Per scrivere i post per il vostro blog in maniera più elaborata e assimilabile a un documento Word, provate a scaricare gratuitamente questo programma di Windows: Live Writer. C'è la possibilità di inserire mappe, video, immagini, tabelle e tag, modificare il formato e organizzare la pagina in modo molto più veloce e diretto rispetto al classico Blogger, e pubblicare i post direttamente dal programma.
Supporta queste piattaforme di web logging:
Live Spaces
Blogger
Live Journal
TypePad
WordPress
Google Blogger
Per scaricarlo
Cliccate qui.
Ricordate di mettere l'indirizzo del blog per il quale userete il software!
Per saperne di più, questo è il link alla pagina di Wikipedia.
lunedì 24 dicembre 2007
Windows Live Writer
domenica 23 dicembre 2007
Bidplaza
Voi ci credete???
Date un'occhiata a questo sito bizzarro. Si tratta di una vendita all'asta al contrario. Al posto di offrire il più possibile per comprarsi un oggetto, si offre il meno possibile. Tutto va contro la logica del guadagno, ma...
L'affare che più mi ha sconcertato è stato quello della casa venduta allo svedese Bjorn a 578 euro. Fosse la casa dell'Ikea, con tutti i pezzi di prefabbricato...
Scorrete un po' di messaggi, avvisi, pubblicità di oggetti venduti e prezzo, e cercate di scoprire che logica sta alla base. Se proprio non avete capito, andate qui.
http://www.bidplaza.it/
Inserito da Meghi alle 22:08
Etichette: Curiosità, Siti Internet
Un passo indietro ogni tanto
Quanto è divertente sconvolgere completamente ogni barriera, per quei pochi attimi che bastano? E sconvolgere la propria personalità nella consapevolezza di farlo, e nel limite dettatoci dal senso di autocontrollo?
E guardare poi le reazioni degli altri?
Tanto divertente! Al punto che gli altri non ti riconoscono più a pelle, ma per il confronto tra il te di ieri e quello dei momenti di rottura di ogni schema. Alcuni lo chiamano "delirio", altri "sballo"... Il gusto sta nel provare a toccare sfere nuove, a scandagliare la propria personalità ed andare ad afferrare quella che fa più fatica ad emergere nella quotidianità di un mercoledì mattina scolastico; porre sotto un mirino aspetti trasandati di noi stessi, che pure ci caratterizzano e in qualche forma si sfogano, anche se in dimensioni minime e apparentemente insignificanti.
La difficoltà sta anche nel trovare i mezzi per raggiungere questo punto di pura perdita del buonsenso quotidiano, ed è qui che si inciampa per la maggior parte delle volte.
Qualcuno la usa addirittura come arma, quella di cambiare completamente aspetto e personalità in certe occasioni, a contatto con certa gente, solo in certi ambienti. E direi proprio che c'è chi ne fa una vera e propria arte: l'arte del mascheramento.
Che poi, tra mascheramento e finzione la differenza è quasi minima.
Attenzione all'autocontrollo; è ingrediente necessario per un buon mix di risate e di prese in giro e di "delirio".
Inserito da Meghi alle 19:41
Etichette: Feste, Io, La mia età
lunedì 17 dicembre 2007
Quando i blogger si uniscono
Oggi Valerio, mi ha segnalato un’ inziativa che potrebbe essere interessante:E’ partita l’ idea di creare una grande community di blogger pronta a consigliarsi e a far partire iniziative di gruppo. L’obiettivo è di creare una chat per blogger di ogni tipo in cui ci si può scambiare aiuti per: la grafica, i post, i servizi di pubblicità, i widget, i tools e tutto quello che riguarda la blogosfera.Un post Gemello è stato già creato su Un Post Al Web.CHIUNQUE VOLESSE PARTECIPARE. AGGIUNGA NEI CONTATTI MSN:
marco_bellomo@hotmail.com
quelcherestadelblog@hotmail.com
Inserito da Meghi alle 21:28
Etichette: Altri blog, Blog, Imprese
venerdì 14 dicembre 2007
Perché no?
Santa Lucia.
Una storia come tante.
Questa volta la scusa che non è arrivata è semplice: lo sciopero dei camion. Vero???
Ogni anno è sempre più difficile trovarne una nuova, e giusta.
martedì 11 dicembre 2007
L'inesattezza dei numeri
Ieri non so per quale motivo mi sono arrivate per posta ben 8 catene di Sant'Antonio, tutte da compagni di classe (si vede che non c'era molto da fare per stamattina).
Iniziando ad aprirle una ad una, le eliminavo come spam. Solo una mi ha attirato l'attenzione, l'ultima: innanzitutto lo stile di scrittura era normale (nel senso che era nera e con caratteri omogenei, già questo è un traguardo).
Copio-incollo:
1. New York City ha 11 lettere 2. Afghanistan ha 11 lettere 3.Ramsin Yuseb (il terrorista ke aveva progettato di distruggere le Torri Gemelle nel 1993) ha 11 lettere 4. George W Bush ha 11 lettere Questa potrebbe sl essere una coincidenza ma diventa più interessante mano a mano ke la leggete 1. New York è l' 11° stato 2. Il volo 11 aveva 92 passeggeri ( 9 + 2 = 11) 3. Il volo n° 77 che si scontrò con le Torri Gemelle, aveva 65 passeggeri (6 + 5 =11) 4. La tragedia avvenne l'undici settembre, anhe conosciuto come 9/11 ( 9 +1 + 1=11) 5. Come magari sapeteil numero di emergenza degli USA è 911 ( 9 + 1 + 1=11) Ancora solo una coincidenza? Continuate a leggere! 1. Il numero totale delle vitteme degli aerei che si contrarono=254 ( 2 + 5 + 4 = 11) 2. L'undici settembre è il 254° giorno dell'anno ( 2 + 5 + 4= 11) 3. La tragedia di Madrid: 3.11.2004 ( 3 + 1 + 1 + 2 + 0 + 0 + 4 =11) 4. La tragedia di Madrid era 911 giorni dp la tragedia delle Torri Gemelle pensi ancora ke sia una coincidenza?? Prova questo e poi dimmi cs ne pensi: Questa è La più strana di Tutte Apri Microsoft Word, 1. Scrivi in maiuscolo Q33 NY. Quello è il numero del primo aereo ke piombò nelle Torri Gemelle 2. Seleziona 3. Cambia la dimensione a 48 4.Cambia la scrittura a WINGDINGS (WINDINGS 1) >>>>>>>>>>>>>>>>>Fa PAURA O COSA????!!!!!!!!!???????? Qst è davvero strano...... Re invia questa e mail a tt i tuoi contatti in 11 minuti...... se n lo fai i tuoi amici nn avranno l'opportunità di essere un pò perplessi!!!! come lo sei rimasto Tu!!!
L'ultima richiesta era particolare.
Escono, per chi non ha voglia di farlo, cinque figure, una di seguito all'altra: un aereo, direzionato verso destra; due pagine scritte; un teschio nero (come il simbolo delle bandiere dei pirati); una Stella di Davide.
Tutti questi 11....
