lunedì 20 agosto 2007

Dialogo - trialogo senza succo


Vorrei tanto sapere cosa dite voi quando incontrate una persona che non vedete da tanto tempo, che una volta era un vostro caro amico, con il quale condividevate di tutto, dalle monotonie (meglio quotidianità) di una volta, che si stanno rivelando ora i momenti più ricorrenti nella vostra memoria per questo amico, agli spettegolezzi su quello, su questo, su quel ragazzo, su quella ragazza, dalle biciclettate, ai compiti di scuola, dal gioco di squadra, ai consigli, ecc.

Beh, capita un giorno che te lo ritrovi di fronte, dopo mesi che non lo vedi; è lì, non ci credi, siete uno di fronte all'altro, faccia a faccia... non ci credi! Dai, salutalo, sei contentissimo... e dire che in tutti questi mesi desideravo rivederlo ogni singolo giorno!

Salutalo, forza! Fatto. E lui ti sorride e ricambia il saluto. Tu sorridi e... Che fai, imbecille? E... Cosa vuoi che faccia? Sono senza parole!

"Ciao, come va?"
"Bene, grazie, e tu?"
"Bene, sì..."

Tutto qua? Gli chiedi queste due mediocri informazioni?
Aspetta... lui ha un fratello.

"E tuo fratello, sta bene?"
"Sì, dai, è cresciuto tantissimo"
"Immagino..."

Ma dai! Dico io...
tutte queste settimane passate a tenatare di conservare il suo volto, l'unico punto fermo che hai di lui, che è presente in te, ma che ogni giorno sfumava sempre più, perdeva dettagli e sapore: i suoi capelli si accorciavano, la sua bocca subiva incontrollabilmente una distorsione, le sue orecchie si facevao sempre più piccole, mentre il naso... che forma aveva il naso? Non è possibile, mi sfugge il suo naso! Alla fine sei disperato: rimangono di lui soltanto gli occhi.

E negli occhi lo stai fissando ora, nel disperato tentativo di farti venire in mente qualcosa da dire; il silenzio fra lui e te si fa molto più insopportabile della malinconia avvertita in tutti questi mesi.

Lui sembra sereno, invece, nonostante non abbia nulla da dire; motivo in più per te per rimanere attonito, disorientato e intrattabile. Sei rigido. Alla fine è lui che rompe questo equilibrio fra voi, che stava iniziando a scavarti una piaga di amarezza:

"Dai, ora vado, mi aspettano a casa. Ci sentiamo, mi raccomando! Buona giornata!"


Meno male che si è conclusa così! Avresti potuto anche rivolgerti a lui con la frase: "Bello il tempo, oggi, non trovi? Forse fa un po' caldo, ma si tira avanti". Sarebbe stato il massimo del degrado dialogico di due persone. Di due amici.


"Sì, sì... buona giornata anche a te..."

Faceva prima a dirti "Buona vita!".


La vita è fatta di piccoli dolori, di assurde malinconie. E di mancanza di dialogo. Inguaribili.


(Questo post è basato sul rapporto fra tre persone: un "tu" generico, qualsiasi, che può essere anche un"io"; l'amico di "tu"; e infine il "Tu" - con la T maiuscola - che è semplicemente una personalità che convive in "tu" e lo suggerisce in casi come questi; è quello evidenziato in marrone scuro.)

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