Noto con dispiacere che manca una netta separazione tra "cose serie" e "cose non serie". Qual è la parola che esprime da sola l'esatto opposto di serio? Frivolo? Leggero?
Non lo so, devo ancora scoprirlo, scoprirlo per il caso di cui sto parlando ora.
Capita di sentir parlare a sproposito di un argomento particolarmente caro, fragile, che muove le corde della sensibilità con un semplice sfiorare, una passata di mano veloce veloce... in grado di far cadere tutto, e suscitare forti contrasti. Il dramma è che chi è stato capace di penetrare in queste corde nascoste e di toccarle non se ne accorge nemmeno, non capisce che ha tra le dita tutto un nostro mondo, tutto un nostro equilibrio.
Adoro la parola equilibrio. Esprime tutto, la natura, l'uomo vivente... è un po' come il raggiungimento della media: con una moneta, più tentativi si hanno a dsiposizione, più probabilità si ha di avvinicarsi alla media matematica; le prime prove daranno una faccia per il 30%, l'altra per il 70%; dopo altri ancora, si nota come le due facce tendano a bilanciarsi l'una con l'altra, tendendo a un 50 e 50. Così più l'uomo vive, non di anni, si intende, ma vive di altro (...), più vede avvicinarsi a quell'equilibrio perfetto che è evidentemente irraggiungibile.
Il formarsi di equilibri implica lavoro e costanza. Tutto ciò che costa fatica per forza produrrà un risultato. Lo attendo.
Ecco, mi sono persa. Per fortuna che sono scritte queste serie di riflessioni, altrimenti perderei il doppio del tempo per risalire all'idea di origine. Non sopporto la frammentarietà dei pensieri, così come i libri divisi in troppi paragrafi. Solo la matematica se lo può permettere, o comunque tutte le materie scientifiche. Persa di nuovo... riafferro la corda principale, prima o poi.
Ero arrivata al dramma, quindi il grosso già l'ho buttato fuori, e beh?, sollevata?
Certo, sollevata.
Sollevata... ma dove?
No, io voglio fare un'altra distinzione. Il dramma era che chi trova la strada per penetrare nei più riposti sentimenti, che forse avevamo pure scordato, non realizza subito il suo ruolo che automaticamente assegniamo a questa persona nell'influenza di noi. Già ha il distintivo, quello là... ma, sciocco, non lo capisce. Meglio, io non glielo farò capire, di sicuro.
Qui c'è l'ulteriore ramificazione: sensibile e insensibile. I sensibili sono quelli che di gran lunga ci rimangono impressi, a questo punto. Solo loro hanno la capicità di saper fare, trattare con noi, e con le corde stuzzicate.
Possono diventare anche fin troppo pericolosi.
Vorrei saper parlare di tutto ciò come si scrive e si risolve un'equazione, come si dimostra un teorema. Al mondo, ci sono troppe cose inconciliabili, eppure così affini. c.v.d
giovedì 11 ottobre 2007
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1 commenti:
L'equilibrio è un'illusione temo.
In certi momenti (e con momenti intendo anche tempi molto lunghi) lo si percepisce in modo tangibile,e si è felici. Poi, inevitabilmente, a un certo punto tale equilibro si rompe in modo brusco. E si scopre che serve qualcos'altro, o qualcun'altro.
Da soli è possibile? A quel punto si parla di equilibrio che trascende tutto. Ma è realmente equilibrio o assenza di squilibrio?
E senza squilibrio, ci si muove nonostante manchi una leva?
In ogni caso è facile stare male.
E gli altri non se ne rendono conto se causano tale sofferenza.
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