Come fa certa gente a passare ore della sua esistenza alla ricerca di queste coincidenze???
In questa pagina trovate conferma, e ampliamenti, riguardo lo "strano caso".
L'ultima frase chiude un po' il discorso sui numeri e sulle elucubrazioni che ne possono derivare:
Sono solo coincidenze? Ma anche questa leggenda è infarcita di errori: per es. il prefisso dell'Iran è 98, e tante altre inesattezze sui voli e le persone a bordo, a partire dal numero dei passeggeri. Meglio dar retta ad Umberto Eco: i numeri possono dire tutto e il contrario di tutto, meglio limitarsi ad usarli per contare, non per elucubrare...
Spinta involontaria
Meno male che ci sono gli stimoli a farmi andare avanti in alcuni periodi. E non l'abitudine quotidiana.
E meno male che gli stimoli provengono da fuori, altrimenti sarei già ferma da troppo tempo.
Inserito da Meghi alle 18:31
Etichette: Flash personali
mercoledì 5 dicembre 2007
This is not a revolution, this is an evolution
E qualunque cosa significativa per noi è degna di essere ricordata.
Lo fisso per sempre in questo blog.
______________________________________________________________________
Da oggi posso ufficialmente dichiarare, a tutti quelli che mi incontreranno per strada, a tutti i miei compagni, a tutti i miei familiari, senza ombra di dubbio
che
le mie mani sulla tastiera non necessitano più della supervisione della vista per scrivere al computer. Sono due cose distinte, mai più si incroceranno, e mai più si concilieranno.
E questo lo posso dire perché è il primo post che ho scritto interamente senza guardare i tasti e le dita.
Questa sì che si chiama evoluzione.
Pro-memoria
E questo è un piccolo pro-memoria per ricordarmi di non posticipare a domani il post di oggi; nemmeno il blog fa eccezione.
Non è un po' un controsenso?
Inserito da Meghi alle 17:40
Etichette: Flash personali, Io
lunedì 3 dicembre 2007
Blog a tre colonne
Ho deciso, nonostante la mia noncuranza (ma soprattutto ignoranza) riguardo ai termini specifici dell'uso di questa scrittura chiamata HTML, di scrivere un post per quelli che cercano di individuare la terza colonna, ovvero la seconda sidebar, in un blog su blogspot.
Questo perché ho notato che a scrivere "blogspot tre colonne" sul motore di ricerca Google sono la seconda immeritatamente, dato che tempo fa avevo scritto semplicemente un post nel quale esprimevo tutta la mia contentezza e soddisfazione di aver raggiunto simile risultato. E non posso deludere così tante persone con uno schifoso post passato (Stelli compresa).
Allora iniziamo...
.............................
Mmmmmmmmmmmmmm..............
(Premetto che tutto il seguito di questo post trae spunto dal mio layout predefinito, che si chiama Thisaway. Altri modelli potrebbero non corrispondere esattamente con quanto trattatonon tutti i layout sono così facili da modificare).
Consiglio: Prima di iniziare a lavorare, vi consiglio di salvare una copia del vostro attuale HTML in modo che, in caso di pasticci, non vada perso almeno il lavoro precedente.
- Effettuato l'accesso nel vostro blog, cliccate su Modello → Modifica HTML. Non c'è bisogno di spuntare l'opzione "Espandi i modelli widget".
- Innanzitutto per aggiungere la terza colonna è necessario predisporre in termini di misure la pagina, in modo che possa contenere un'ulteriore sidebar; in pratica, aumentare la larghezza dell'outer-wrapper. Trovate questa sezione nella prima parte dell'html, quella con i titoletti preceduti da #. Così, sotto #outer-wrapper, c'è il valore width, che dovete aumentare minimo di 250 px (quindi circa 1000px). Riportate lo stesso valore anche sotto il #content-wrapper, sempre accanto al valore width. (Il mio per esempio è di 1100 px.)
- E ora viene la parte fondamentale.Troverete, un po' più sotto, la sezione #sidebar-wrapper, o soltanto #sidebar. Selezionate tutto ciò che riguarda questa sezione, titoletto compreso, e copiatelo. Fatto ciò, posizionate il cursore del mouse sotto la parentesi graffa che chiude i valori della sidebar, cliccate e incollate la parte prima copiata.
- Rinominate la nuova parte che avete creato grazie al praticissimo copia-incolla: non si chiamerà più soltanto #sidebar-wrapper, bensì #newsidebar-wrapper. Modificato il nome? Bene, questo ci permetterà di far distinguere all'HTML del blog le due colonne, senza che si confonda.
- Ora cercate sotto questa newsidebar-wrapper il valore float. Se c'è scritto left, cancellate e modificatelo con right. Viceversa, se c'è scritto right, cancellate e sostituitelo con left.
- Questa parte è un po' delicata.
Andate nella seconda parte dell'HTML, quella con tutti gli elementi che iniziano per "div id=" e cercate questo:
Sotto di questo, copiate e incollate questa parte qui sotto:
Ora provate a visualizzare l'anteprima del vostro blog. Dovrebbe funzionare. Se vi soddisfa, salvate le modifiche, altrimenti scrivetemi un commento per segnalarmi il problema.
Il risultato invece nella parte "Elementi pagina" deve essere qualcosa di simile a questo:
Ricordate un'ultima cosa!
Nel caso in cui le misure vedete che vi sballano un po' le posizioni della parte centrale con i post e delle due colonne, tenete presente sempre che la somma tra i width (di cui abbiamo parlato al punto 2) delle sidebar-wrapper, newsidebar-wrapper e main-wrapper (o semplicemente main) deve essere inferiore di almeno 20 px al width del content-wrapper (quello che abbiamo aumentato all'inizio).
Fatemi presente consigli, suggerimenti, problemi che avete riscontrato nella modifica....
Sonata K330
Una sonata semplice, brillante, capace di raccogliere e concentrare quell'energia che si ha appena seduti al pianoforte.
Tranquilla, quasi monotona nella sua allegria.
Mi piace, perché occupa bene almeno 7 minuti di assoluta pace e di cullante riposo.
Vabbeh che il tipo sembra un po' tantino schizzato...
Sonata K330 in do maggiore, ovviamente il tutto by Mozart.
Inserito da Meghi alle 18:30
Etichette: Io, Musica, Pianoforte, Video
domenica 2 dicembre 2007
Human calendar
Le teste di tutti sono rivolte verso la persona che tiene in mano il giorno in cui siamo. Oggi, due dicembre 2007.
Canta e cammina
canta anche tu, ma cammina;
cantando consolati della fatica,
ma non amare la pigrizia;
canta e cammina!
Se progredisci, cammini,
ma devi progredire nel bene,
nella retta fede, nella buona condotta!
Canta e cammina.
Sant'Agostino, discorso 256.3
Non l'ho messo a caso.
venerdì 30 novembre 2007
Ci sono
e comunque non ho ancora capito bene di come sia successo...
mercoledì 28 novembre 2007
Ricordo, rammento
Quel "-cordare" poteva trarre un po' in inganno, dato che si possa pensare che cor, cordis (latino, cuore) non abbia nulla a che fare con la mente.
