martedì 27 maggio 2008

Shhhhhhh

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Certa gente non sopporta il silenzio. Io, invece, lo adoro.

Come esistono le pause in musica, bene, esistono momenti di silenzio anche nel bel mezzo di una discussione verbale tra chicchessìa (che bella parola da dire). Esiste anche il silenzio teso tra due amici che fremono dalla voglia (o solo dal bisogno) di sparare a raffica tutti i pensieri che frullano nella loro testa, ma che, non si capisce per quale strana forza, si ritrovano a bocca chiusa entrambi.


Perché si dovrebbe collegare il momento di silenzio a imbarazzo?

Io non mi sono mai imbarazzata del silenzio che si crea qualche volta dopo un po' che parlo tranquillamente con qualcuno. Perché riempire spazi di apparente "vuoto" con parole superflue? Se un momento esige il silenzio, concediamoglielo! Accordato!


Non capisco perché ci si ritrovi spesso nel bisogno di costringere una conversazione. Una volta ho fatto notare a una mia amica come la spaventino, nel vero senso della parola, quei pochi momenti in cui ci ritroviamo entrambe inumanamente (tono ironico) senza parole: le sembra che non siamo più "sintonizzate" e che la nostra capacità di ascolto reciproco penda unicamente da scambi di battute. Fragile come cosa, io trovo.


Nelle poesie del Pascoli, il silenzio è segnalato dai puntini di sospensione... Un silenzio che prelude chissà cosa di nuovo e misterioso, che forse solo l'immaginazione ci permetterà di intravedere. Al posto di quei tre puntini, tutto e niente. Che bello.


Anche il silenzio implica, come il dialogo, un ascolto.

Sì, è un altro livello di percezione, sicuramente, ma è anch'esso da gestire, e non è semplice. Porgigli l'orecchio ogni tanto: avrà tanto da raccontarti. Dagli il giusto respiro. E vivilo, come ogni altra cosa. Perché è un non essere che è.


domenica 25 maggio 2008

Riepilogo settimana

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Questa settimana è stata particolarmente ricca e impegnativa.

Fino a mercoledì i pomeriggi (e le mattine...) occupate dalle prove per lo spettacolo di teatro, che finalmente si è tenuto mercoledì sera alle nove e mezza, seguita da un ritrovo notturno tra noi della compagnia e un po' di "esterni" (ex liceali bagattiani) al Marienplatz, dove abbiamo riso, bevuto e mangiato.
Le Fenicie. Un anno di preparazione che mi sfugge ora, ripensandoci. Non capisco come siamo arrivati alla fine di questo lungo percorso in così poco tempo, in così tanta fatica, in così tanta collaborazione, soprattutto noi del coro! Ne abbiamo anche perse due per strada ora che ci ripenso.
I commenti alla rappresentazione della tragedia di Euripide? Mooooooooooooolto positivi. E' piaciuto, ha colpito. Della mia classe c'erano soltanto due ragazze, uno è rimasto fuori. In ogni caso, sono rimaste sbalordite da come sono stati interpetati i personaggi: le madri, i fratelli, il padre, il coro...

Poi, c'è stato il saggio della scuola di musica. Io ho suonato due pezzi, un allegro e un'invenzione a tre voci di Bach, e poi, per la prima volta nel mio umile vissuto, anche un pezzo a quattro mani, che per paradosso è stato quello meglio riuscito.

Infine, le verifiche e interrogazioni in questi ultimi giorni si sono particolarmente addensati nel calendario scolastico. Ancora due settimane... e per quest'estate ci sono tanti progetti e lavori da fare!
Ho voglia di fare, fare e fare...

sabato 17 maggio 2008

Travolgi

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Devo ancora cercare la colonna sonora della mia storia. Tante musiche si avvicinano, nessuna l'ha ancora centrata.

Sarà scorrevole e veloce, travolgente, tortuosa. Sarà un turbinìo e una tempesta. Sarà schiva e infiammante. Brucia, si consumerà subito.

Spegnete le fiamme, per favore.


giovedì 15 maggio 2008

Non avanzare

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Io, aspetto.

mercoledì 14 maggio 2008

Specifichiamo

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Mi fa sorridere che in questo sito abbiano pubblicato i nomi di quelli che hanno alloggiato nell'hotel Star di Cesenatico in occasione delle Olimpiadi di Matematica, e i nomi miei e di mio fratello sono seguiti da una specificazione riguardo al nostro sesso (maschio-femmina)...

