martedì 28 agosto 2007

La guerra secondo il Mahrabharata (che?)

Riprendendo in mano il libro di epica dell'anno scorso (già sommerso dalla polvere), ho trovato interessanti alcuni passi né dell'Iliade, né dell'Odissea, tantomeno dell'Eneide, ma di un poema ancor più antico di questi tre, e di origini del tutto diverse: origini Indiane. Leggendo qualche trafiletto a caso, ci ho preso gusto e interesse, e devo dire che ingiustamente a scuola a volte si tralasciano, per un motivo o per l'altro, gli argomenti meno "classici" per dare spazio al tradizionale programma di italiano... (lo stesso dicasi per storia dell'arte).

E' in questo modo che ho scoperto il Mahabharata, un affascinante mix di imprese di dei (in particolare di Krsna) e di uomini, oltre che un codice di "modelli" etici e argomenti teologici e filosofici. Pensate, è ben lungo 7 volte l'Iliade e l'Odissea messi insieme!
Vengono trattati numerosissimi temi cari anche a Omero, come il destino, la contrapposizione dei - uomini, il senso del dovere; anch'esso contiene dei veri propri archetipi, certo, alcuni molto lontani dalla nostra cultura e mentalità, trattandosi di un'opera prima di tutto Indiana, in secondo luogo trascritta a cavallo tra il secondo e il primo millennio a. C.

Tutta questa introduzione al Mahabharata per riportare due o tre frasi che mi hanno impressionata, dati i tempi e il luogo di stesura. Non si trattano d'altro che pezzi presi da una pacata meditazione sulla guerra, così essenziale nel suo sviluppo, così struggente nella sua essenzialità! Allora tante idee esistevano anche un sacco di tempo addietro! E noi che ancora non abbiamo imparato, nel 2007, quasi 4000 anni dopo, a ricordarci di queste "piccolezze", di questi profumi di pensieri che dovrebbero essere alla base del nostro viver quotidiano...

Ecco alcuni stralci:

"Dovremmo evitare la guerra a ogni costo, e a maggior motivo sapendo di avere in pugno la vittoria. Dopotutto, nelle loro vene scorre il nostro sangue. Dobbiamo fare un altro tentativo, sforzarci ancora di trovare una via che consenta a noi come ai Kaurava (i rivali di colui che sta pronunciando queste parole) di condurre una pacifica esistenza. Uccidendo i Kaurava rientreremmo in possesso dei nostri territori, ma sarebbe questa la soluzione adatta per approdare a una felicità realmente duratura?"

"Le onde della violenza non si placano mai. La vittoria alimenta l'animosità. Le ostilità perdurano, forse sopite, ma non cessano per questo di sussistere. Se nel campo avverso sopravvive solamente un bimbo, questi continuerà a covare una scintilla d'odio, che un giorno sarà in grado di scatenare una conflagrazione. Per impedirlo è necessario sterminare totalmente il campo avverso, e al solo pensarvi un brivido mi percorre tutto il corpo."

"L'ostilità non è mai soffocata da altra ostilità. L'eccessiva fiducia nelle nostre prodezze è come un male incurabile che ci divora il cuore. Per affermare la nostra forza e le nostre rivendicazioni, non esitiamo a intridere del nostro sangue il suolo. Come i savi hanno osservato (giustamente, era ora!), la cosa non differisce dalla lotta fra due cani."

Che scoperta! diranno alcuni, come pure ho detto io. Sì, sì, robe scontate, vero???
Così scontate che le perdiamo di vista, troppo spesso...

3 commenti:

Amministratore ha detto...

Beh!?
Sono robe scontate fino a quando non ci pensi su sul serio.
Questi sono consigli saggi pechè basati non sulla meditazione ma sull'esperienza e sul sangue nel vero senso delle parole.
Ma saranno sempre soffocati dall'ambizione,dalla rabbia,dall'odio,dal pregiudizio,dall'orgoglio.
Questo è l'uomo a distanza di 35.000 anni fa,quando apparse l' Homo sapiens sapiens,ancora istinto e poco cervello.Anzi le due cose,istinto e cervello,si fondo per dare vita ad un essere perfido e sadico.
Io non avevo mai senti di questo testo.
Benchèmeno a scuola.
Al liceo che frequentavo io si coltiva solo ignoranza.
Sono pochi i prof buoni.
E i ragazzi son tutti da buttare,uno più tonto dell'altro!
Sarebbe stato bello non farsi influenzare,ma da giovincelli si sà....
Ero diventato un teppistello anch'io.
Mah!
Una cosa non mi convince del Mahabharata.
Dici che è un testo lunghissimo e perdipiù scritto a cavallo....
Posizione scomoda per scrivere,chi sa come lo hanno interpretato. lol

Se non fa ridere non mi bannare! lol

Anonimo ha detto...

Bè, questo dimostra solo una cosa: che l'uomo della società moderna è ignorante, o ignora il passato. Se è un uomo che viveva all'incirca ai tempi dell'antica Grecia a dire che la guerra si deve evitare, immagino che cosa dovremmo pensare noi se non fossimo stati così ignoranti.
Purtroppo la storia è solo una cosa noiosa... Mah, sono solo tante date da ricordare, tanti uomini morti, politiche sbagliate, errori su errori... Ma chissenefrega! No? Che ci importa ad andare a guardare gli errori del passto, ma per fevore! Che ci importa a correggere tutti i danni che la storia porta dietro di se, che ci importa se ricadiamo sempre nella stessa trappola che l'ignoranza di mette sotto ai piedi?
Lasciamo che il tempo passi e continuiamo a fregarci del passato, tanto ci sarà qualcuno che non ignorerà...

La storia è importante e la cultura ci arricchisce... Non buttiamole al vento...

Meghi ha detto...

@ Yokai: sai, ho riflettutto parecchio sul binomio istinto - cervello. Spesso, anche nell'Iliade, l'uomo valoroso è colui che combatte i nemici per la propria patria; quindi, fa la guerra per un alegge morale del suo tempo. La morale credo sia forse l'unico punto dell'uomo che non appartenga né alla sfera istintiva, né a quella razionale. Li mescola, creando un punto d'attrito fra le due sfere davvero particolare. Quindi, lavorando sulla ragione, e, per quanto si possa, anche sull'istinto, si lavora automaticamente, a parer mio, anche sulla propria morale, che deve sì riflettere abitudini e costumi del Paese in cui viviamo, ma deve essere un importante punto di identità personale, ci deve contraddistinguere dagli altri... Il problema, secondo me, è quello che tanti lasciano che la propria morale venga a coincidere con l'istinto, che, si sa, nell'uomo è quello di combattere... giustamente, tu dici che l'Homo Sapiens Sapiens aveva tanto istinto e poco cervello. E non morale. Ora ha tanto cervello, tanto istinto. e morale. Che è come l'istinto. Condizione ancor pessima, direi, di quella di 35 mila anni fa.

@ Smile: sono d'accordissima con te, con questo post volevo mettere in risalto proprio questo: la storia e i suoi valori. In questo caso, la storia non di fatti, ma di un popolo, della loro cultura e della loro mentalità. Che merita davvero attenzione. Non si può rimanere indifferenti a queste cose! Svegli!!!