Perciò si è data l'interpretazione: ricordare significa rievocare gli stessi sentimenti (la cui sede è comunemente il cuore appunto) che abbiamo avuto durante il momento che si tiene in memoria.
In realtà, leggo da www.etimo.it, che gli antichi consideravano il cuore stesso il centro della memoria, e non la mente.
Anche il francese usa "par coeur" (attraverso il cuore) per indicare "a memoria", così come l'inglese ("by heart").
Quindi rammentare (re-ad-mentem) è già più aggiornato come termine. Come etimologia.
Comandi Alt+n per vari caratteri
☺ | alt+1 |
☻ | alt+2 |
♥ | alt+3 |
♦ | alt+4 |
♣ | alt+5 |
♠ | alt+6 |
• | alt+7 |
◘ | alt+8 |
○ | alt+9 |
◙ | alt+10 |
♂ | alt+11 |
♀ | alt+12 |
♪ | alt+13 |
♫ | alt+14 |
☼ | alt+15 |
► | alt+16 |
◄ | alt+17 |
↕ | alt+18 |
¶ | alt+20 |
§ | alt+21 |
▬ | alt+22 |
↨ | alt+23 |
↑ | alt+24 |
↓ | alt+25 |
→ | alt+26 |
← | alt+27 |
↔ | alt+29 |
▲ | alt+30 |
▼ | alt+31 |
` | alt+96 |
{ | alt+123 |
} | alt+125 |
~ | alt+126 |
⌂ | alt+127 |
Ç | alt+128 |
ü | alt+129 |
â | alt+131 |
ä | alt+132 |
å | alt+134 |
ê | alt+136 |
ë | alt+137 |
ï | alt+139 |
î | alt+140 |
Ä | alt+142 |
Å | alt+143 |
É | alt+144 |
æ | alt+145 |
Æ | alt+146 |
ö | alt+147 |
ô | alt+148 |
û | alt+150 |
ÿ | alt+152 |
Ö | alt+153 |
Ü | alt+154 |
ø | alt+155 |
Ø | alt+157 |
ñ | alt+164 |
Ñ | alt+165 |
ª | alt+166 |
º | alt+167 |
¿ | alt+168 |
® | alt+169 |
½ | alt+171 |
¼ | alt+172 |
¡ | alt+173 |
« | alt+174 |
» | alt+175 |
░ | alt+176 |
▒ | alt+177 |
▓ | alt+178 |
Á | alt+181 |
 | alt+182 |
À | alt+183 |
© | alt+184 |
¢ | alt+189 |
¥ | alt+190 |
─ | alt+191 |
ã | alt+198 |
à | alt+199 |
¤ | alt+207 |
ð | alt+208 |
Ð | alt+209 |
Ê | alt+210 |
Ë | alt+211 |
È | alt+212 |
ı | alt+213 |
Í | alt+214 |
Î | alt+215 |
Ï | alt+216 |
█ | alt+219 |
▄ | alt+220 |
¦ | alt+221 |
Ì | alt+222 |
▀ | alt+223 |
Ó | alt+224 |
ß | alt+225 |
Ô | alt+226 |
Ò | alt+227 |
õ | alt+228 |
Õ | alt+229 |
µ | alt+230 |
þ | alt+231 |
ä | alt+232 |
Ú | alt+233 |
Û | alt+234 |
Ù | alt+235 |
ý | alt+236 |
Ý | alt+237 |
¯ | alt+238 |
´ | alt+239 |
± | alt+240 |
¾ | alt+243 |
¶ | alt+244 |
÷ | alt+246 |
¸ | alt+247 |
¨ | alt+249 |
· | alt+250 |
¹ | alt+251 |
³ | alt+252 |
² | alt+253 |
■ | alt+254 |
lunedì 26 novembre 2007
Mi sentivo in dovere di farlo
Forse è necessaria una spiegazione a questa foto così strana. Bene, premetto che eravamo al campo scuola a Pieve di Bono alla fine della terza media, quindi trattasi di un anno e mezzo fa, e che è stata scattata estremamente di fretta, perché faceva parte, questo gioco, di una gara a squadre di velocità.
Il gioco consisteva nel far passare uno spago, la cui estremità era legata a un cucchiaino, dentro i pantaloni e tirarlo fuori dalla maglietta, legandoci tutti uno dopo l'altro, e scivolare giù per lo scivolo. La foto doveva testimoniare che eravamo riusciti nell'impresa.
Mi ha fatto sorridere particolarmente la didascalia in alto a sinistra:
Questione security
Inserito da Meghi alle 23:23
sabato 24 novembre 2007
Assemblea (22-11-2007) #1
Ore inizio, 8:30.
Tra tutti i gruppi proposti, direi tutti interessanti e coinvolgenti, erano i film ad attirare più persone: aule anche con una sessantina di persone circa. Questo dipende sicuramente dal fatto che i gruppi non erano poi tantissimi, e considerato che in linea di massima la scuola era praticamente piena come in una consueta giornata di lezione, non si potevano contenere tutti in quelle poche aule disponibili. E infatti sono stati tanti, soprattutto "i frequentanti la classe prima liceo" (perifrasi per non usare "primini"), quelli che hanno occupato classi vuote per autogestirsi un paio di orette di studio o di calcio con palline di carta o partite di briscola o quant'altro.
Tutto mi è sembrato svolgersi nella regolarità.
Nei corridoi il giusto trambusto, nelle aule la giusta serietà, anche se quest'ultima non è mai sufficiente... La security tranquilla. Pochi accalcamenti.
Ben riuscita, credo.
Credo perché non sono stata molto per i corridoi, se non a ricreazione. E non ho nemmeno sentito suonare le band giù al piano terra, perché nella seconda parte dell'assemblea Giulio mi ha intrattenuta in un gruppo inventato al momento, dove si stava discutendo riguardo alcune problematiche scolastiche.
Un punto debole si è rivelato soprattutto con i primini, ma non solo, che, in preda alla noia, si rifugiavano in quelle aule per fare altro.
Qui credo sia un problema di mancanza di interesse e di informazione verso l'assemblea.
Ho presente il caso della classe di mio fratello, dove non sapevano nemmeno cosa fosse un'assemblea, perché i rappresentanti di calsse non hanno riferito nulla di quello che è stato discusso al Comitato Studentesco. Forse anche per mancanza di chiarezza durante i dibattiti di quella riunione...
Un po' disorientati, ecco. E si prende esempio da quelli più grandi di solito.
Inserito da Meghi alle 14:34
Etichette: Assemblea d'Istituto, Bagatta, Scuola
Appello a Tommaso
Cosa hai da dire a tua difesa a questo punto? Muahahahahaha!!!
Questo si è rivelato l'unico modo per dimostrare che in realtà non sono stata io nel c-box. Odio essere costretta a fare post così insulsi!