Vabbeh...

P.p. (= post postem): prometto che pubblicherò al più presto qualcosa su come abbiamo speso le giornate a Cesenatico dall'8 all'11...

Postis, postis è il latino equivalente all'inglese "post".

E mi addormento

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Voglio passare una vita in continuo movimento. Non voglio cadere nella banalità di chi non ha nulla da fare o di chi compie sempre le stesse azioni.
Avverto il bisogno di muovermi, uscire, passeggiare... vorrei essere un lenzuolo o una tovaglia da scuotere e da sbandierare al vento.

Voglio voglio voglio... vorrei vorrei vorrei. Quante pretese.

Voglio guardarti, perché solo in te so riconoscermi e specchiarmi; solo guardando te mi avvicino ai miei difetti e li ingrandisco come mai sono riuscita a ingrandirli precedentemente.

Voglio essere libera di dire tutto. Voglio essere pazza per quei pochi attimi ogni giorno.
Voglio cantare alla vita, voglio dedicarmi interamente ad essa. Non alla mia vita, ma alla vita, in generale, alla vita vista come insieme di attimi, che prima sono solo distribuiti in ordine temporale; poi, chissà, un giorno, scoprirò che sono connessi tra di loro da qualcosa di più grande e misterioso, scritto in codice, un codice da decifrare solo con il tempo e nel tempo.

Voglio potermi dominare e comandare.
Controllare. Criticare.

Voglio una strada diritta, ma lunghissima, per tenere d'occhio in ogni momento il mio punto d'arrivo. E' importante avere sempre un obiettivo in mente, qualsiasi sia la strada che stiamo percorrendo.
Ma quando l'obiettivo diventa uno specchio... beh... spero di non perdermi nella mia immagine... ma soltanto nella sua. Fammi da specchio.

martedì 13 maggio 2008

Sguardi

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Che densi che sanno essere i giochi di sguardi.
Un vero e proprio concentrato di reciproche attenzioni e di scambi di occhiate. Ovviamente, considero quei giochi a due, perché a tre già si disperde un po' più l'intimità e la dedizione.

Un gioco di sguardi, come tutti i giochi che si rispettino, ha le sue regole e il suo scopo. E' assolutamente vietato parlare. Le parole sono sempre così vane nei momenti più intensi...
Anche ridere spesso distrae, può essere soltanto una risata liberatoria, conclusiva, isterica però.
E' altresì assolutamente vietato scappare allo sguardo dell'altro nel momento che si incrocia col nostro, ma è necessario vivere ogni istante di quello scontro aereo, occhio nell'occhio, per scoprirne tutti gli effetti.
E' utile disporre di una bella memoria visiva, per ritornare su alcune combinazioni particolari così createsi.
E qui, ognuno gestisce la propria interiorità e la propria esteriorità, che in questo gioco trovano reciproco ascolto sempre e solo negli occhi.

Gli obiettivi di chi dà il via a un gioco così assurdo possono essere tanti. Intimorire, mostrare interesse, divertirsi, perché no, anche per noia.

Io sento dei fili. Una stretta di mano. Calda. Forte. Poche parole per favore, quelle mi ronzano nelle orecchie e basta. Io sento dei fili. Che queste ragnatele le abbiamo intrecciate insieme con occhiate furtive?

sabato 3 maggio 2008

Shutdown Day

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TORONTO (Reuters) - Il 3 maggio spegnete tutti i dispositivi elettronici per 24 ore e godetevi un po' d'aria fresca all'aperto. E' l'invito degli organizzatori del secondo Shutdown Day globale annuale, secondo i quali usare computer, televisori e gadget elettronici ha un impatto negativo sulla società. "Le persone non riescono a socializzare a diventano sempre più introverse", ha detto in un'intervista Ashutosh Rajekar, cofondatore di Shutdown Day che ha sede a Montreal. L'anno scorso il gruppo ha ricevuto 50.000 messaggi da tutto il mondo sul suo sito web http://www.shutdownday.org/, da persone che si erano impegnate a non usare dispositivi elettronici per un giorno. Quest'anno, fino a questo momento, sono quasi 12.000 le persone che si sono impegnate a spegnere tutti gli apparecchi per 24 ore. In occasione dello Shutdown Day, il gruppo progetta di ripulire parchi e piantare alberi nella zona di Montreal, e spera che vengano organizzate iniziative del genere in tutto il mondo.

fonte:
http://www.mytech.it/mytech/news/articolo?ix=A006013070932