mercoledì 1 agosto 2007

Madame Bovary, c'est moi


Ho appena finito di leggere il classicissimo Madame Bovary di Gustave Flaubert.
Ho intrapreso la lettura del libro proprio perché si tratta di un classico, infatti non ero particolarmente attratta dalle vicende che avrei potuto trovare dentro. Difatti, la trama in sé non mi è stata di grande aiuto per terminare il libro più presto, quanto piuttosto alcuni passi in cui si rifletteva circa la vanità della vita e delle cose terrene, oppure alcuni pensieri di Emma, la protagonista, Madame Bovary, appunto, che contenevano frasi molto belle e pungenti. Tutto il romanzo è pervaso da dolore, da sofferenze, da senso di inadeguatezza e di angoscia.
Il culmine è raggiunto dal suicidio di Emma. Tutto scorreva così veloce, verso la fine, come a inseguire un'anima, ormai fuggita, di una ragazza che vedeva anche l'amore come un sentimento tedioso, che dà noia.

Personalmente, non rileggerei mai questo libro. Piuttosto, alcune citazioni molto belle, ma staccate, non inserite nel loro contesto, e prenderle come "massime".

Chi avesse per caso (e sottolineo per caso) letto questo libro e avesse considerazioni al riguardo, commenti pure, sono curiosa di sentire altri pareri.

P.S. Per chi non avesse capito, l'etichetta "insostituibili" si riferisce ai libri, così chiamati in una riflessione di Isaac Asimov (?)...

6 commenti:

Daniel ha detto...

Il libro l'ho letto l'estate scorsa (a Taizé) su ordine della prof di lettere. Devo dire che non mi è affatto piaciuto, non per il modo in cui è scritto ma per la scelta della raltà fotografata. Il marito, persona personalmente retta, e la moglie, cioè Madame Bovary, ignorante di che cosa sia la vita nobile (quindi due personalità opposte) vivono in una simile condizione di infelicità. Ma quel che peggio è che la moglie non riconosce gli sforzi del marito di garantirle una vita migliore, guidati dal suo amore. La mancanza del dialogo sincero della coppia, quando il lettore capisce bene come stanno le cose, ma queste non si chiariscono tra i personaggi è tra le cose più strazianti di un libro per me. Lo stesso vale per i film, naturalmente.

Dopo una lezione della mia prof su Flaubert e il realismo francese, ho visto l'autore in un'ottica completamente diversa. Sapere che ha scritto di questo spreco di vita per richiamare l'attenzione dei suoi lettori sui mali contemporanei da un senso alla crudità del suo racconto.

Adesso lo rileggerei il romanzo sicuramente con più gusto e in un ottica diversa da prima. Dopo la lettura se mai ne riparliamo...

Meghi ha detto...

Non vorrei dire cavolate, perché non ho mai studiato Flaubert, ma credo che sia proprio questo il significato della sua celebre frase che ho scelto come titolo, Madame Bovary, c'est moi! (Madame Bovary, sono io!): vuole ricalcare in un personaggio esemplare questo suo percepire della borghesia del suo tempo. Infatti, l'autore conosce perfettamente tutti i pensieri di Emma...tutte le vicende vengono colte con l'occhio della fanciulla, che diventa, per così dire, il burattino preferito di Flaubert.

Alla fine del romanzo, prima che Emma muoia, mi sembra che l'autore accenni al fatto che Emma rimpiange i suoi comportamenti verso il marito Charles, rendendosi conto che alla fine la colpa della sua condizione sofferente e come dici tu di mancanza di dialogo era quasi esclusivamente sua.

Anonimo ha detto...

ho finito di leggere madame bovary ieri, avendolo cominciato ben 4 mesi fa. non do la colpa di questa mia lentezza alla pesantezza, più o meno contestabile, dell'argomento trattato da flaubert, anzi credo che sia tutto dovuto a impegni che mi hanno distratta. a dirti la verità nemmeno io rileggerei il libro, se non altro per il senso di precarietà che mi ha lasciato dentro. Emma è una donna che sogna, e inevitabilmente viene delusa perché, è chiaro, i sogni poche volte si realizzano. la sua ricerca di una calma interiore è placata soltanto dalla soddisfazione dei suoi capricci, primo fra tutti avere un uomo che la ami passionalmente come suo marito charles non è in grado di fare.
per quanto riguarda la borghesia del tempo, i lettori la percepiscono in modo diverso dall'inizio alla fine del romanzo non tanto perchè il comportamento è cambiato, ma proprio perchè la realtà che si legge è la realtà di Emma, vista con gli occhi di Emma.

anche se forte, la parte che ho preferito è stata la sua morte, che ha mostrato ancora una volta la voglia di Emma di "calare il sipario" in modo romanzesco. la denuncia dell'autore è tanto nella borghesia quanto, a mio parere, nel modo che Emma ha nel farsi plagiare proprio dalle persone che essa stessa disprezza.

magari se ne riparla...ciaociao

Meghi ha detto...

Cavolo, grazie del commento Marta! Di così ricchi ne arrivano sempre troppo pochi!

Il libro lascia un senso di precarietà, perché, come dici tu, tutto il racconto è focalizzato dal punto di vista di Emma, che è precaria.

A me ricorda un po' anche i desideri e gli atteggiamenti di alcune ragazze di oggi, ovviamente non in stile '800, ma un po' più "rinnovate", attualizzate...
Disagio, incoerenza, mutevolezza... anche, perché no, ingenuità...

Anonimo ha detto...

ciao..ho letto il libro l'estate scorsa,l'ho finito in pokissimi giorni.a me è piaciuto tantissimo...madame bovary mi pare la pù sfortunata del libro,anke del marito.credo k in poki capiscano la sofferenza della donna.una delle cose più brutte della vita è avere apparentemente tutto e non riuscire poi a godere veramente di ciò ke si ha;sentire una perenne mancanza e ricercare all'infinito un qlks ke non si sa dove cercarlo e trovarlo.capisco in pieno le sofferenze della protagonista...

Anonimo ha detto...

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