P.S. Hai fatto sì, Tommaso, che inventassi addirittura una nuova etichetta: Cretinate... Bravo!
mercoledì 21 novembre 2007
La parafrasi non fa bene
Oggi abbiamo affrontato l'Infinito di Leopardi, che già conoscevo a memoria dalle medie. Lasciando perdere la cambiatissima impressione che mi ha fatto nel rileggerla oggi rispetto a due anni fa circa (e anche la cambiatissima intonazione che le ho dato... brrr, non mi riconoscevo), con la tirocinio, si è cercato di spaziare un po' tra le parole della poesia (che poi perché certi individui cercano sempre di dare una migliore impressione in situazioni con gente che si vede per poco tempo, che mai più si riincontererà, che con quelli con cui hai a che fare quotidianamente...)
A fine lezione, ci è stato assegnato come compito quello di scrivere la parafrasi.
Dopo essermi stato rimproverato che non sono in grado di apprezzare tanta bellezza in pochi versi, perché ho avuto un momento di mancanza di autocontrollo di fronte a una battuta di un compagno, ci viene imposta una parafrasi.
Io personalmente le vedo come gli scritti più riduttivi che ci possano essere. Sciolgono la poesia completamente, la scardinano, la rendono neutra, la abbassano, le fanno toccare la regolarità, la normalità, sia delle parole, che della costruzione delle frasi.
La scombinano.
Le arruffano i capelli, prima rifinemente raccolti, e li ripettinano normali.. normali!!! (Questo aggettivo è scandaloso per una poesia come lo è la parola "finito" per Hilbert).
Struccano il suo volto.
E poi, se c'è un comportamento che non sopporto da parte di qualsiasi adulto che si ritenga possedere anni e anni di esperienza più di uno studente, è quello di entrare nella sua coscienza in modo drammatico. Dirgli: "ma che ne sai tu delle bellezze della vita, dei dolori, tu che stai tutto il giorno con l'i-pod alle orecchie? Hai mai sofferto davvero? Non credo proprio, sai! Dovresti inchinarti davanti a una poesia come questa, sei superficiale, siete superficial; ma pensate che la vita sia solo la canzoncina? Vi sbagliate."
Ma come si osa invadere uno spazio umano e sempre vivo, e così (ahimé) delicato, com'è la nostra cosceinza, la nostra anima? Come intromettersi in quegli spazi così riservati, che basta davvero poco per venire spiazzati completamente, perché suscita ricordi in bilico, non ancora assimilati.
Chi non sa di noi, è meglio che non parli di noi.
Inserito da Meghi alle 21:13
Etichette: Giornate, Io, La mia età, Scuola
domenica 18 novembre 2007
Su e giù
I piccoli a diventare grandi, i vecchi a tornare infantili.
Chi finge ad essere più autentico, chi è mascherato a mostrarsi per quello che è.
La ricerca di una ponderazione da parte degli estremi.
giovedì 15 novembre 2007
Link, che rozzo andamento
Tutti, in un momento di blogging frenetico, capiscono, prima o poi, l'utilità di quest'abitudine ormai difusissima tra blogger per il pagerank.
Ormai lo scrivono dappertutto.
"Serve linkarsi a vicenda! Per aumentare le visite ai nostri blog e per far crescere il nostro pagerank, e quindi prestigio e posizione nei motori di ricerca del nostro blog!"
(Addirittura io avevo trovato un sito per misurare in termini di denaro il valore del mio blog).
E quindi, si risponde con entusiasmo alla proposta, link qua e link là...
MA...
MA tutti, in un momento di blogging frenetico, capiscono, prima o poi, che l'illusione che da quel sito potessero arrivare tanti visitatori nuovi diventa irrealtà.
Infatti, dai blog che linkiamo riceviamo relativamente poche visite rispetto alle visite dirette o quelle via motore di ricerca. E se riceviamo tante tante visite da un blog, è perché il blogger-proprietario è particolarmente fedele al nostro blog.
MA io sono partita col parlare di blog che non si conoscono. Esistono blogger che in qualunque blog capitino, aggiungono il loro commento standard, fisso per tutti: "Vieni a visitare il mio blog! Scambiamoci i link! Se ti va, ovviamente (perché una nota di gentilezza ci deve essere sempre...). Ciao! Fammi sapere (e magari ci mettono anche questo ;))"
Nel primo periodo di solito si linkano tutti quelli che ti propongono. E, se proprio proprio, si va anche alla ricerca di blog da linkare.
Dopo aver riempito la propria colonnina del blogroll di un proficuo numero di link, si tende a stabilizzarsi e moderare la frenesia e la linkomania. Perché?
Beh, primo perché si capisce che dopotutto non si ricevono così tante visite da questi nuovi link sulla nostra sidebar, soprattutto se hanno, a loro volta, un elevatissimo numero di link (per cui il nostro non è che una goccia nell'immensità del blogroll).
Secondo, uno può diventare geloso e tenere i link più stretti e interessanti per lui.
Terzo, si arriva, chi prima, chi dopo, a capire che il blog linkato non ha nulla a che fare con la tipologia del nostro blog, che non ci sono punti di contatto, e quindi, motivi di scambio di commenti da aprte dell'uno o dell'altro.
Quarto, appunto, non si ricevono commenti.
Quinto, meno importante, la sidebar diventa troppo lunga, e soprattutto per quelli che hanno una colonna, e non due (muahahaha) diventa troppo sbilanciato.
Le risposte, a questo punto, da: "Accetto volentieri lo scambio di link (e magari il solito ;))! a presto!!!" diventano: "Scusa, ma hai visto che i nostri blog non hanno niente a che fare l'uno con l'altro?"; oppure: "Smettetela con queste formule fisse di scambio-link... non è che magari quello che hai scritto nel mio commento l'hai sparso tra i commenti di altri 20 blog???" (beh, ovvio...)
E' come se ci sentissimo "uno dei tanti" che capitano magari cliccando su "blog successivo", e questo fa venire rabbia e senso di perdita di quell'individualità che ci caratterizza come blogger; in fondo, per quanto rigorosi e oggettivi potremmo apparire, è quella nostra individualità a voler essere linkata, non i nostri visitatori assidui che potrebbero trasferirsi su un nostro link ricambiato.
Questo è quello che ho notato... MAAAAA non ho parlato di me!
Quella è un'altra storia.
mercoledì 14 novembre 2007
Blockquote!!!
Per esempio nella sidebar a sinistra dove ci sono le tre frasi di Oscar Wilde ci sono due virgolette blu sullo sfondo, ma non vanno bene. Ho già trovato a tal proposito questo blog che ne parla, ma non mi funziona, anche perché credo di non aver capito perfettamente tutte le istruzioni. Qualcuno saprebbe spiegarmi meglio per favore?
lunedì 12 novembre 2007
Vedo e penso
Avete presente la sensazione che viene quando ogni nuova scoperta che fate, in qualsiasi, ma proprio qualsiasi ambito, poi sembra essere soffocata?
Quando avete ricevuto un'ispirazione da un qualcosa di indefinito, che vi anima da cima a piedi, vi mette in agitazione, non smette di rodere nella testolina, ma poi vi guardate attorno e nessuno sembra esultare come voi, e abbassate la cresta?
Avevo notato che in un alloggio troppo piccolo anche i pensieri si striminzivano.
L'ho letto da qualche parte (un libro, accipicchia, non mi ricordo mai le fonti...).
