguardi.
Un vero e proprio concentrato di reciproche attenzioni e di scambi di occhiate. Ovviamente, considero quei giochi a due, perché a tre già si disperde un po' più l'intimità e la dedizione.

Un gioco di sguardi, come tutti i giochi che si rispettino, ha le sue regole e il suo scopo. E' assolutamente vietato parlare. Le parole sono sempre così vane nei momenti più intensi...
Anche ridere spesso distrae, può essere soltanto una risata liberatoria, conclusiva, isterica però.
E' altresì assolutamente vietato scappare allo sguardo dell'altro nel momento che si incrocia col nostro, ma è necessario vivere ogni istante di quello scontro aereo, occhio nell'occhio, per scoprirne tutti gli effetti.
E' utile disporre di una bella memoria visiva, per ritornare su alcune combinazioni particolari così createsi.
E qui, ognuno gestisce la propria interiorità e la propria esteriorità, che in questo gioco trovano reciproco ascolto sempre e solo negli occhi.

Gli obiettivi di chi dà il via a un gioco così assurdo possono essere tanti. Intimorire, mostrare interesse, divertirsi, perché no, anche per noia.

Io sento dei fili. Una stretta di mano. Calda. Forte. Poche parole per favore, quelle mi ronzano nelle orecchie e basta. Io sento dei fili. Che queste ragnatele le abbiamo intrecciate insieme con occhiate furtive?

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