Come se l'ambiente che ci circonda influisca in qualche modo nella nostra fantasia e capacità di spaziare.
Come se i pensieri dovessero, una volta prodotti, uscire e incanalarsi nei dintorni reali in cui viviamo.
Come se non fosse mai sufficiente ciò che ci sta intorno per amplificare la nostra idea.
Come se non ci fosse nulla di paragonabile, in termini di misure a portata d'uomo, alla grandezza di un'idea brillante.
E dove trovare il secondo termine di paragone?
Inserito da Meghi alle 23:10
Etichette: Impressioni, Intorno
Come?
E' come lamentarsi di un caffè, evidentemente mal riuscito, il cui sapore non si distingue da quello di un té, tanto è schifoso. Tanto, se non capisci di cosa si tratta, perché preoccuparsi? Sia il caffé che il té sono buoni. E quindi bevilo senza tante storie.
E' inutile.
Le ambiguità stanno dappertutto, ma non accetto quando so di non avere il corrispettivo che attendevo; eppure sarei stata soddisfatta di entrambe le facce, ugualmente.
Lasciamo scorrere...
Inserito da Meghi alle 22:47
Etichette: Flash personali, Io
... ma è troppo tardi
Beppe vengo da te!!!
Inserito da Meghi alle 22:28
Etichette: Io, Scuola, Siti Internet
giovedì 8 novembre 2007
Problemi di convivenza civile, fra quattro mura scolastiche
C'è uno strano rapporto, uffa.
Non si respira aria tranquilla, scolastica. Soprattutto per undici ore alla settimana, c'è tensione, voglia di sfogarsi in qualunque momento, inizia a mancare l'autocontrollo.
Poi c'è stata quella discussione al gruppo adolescenti sulla meritocrazia e sul ruolo dell'insegnante. Discussione, chiaramente, che ha fatto scattare una voglia di cambiare completamente sistema e reazioni verso di loro. Si può provare, no, a fare quello che ci viene chiesto, anche se quasi in condizione di impossibilità di rispettarlo? Almeno mostrarsi interessati a voler davvero condurre il programma in modo soddisfacente fino alla fine dell'anno, mostrarsi intenzionati a collaborare, sì, ciao!
Fin'ora si è usata l'arma dell'aggressione; e non ha funzionato, anzi... si potrebbe cambiare, ora, no?
Tanto per vedere che effetti ci saranno. E magari, confrontando l'uno e l'altro, tentare di raggiungere un equilibrio, e quindi non cadere né da un estremo, né dall'altro.
E' un po' lo stesso principio che ha spinto i Rappresentanti d'Istituto oggi a proporre di togliere per una volta la security: "tanto per vedere cosa succede, se qualcosa si muove. Altrimenti, è sempre lo schifo di sempre".
lunedì 5 novembre 2007
Scuola, che novità!
Punto n.
1) A dire del mio Maestro, avrò occasione di confrontarmi con ragazzi della mia età o più grandi, nelle stesse condizioni (ovverosia nel tortuoso cammino per il superamento di un esame del Conservatorio), e quindi scambiare opinioni e farci coraggio e animo l'un l'altro.
2) Sempre a dire del mio Maestro, avrò anche occasione di farmi sentire da altri Maestri e ragazzi, "farmi notare", "farmi ascoltare", e poi si vedrà cos'altro.
3) L'ambiente è nel senso vero della parola musicale, e non domestico, chiuso tra quattro mura familiari, ma ci sarà tanta timidezza e frattanto entusiasmo nel scoprire e imparare ad annusare bene quell'ambiente.
4) Si chiama scuola di musica, ma io spero di vederla come una cerchia di ragazzi, dove sono LORO ad insegnarmi come intendo io.
5) Tra le altre, avrò l'opportunità di suonare musica da camera, in accompagnamento con flauto o violino, o chissà, anche voce. Questa mi è del tutto nuova, e credo che le prime volte la sfilza delle figuracce che farò sarà bella lunga (non è brutta l'idea di Tommaso di fare un'etichetta apposta!)...
6) Infine, un saggio di fine anno with a lot of people! Uaooooo!
Dette e rilette così, sembrano essere di buon auspicio e promettenti.
Si sente tanto che sono stata troppo solitaria fino ad ora?
Ah, tra l'altro rodo d'invidia per qualcuno che fa canto corale al Conservatorio...
sabato 3 novembre 2007
Isterica
Non si nominano mai le persone cui si vuole davvero bene, soprattutto se qualcun'altro potrebbe leggere. Ciao mamma, ciao papà, ciao fratello.
Il bello è il nuovo
Però. Non capitano quelle giornate in cui ti accorgi di aver raggiunto il tuo più grande desiderio che covavi da piccolino, cui sei arrivato senza nemmeno tanta fatica dopotutto? Quel desiderio irraggiungibile, che invece si stava avvicinando a te senza nemmeno che tu fossi in grado di notarlo?
Certo che capitano.
E poi ci sono quelle giornate in cui conosci qualcuno, che sai che ti cambierà la vita prima o poi. Lo senti che c'è qualcosa che lega, che sai che si evolverà nel corso del tempo, e chissà dove andrà a finire.
Beh, queste invece entusiasmano. Conoscere qualcuno è sempre un motivo di entusiasmo; è come riiniziare da capo una storia, e ogni volta finisce in modo diverso. Forse proviene dal bisogno di chiudere con un tappo un'improvvisa colata calda di lava che brucia, perché fresca fresca, appena uscita. Potrebbe anche essere una cura per sconfiggere, di tanto in tanto, la tediosità di gente che vedi scorrere sotto il naso ogni giorno; gente che guardi e ti chiedi se hai mai avuto davvero a che fare con loro, o se le sei soltanto passato accanto, sfiorato col braccio, magari qualcuno anche salutato.
Perché è così bello conoscere? Cerco novità dappertutto, persone e fatti che condiscano il mio agire in compagnia in modo sempre diverso. Lasciarsi prendere la mano, e, magari, perché no, giocare con loro, sperimentare.
Il tutto nella più assoluta serenità ed entusiasmo. Entusiasmante.
Inserito da Meghi alle 18:19
Etichette: Flash personali, Io
venerdì 2 novembre 2007
Montagne
Un bel giretto tra le montagne, un tragitto che lasciava stupiti solo per il paesaggio ridente, che faceva il magnifico potere di far scordare tutto.
Perché c'era un cielo pulitissimo, azzurro come non mai, uniforme e quasi artificiale.
Perché le montagne si tingevano di arancio, giallo, e tutte le sfumature che stanno fra l'arancio e il giallo, la maggior parte delle quali non ha nome.
Perché il bianco della neve era anch'esso compatto e contrastante con il calore del sole che splendeva e faceva riflettere e luccicare le rocce.
Perché le punte dei larici erano rosse, e un intero pendio di punte rosse annunciavano un indebolimento della vita delle piante, e sembravano tanti nasi rossi in preda a un raffreddore.
Perché il freddo fuori non pungeva, nonostante tutto.
Perché l'aria era tersa e silenziosa, eppure conteneva tanta vita.
Perché i pendii mi invogliavano a rotolare giù come una pigna.
Perché i tornanti mi facevano girare la testa.
Perché le valli erano metà al sole, metà all'ombra.
Perché l'acqua fresca di una sorgente ghiaccia la bocca mentre si sorseggia a piccole dosi.
Perché i giocattoli sono di legno.
Perché le case sembrano disegnate dalla fantasia di una bambina.
Perché tutto dà l'idea di purezza.
Sarebbe bene visitare uno stesso posto almeno più di una volta, dopotutto.
Inserito da Meghi alle 13:16
Etichette: Impressioni, Intorno, Via di casa
mercoledì 31 ottobre 2007
C'è un po' di freddo
Ma io mi chiedo perché. Non è mai abbastanza chiedersi e poi non rispondere, ma davvero vorrei sapere cosa governa le leggi della giovinezza di tante ragazze e ragazzi.
Io non lo so, non so rispondere, eppure sono lì, vicino a me, li vedo ogni giorno, parlo con loro ogni giorno.
Sarà forse una "moda". Ormai ci si rifugia dietro a questa parola come se niente fosse. Ma sì, è una moda, prendiamola con leggerezza e senza preoccupazioni inutili e superflue.
Davvero non sentono che qualcosa eppure manca, in generale? Odio il vuoto, mi fa paura.
Devo diventare capace a non stupirmi più di fatti così scontati.
E poi, io continuo ad aver freddo... brrrrr!!!
Inserito da Meghi alle 23:31
Etichette: Intorno, La mia età
martedì 30 ottobre 2007
Richiamo
Non credete che sia un mezzo di comunicazione fortissimo, di grande impatto? E chi la può fermare?
Chi osa arrestare una frase gridata o sussurata a un altro?
Chi crede di avere il diritto di poterlo fare?
Essa ha permesso di introdurre l'uomo nel cammino dell'evoluzione culturale, sociale e intellettuale, ha permesso di elaborare pensieri sempre più complessi, tanto che è diventata sinonimo di "opinione", "idea", "progetto". E' una bella invenzione, già.
Amo la voce, amo le vibrazioni che provoca, l'eco che ne deriva, l'insicurezza che ostende, la forza che la fa muovere. Perché esistono voci così soavi che sono più efficaci di qualsiasi berceuse, perché ne esistono altre che fanno trasparire una potenza enorme anche se le parole dette sono soltanto accennate, sottovoce, piano piano...
Ce ne sono alcune così basse che fanno vibrare anche la sedia sul quale è seduto chi la possiede: le onde si diffondono ovunque e ti toccano.
E poi il canto! La mescolanza e l'omogeneità delle voci, che si rincorrono, che giocano. Una apre la strada all'altra, una introduce l'altra, una evidenzia l'altra; le voci sì che sono cortesi.
C'è quella più modesta, che si nasconde, e quella più spiccata e viva che emerge e trascina tutti: si inizia così ad ondeggiare con la voce e con la melodia.
La disegno: un uovo, bello tondo, pieno, compatto.
Uno stecco, rigido e secco.
Un'onda, impetuosa e trasgressiva.
Una lama, tagliente e acuta.
Sabbia, sottile e poco omogenea.
Panna (montata), morbida e schiumosa, leggera e voluminosa...
Panta rei, tutto scorre. Ma ciò che conta è scovare il perché e la forza che mette in moto tutto. E' una piacevole scoperta, ma prima si osserva. Non sai cosa devi scoprire, tu continua ad osservare e basta.
Amo lo strumento chiamato voce.
Inserito da Meghi alle 14:17
Etichette: Impressioni, Io, Qualche Concetto
domenica 28 ottobre 2007
Giornata to remember
Forse ora registrerò fatti che interessano solo a me, e per la memoria del mio blog-diario, ma non importa assolutamente nulla, vero?
Ieri è stata una giornata intensissima, tanto che sono arrivata alla fine di essa al limite delle forze.
Ora che ci penso, l'intensità non era di sicuro fisica, ma solo di concentrazione e di nervi.
Ma procedendo con ordine... Arrivati alla scuola media di S. Felice (e che scuola...), dopo un po' di tempo necessario per sistemare le valigie e il palco, abbiamo provato per due ore abbondanti.
Un po' di ruggine ce l'avevamo tutti, si è notato; un po' di stanchezza, pure. Qualcuno ha anche dato qualche segno d'impazienza, ma prima dell'inizio dello spettacolo tanta tanta tanta tensione. Personalmente, mi sono stupita di me stessa: dopo 8 repliche, non avrei mai pensato di riprendere in vita l'agitazione che mi ha alimentata nella prima.
Io avrei voluto filmare questo spettacolo, e far girare la pellicola delle 1-ora-e-mezza-moltiplicato-per-nove-che-è-il-numero-di-repliche, e godermela tutta di fila. Probabilmente le prime due o tre saranno tutte molto simili, qualcosa forse incomincia a cambiare dalla quarta, quinta... un po' di indifferenza ormai nella sesta e successivi... chissà che andamenti si delineano nell'osservarli bene!
Ci sono state dei particolari stimoli ieri che mi hanno animata in modo particolare. E nel bel pieno di questo evolversi continuo, il nostro Fausto ci ha parlato di motivazione.
Dovrei forse rendere conto a tutti quelli cui ieri non ho risposto del motivo per cui non l'ho fatto?
No, certo che no. E' incredibile come ci si possa trasformare da un attimo a un altro, per cause intestine a noi.
Non si chiama essere lunatici.
E forse parlare ed agire nel momento in cui qualcosa si muove dentro, automaticamente traspare ed è pronto lì per essere accolto da chi ti ascolta o ti vede.
Come mi piace parlare di cambiamenti!
Ritornando a ieri sera, una grande sopresa è stata appunto l'incontro con Cassa. Non mi era mai capitato di attuare il processo inverso rispetto a quello che capita, per essempio, con quelli della blogosfera desenzanese: dal contatto della vita reale, e da un ricordo visivo, gestuale di un blogger, intravedere e cercare una conferma di questo contatto nelle parole scritte e nei commenti; qui invece, dai commenti e ai post scritti, ha preso forma questa personalità, che ieri si è concretizzata con un incontro vivo. Uao!!! Queste piccole cose mi entusiasmano, mi girano la giornata da così a cosà!
Poi Stefy è venuto a vederci, così come Micaela e Anna.
Poi abbiamo mangiato la pizza tutti insieme (grazie ai profe!).
Poi mi sono quasi addormentata in macchina di Daniel al ritorno.
E poi le luci si sono spente. E dopo la scena di Hilbert, non è un sollievo da poco.
Inserito da Meghi alle 15:59
Etichette: Imprese, Impressioni, Matematica, Teatro
giovedì 25 ottobre 2007
Un orecchio assoluto
In effetti, un limite vero e proprio non esiste.
Definizione. Teoricamente, secondo quanto scritto anche su Wikipedia, con esso si intende la capacità di identificare le note di un brano musicale.
I quattro vantaggi principali di uno orecchio assoluto sono quattro:
- identificare le note in un brano musicale ed associarle al loro nome, senza bisogno di trovarne la corrispondenza su uno strumento;
- riconoscere gli accordi di un brano;
- identificare la tonalità di un brano;
- discernere la correttezza dell'accordatura di uno strumento.
Esistono tanti racconti, dai toni quasi leggendari, legati a ragazzi musicisti, bambini addirittura, che hanno questa grande dote, ma in realtà sono pochissimi quelli che veramente ce l'hanno.
Ho trovato un'interessante testimonianza di un uomo che narra il suo rapporto con questo singolare aspetto delle sue capacità.
Di fronte alla mia grande invidia per questa dote, vengo subito rincuorata da questa frase:
Per quello che mi riguarda non mi ha aiutato più di tanto nello studio e del lavoro, e altri tipi di predisposizione sono decisamente più utili.
Ecco però due grossi svantaggi, legati a discorsi un po' più tecnici, ossia la frequenza delle varie note che in alcune musiche subisono dei cambiamenti:
L'orecchio assoluto, a volte, é uno svantaggio. Capita, per esempio, che nella musica barocca si utilizzi, per motivi storici, una intonazione di base più bassa di quella adesso in uso; per intendersi, la nota di riferimento la3 intonata a 415 Hz anziché 440 Hz (come é l'uso moderno, in Italia addirittura prescritto da una legge).
Un altro svantaggio dell'orecchio assoluto capita quando bisogna trasportare un brano di tonalità.
Questa invece è un'annotazione riguardo ai suoi abituali ascolti; ha buttato sull'ironico tanti rimpianti di avere un orecchio anche solo relativo, ma non assoluto:
Un punto più sottile per cui avere l'orecchio assoluto é, a volte, piuttosto un disturbo che un aiuto, é che si prende l'attitudine ad analizzare troppo la musica. Mentre un pezzo di musica passa alla radio, io sento tutte le singole note e la mia mente, involontariamente, incomincia a spararne fuori i nomi a raffica. Fa mi re mi fa sol do mi la do mi.... un altro, invece, sente solo che é la mazurka di Migliavacca e magari gli viene voglia di ballare (che a me non viene).
Questo mi ricorda tanto Cardano, il quale invece si sognava di notte i numeri e le equazioni cubiche! Altro che sogni...
Ma ecco anche cosa stupisce tanto (e si invidia) di un orecchio assoluto:
Una capacità che non manca mai di stupire i non orecchio-assolutisti é quella di stabilire, irrevocabilmente, se un cantante sta cantando in tono ("ha abbassato la pira di mezzo tono" - "wow, che bravo, come si vede che hai l'orecchio assoluto").
La conclusione è, tuttavia, piuttosto amara:
Tutto sommato, l'unica reale certezza che ho dal possedere l'orecchio assoluto é che non avrò mai bisogno di comprare un frequenzimetro. Come consolazione, non é che poi sia così ampia.
Tantissimi famosi musicisti non possedevano questa dote, e si sono affermati lo stesso. L'importante, oserei dire fondamentale, per un musicista, come viene evidenziato, è possedere (ma bisogna esercitarlo!!!) l'orecchio relativo.
Nonostante tutti questi avvertimenti, la possibilità di avere un orecchio assoluto non mi dispiacerebbe per nulla. Dev'essere una sensazione totalmente diversa, ascoltare il mondo con orecchie così particolari. Come avere un altro cervello, in fondo, oppure occhi in grado di vedere piccolissimi particolari a notevole distanza... Wow...
mercoledì 24 ottobre 2007
Miniclip
http://www.miniclip.com/games/it/
(Però alcune sono davvero carine!)
Inserito da Meghi alle 18:15
Etichette: Giochini, Siti Internet
Piccola stima
Sapete quali?
1) Pettegolezzi.
2) Problemi.
3) Politica.
(AAAAAAAAH! Sono le tre P!!!)
Ma direi che il più sostanzioso è di gran lunga la componente dei problemi, quelli personali, beninteso.
Qual è il punto di riferimento di ogni persona, il luogo in cui dovrebbe esporsi di più, la cerchia che la fa parlare più apertamente di qualunque altra? La famiglia, certo.
E per quale motivo? Perché parliamo dei nostri problemi, includiamo pure dubbi, perplessità, desideri ostacolati.
C'è qualcosa di veramente banale che lega due grandissimi amici: pettegolezzi, problemi, politica.
Lo ammetto, non sono tra loro. E non per la banalità, ma per la grandissima amicizia.
Inserito da Meghi alle 17:32
Etichette: Flash personali, Intorno, Io
martedì 23 ottobre 2007
Linguette
No?
Le etichette proprio qui sopra, o meglio, sotto il titolo.
Mi scuserete la demenzialità dei prossimi post, ma mi servono per completare le linguette e sistemare il tutto.
E nutriamolo!
Ho salvato bozze su bozze, le ho tenute lì salvate da una settimana in giù, ma non ho mai pubblicato niente.
Boh.
Un blog lentamente muore quando non si aggiorna, l'ho verificato questa settimana.
Sembra quasi che l'abbia tenuto senza nutrimento, povero, sta morendo di fame. Ha bisogno di mangiare.
Non so ancora se cambiargli le scatolette di cibo: usare una marca diversa o semplicemente prodotto nuovo?
mercoledì 17 ottobre 2007
Scambio link
Qui c'è l'elenco di tutti i blog che seguo.
www.bajrak.blogspot.com
Il blog del comune di Minturno
Civitaweb
Il blog di Alessio
My Personal Paradise
CoseDalMioMondo
Isola di Parole
Il Segnalatore
Link x te
Alieno per caso
[about:blank]
Una community tira l'altra...
Broooom
Un post al Web
Il confine tra il reale e l'assurdo
Inserito da Meghi alle 18:16
Etichette: Altri blog
lunedì 15 ottobre 2007
Aneddoto scolastico
Teacher: (rivolgendosi all'alunno x) Do the next sentence, please.
Alunno X: Non ho fatto i compiti! (interrompendo i 37 minuti di solo inglese portati avanti a fatica dalla profe)
Teacher: Why not? (faccia un po' irritata)
Alunno X: (recuperando l'inglese che aveva perso per un attimo) Because change happens.
Beh, il seguito è solo da immaginare...
Inserito da Meghi alle 14:45
Etichette: Humour, La mia età, Scuola
domenica 14 ottobre 2007
Mad World, qui
MAD WORLD
- Gary Jules -
All around me are familiar faces
Worn out places
Worn out faces
Bright and early for their daily races
Going nowhere
Going nowhere
Their tears are filling up their glasses
No expression
No expression
Hide my head I want to drown my sorrow
No tomorrow
No tomorrow
And I find it kind of funny
I find it kind of sad
The dreams in which I’m dying
Are the best I’ve ever had
I find it hard to tell you
I find it hard to take
When people run in circles
It’s a very very
Mad world
Mad world
Children waiting for the day they feel good
Happy birthday
Happy birthday
Made to feel the way that every child should
Sit down and listen
Sit down and listen
Went to school and I was very nervous
No one knew me
No one knew me
Hello teacher tell me what’s my lesson
Look right through me
Look right through me
And I find it kind of funny
I find it kind of sad
The dreams in which I’m dying
Are the best I’ve ever had
I find it hard to tell you
I find it hard to take
When people run in circles
It’s a very very
Mad world
Mad world
enlarged in your world
Mad world
sabato 13 ottobre 2007
5... mai!
5 ore al giorno di studio? Devo? Ahaha (risata nervosa), non la conosco questa parola.
Ahaha
ahaha
Ma non ho proprio altro da fare???
Ahaha
ah.
Già.
Inserito da Meghi alle 18:43
Etichette: Io, Musica, Pianoforte
venerdì 12 ottobre 2007
Sciopero - parte 2
(Evidentemente l'ho sistemata perché era scritta indecentemente.)
Solita catena da Messenger... Basta!!!
Non è possibile che uno studente dica di no alla scuola, dica di no ai propri doveri, che prevedono anche il raggiungimento almeno della sufficienza in tutte le materie.
Uno studente che si rifiuta di studiare! Soprattutto in una scuola com'è (meglio, dovrebbe essere) il liceo! Bah... Sempre più perplessa.
Ah, poi volevo ricordare... sciopero vuol dire manifestare ciò per cui si è in disaccordo, non starsene a casa e godersi un giorno di meritatissimo riposo dalle lezioni.
In ricordo di quel 12 ottobre
Da sola proprio ora no!
Si può essere più sfortunati di così?
Al mio maestro di pianoforte è stata ritirata la patente. Ergo, non può venire a darmi lezione. Implicazione → non ho una guida per un mese abbondante, e tutta la volontà di ricominciare quest'anno con serietà ed applicazione, in vista di un altro esame, sta già andando irrecuperabilmente in alto mare dopo due settimane; e chi la riafferra più?
Un mese?
Già ho "sprecato" (beh, dai, sprecato non proprio, ma così sembra.. mi riferisco ai due mesi di vacanza passati a toccare il pianoforte soltanto per darmi il la per il solfeggio cantato... nulla più) tanto tempo per quell'esame che si è svolto più di un mese fa. Faccio un paio di lezioni... e ora? Altro inconveniente. I tempi si dilatano parecchio, non mi piace.
Il lavoro di quest'anno di pianoforte non può definirsi ancora cominciato, quindi.
Più di tanto da sola non posso studiare, perché devo inziare autori completamente nuovi. Il metodo di studio cambia, un po'; insomma, quest'anno doveva essere un anno che segnava un grande apssaggio di stile e di lavoro nell'ambito del pianoforte, e ne ero estremamente entusiasta.
Uff, mi arrendo proprio. Non ci voleva, questa.
Ritirato la patente... In teoria sono tre i mesi di attesa. In qualche modo si arrangerà, spero...
Inserito da Meghi alle 15:20
Etichette: Imprese, Io, Pianoforte
Il Giornalino ha inizio
Logicamente, niente anteprima!
Sì, le aspettative al riguardo erano quelle. Eravamo in circa 19, se non ricordo male, e abbiamo semplicemente discusso per il prossimo numero, che dovrebbe uscire a breve.
Ci siamo divisi i compiti, parlato, e non mancano quelli che sanno animare le discussioni perbene... E qualche difficoltà per qualcuno ad apprendere il mio nome, che crea molta confusione... hihi
Ci sarebbero tanti commenti da fare in nome degli argomenti che abbiamo trattato... preferisco aspettare la prossima distribuzione del giornalino, anche per gli eventuali commenti.
Il blog dedicato al nostro giornalino è questo:
Inserito da Meghi alle 14:13
Etichette: Bagatta, Giornalino
giovedì 11 ottobre 2007
Cambiamenti
Un aspetto dello stile mi lascia perplessa: in poschissimi post ho parlato in prima persona. Anche quando, era evidente, mi rifacevo a sensazioni che solo io potevo attribuirmi in certi attimi, facevo ricorso spesso al pronome "noi" e tutti aggettivi collegati ad esso. Oppure, impersonalmente "si".
Qualcuno mi ha fatto notare queste piccolezze. E' da quelle che si arriva al concetto generale.
Sono cambiata.
Tutto qua.
E che? Vi sembra poco?
No, per nulla... A me no.
Vado a dormire, ora, e tutto mi balena in testa.
In questo post ho usato l'"io".
Crogiolo
Non lo so, devo ancora scoprirlo, scoprirlo per il caso di cui sto parlando ora.
Capita di sentir parlare a sproposito di un argomento particolarmente caro, fragile, che muove le corde della sensibilità con un semplice sfiorare, una passata di mano veloce veloce... in grado di far cadere tutto, e suscitare forti contrasti. Il dramma è che chi è stato capace di penetrare in queste corde nascoste e di toccarle non se ne accorge nemmeno, non capisce che ha tra le dita tutto un nostro mondo, tutto un nostro equilibrio.
Adoro la parola equilibrio. Esprime tutto, la natura, l'uomo vivente... è un po' come il raggiungimento della media: con una moneta, più tentativi si hanno a dsiposizione, più probabilità si ha di avvinicarsi alla media matematica; le prime prove daranno una faccia per il 30%, l'altra per il 70%; dopo altri ancora, si nota come le due facce tendano a bilanciarsi l'una con l'altra, tendendo a un 50 e 50. Così più l'uomo vive, non di anni, si intende, ma vive di altro (...), più vede avvicinarsi a quell'equilibrio perfetto che è evidentemente irraggiungibile.
Il formarsi di equilibri implica lavoro e costanza. Tutto ciò che costa fatica per forza produrrà un risultato. Lo attendo.
Ecco, mi sono persa. Per fortuna che sono scritte queste serie di riflessioni, altrimenti perderei il doppio del tempo per risalire all'idea di origine. Non sopporto la frammentarietà dei pensieri, così come i libri divisi in troppi paragrafi. Solo la matematica se lo può permettere, o comunque tutte le materie scientifiche. Persa di nuovo... riafferro la corda principale, prima o poi.
Ero arrivata al dramma, quindi il grosso già l'ho buttato fuori, e beh?, sollevata?
Certo, sollevata.
Sollevata... ma dove?
No, io voglio fare un'altra distinzione. Il dramma era che chi trova la strada per penetrare nei più riposti sentimenti, che forse avevamo pure scordato, non realizza subito il suo ruolo che automaticamente assegniamo a questa persona nell'influenza di noi. Già ha il distintivo, quello là... ma, sciocco, non lo capisce. Meglio, io non glielo farò capire, di sicuro.
Qui c'è l'ulteriore ramificazione: sensibile e insensibile. I sensibili sono quelli che di gran lunga ci rimangono impressi, a questo punto. Solo loro hanno la capicità di saper fare, trattare con noi, e con le corde stuzzicate.
Possono diventare anche fin troppo pericolosi.
Vorrei saper parlare di tutto ciò come si scrive e si risolve un'equazione, come si dimostra un teorema. Al mondo, ci sono troppe cose inconciliabili, eppure così affini. c.v.d
Inserito da Meghi alle 15:56
Etichette: Flash personali